dal quotidiano di Confindustria..
" Il Sole 24 ore del 07/11/2003
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Il 71% della spesa pubblica al Centro-Nord
Barbara Fiammeri
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ROMA Le regioni del Centro-Nord beneficiano di oltre due terzi dell'intera spesa pubblica contro il 28,3% del Mezzogiorno. Tradotto in valori assoluti significa che ogni cittadino che risiede nelle aree settentrionali può usufruire mediamente di 13.111 euro rispetto ai 9.101 di chi vive al Sud. A mettere nero su bianco queste "piccole" sorprese il ministero dell'Economia, o meglio il Dipartimento per lo sviluppo che ieri, alla presenza del viceministro, Gianfranco Miccichè, e del Ragioniere generale dello Stato, Vittorio Grilli, ha presentato il nuovo progetto Conti pubblici territoriali che, a partire dal 2004, consentirà di verificare in tempo pressocché reale (con tre mesi di ritardo) quanto, dove e per che cosa si spende.
I dati sulla spesa resi noti ieri sono invece fermi (perché i soli disponibili) al periodo 1996-2001. Scendendo nel dettaglio si "scopre" che per la previdenza la spesa procapite al Nord è di 4.020 euro mentre al Sud si ferma a 2.863; lo stesso avviene nella sanità (1.387 contro 1.125), nell'amministrazione generale (1.277 al Nord, 897 nel Mezzogiorno), nell'energia (722 contro 599). La classifica si inverte, invece, se il confronto avviene sulla spesa in conto capitale, ovvero sulle risorse destinate agli investimenti. In questo caso a guidare la graduatoria è il Mezzogiorno insieme a Regioni e province autonome del Nord. Tuttavia, la distanza anche su questo fronte si ripropone disaggregando i dati: mentre il Nord spende molto di più (73,6% della spesa in conto capitale) per infrastrutture, il Sud si ferma al 58,4% privilegiando i trasferimenti diretti che superano il 40% contro il 26% del Centro-Nord.
Il salto di qualità determinato dalla maggiore tempestività di informazioni potrebbe pertanto influenzare in modo determinante le scelte di politica economica. Non a caso proprio Grilli ha sottolineato - riferendosi alla Ragioneria - che "al di là del nostro ruolo che dovrà permanere di verificare dei costi c'è un'analisi ulteriore che noi oggi non siamo ancora in grado di fare, ma che altri Stati fanno, e cioè un'analisi costi-benefici".
Il primo fronte su cui misurare le scelte sarà inevitabilmente il processo federalista che finora si è tradotto soprattutto in esercitazioni verbali. Tant'è (e anche questo non è un caso) che il convegno organizzato ieri aveva per titolo "Federalismo e politica per il territorio: la svolta dei numeri".
E a proposito di numeri, Miccichè ieri ha detto che l'Italia attende entro la fine dell'anno la "restituzione" da parte della Ue dei quattro miliardi di Fondi strutturali utilizzati dal Mezzogiorno e anticipati dallo Stato italiano. Il viceministro poi è tornato a ribadire che le risorse messe a disposizione dalla Finanziaria per il triennio 2004-2006 sono "congrue" ovvero pari allo 0,60% del Pil. "Il dibattito sulle cifre riguardante il Mezzogiorno non c'è più - ha detto - e ci dispiace aver tolto questa soddisfazione a sindacati e Confindustria".
Ma a Miccichè i sindacati, e in particolare la Cgil, hanno ricordato "che la Finanziaria, per il triennio 2004-2006, taglia circa 4 miliardi di euro di risorse rispetto a quelle previste nella manovra economica precedente, 2003-2005" e l'Ugl aggiunge che, in ogni caso le risorse previste dalla manovra "saranno disponibili solo alla fine del triennio".
Intanto anche dall'Isae arrivano nuove stime sul Pil. A guidare la crescita sarà il Centro che nel 2003 registrerà un +0,6% e che arriverà all'1,7% nel 2004, "leggermente superiore alla media nazionale", pari allo 0,4% per l'anno in corso e all' 1,5% per il 2004 che coincide con l'incremento del Mezzogiorno e del Nord-Est. "
Saluti liberali