Sarebbe stato molto più piacevole se avessimo trovato armi da guerra in Irak, preso Saddam, debellato il terrorismo, senza aver ucciso alcun iracheno e senza aver avuto nessun morto in guerra e, infine, restituire la libertà ed il ... petrolio agli iracheni. Purtroppo queste aspirazioni si sono rivelate del tutto utopiche o, meglio, ipocrite e, come tristissima ''ciliegina'' su questa torta già ampiamente avvelenata, c'è stata la terribile fine dei nostri ragazzi, mandati a morire, da questo governo di incapaci e di smidollati, come da prevedibile e tragico copione. Non paghi di questo disastro, gli (ir)responsabili continuano con le solite vergognose frasi di circostanza, ben lungi dal fare autocritica.
Una minoranza forse se la prenderà con i ''terroristi '' (certo, lungi da me il sostenere che siano stinchi di santo, sappiamo bene che si tratta di esaltati), ma la gran parte della gente si sta chiedendo
che ci siamo andati a fare in Iraq, perché continuiamo a fare i lacchè degli americani e sta progressivamente trasformando l'antipatia per gli stessi in odio. L'america, ormai, non è più vista come un posto dove c'è gente vestita in modo ridicolo o che parla con una patata in bocca, ma come uno stato guerrafondaio, nemico della pace e più imperialista che mai. Con le prossime elezioni europee e con il cambio di governo in Italia nel 2006 (o, forse, ben prima), si formerà in Europa una maggioranza ancora più forte ostile agli Yankee. E' giunta l'ora delle scelte forti ed autonome.