Dal Corriere di Como
e.c.) «Boicottare la Lega Nord secessionista». In estrema sintesi, è questo il nucleo della proposta-provocazione del consigliere comunale di An, Alessandro Nardone, all’indomani delle polemiche sulla festa dell’Unità Nazionale. Una celebrazione, quella dello scorso 4 novembre, disertata in blocco dai rappresentanti del Carroccio comasco, fatta eccezione per una breve apparizione dell’assessore comunale Diego Peverelli.
Sul perché di una simile, dirompente presa di posizione nei confronti dell’alleato leghista, lo stesso Nardone è molto esplicito.
«Non è tollerabile che un partito della Casa delle Libertà possa dichiararsi ancora nemico dell’Unità Nazionale - afferma - Lancio un vero e proprio appello a tutti i miei colleghi di partito e di maggioranza perché si dica un basta definitivo a chi dice di lottare «per l’indipendenza della Padania».
Nel mirino è dunque la dicitura che compare su tutti i documenti ufficiali del Carroccio. Un proclama indipendentista che incendia ciclicamente i rapporti interni al centrodestra.
«Personalmente non voterò mai più un documento leghista sul quale compaia ancora quella definizione - rincara la dose Nardone - A cominciare dalla mozione sulle paratie».
Non meno dure sono state le prese di posizione di altri consiglieri di An, Andrea Bernasconi e Stefano Molinari. «Mi pare che i leghisti diano segni di follia - afferma quest’ultimo - L’assessore Peverelli ha almeno riconosciuto il sacrificio di chi liberò l’Italia dall’invasore nel ’15-’18, gli altri dimostrano di non conoscere la storia».
Anche Bernasconi non le manda a dire agli alleati padani. «Dopo quanto dichiarato dai leghisti - afferma - valuterò se riproporre in Comune il provvedimento che applicai in Circoscrizione 7, volto a valorizzare i simboli della nazione, a partire dall’esecuzione dell’inno di Mameli all’inizio di ogni seduta. D’altronde - conclude - chi non riconosce il sacrificio dei Caduti mostra povertà morale e intellettuale».
Ad An risponde a tono il consigliere leghista, Guido Martinelli. «L’articolo 1 dello Statuto del nostro partito dice che l’obiettivo primario del movimento è il raggiungimento dell’indipendenza della Padania - dice Martinelli - Le proteste di An non hanno per noi motivo di esistere».