Quando un paese subisce una barbara e vigliacca aggressione, ancor più quand’è impegnato in una missione umanitaria, di solito vede i suoi cittadini stringersi attorno alle vittime e far fronte comune con le scelte del proprio governo, dettate dalla fermezza, indipendentemente dalle posizioni politiche di ognuno. Come il nostro ambasciatore a Bagdad, anche noi ripetiamo: “Continuiamo il nostro lavoro e proseguiamo nella nostra missione”. Ma questo non è un paese normale. E’ uno strano paese dove non si trasale davanti all’ecatombe automobilistica e i morti sul lavoro lasciano il tempo che trovano, se lo trovano. E’ anche un paese che viene squassato da febbri politiche ogni qualvolta un militare professionista e consapevole dei rischi del suo lavoro, muore svolgendo il proprio compito. Figurarsi per una strage. Ciampi prima di volare verso gli Stati Uniti ha detto: “Ho la coscienza di rappresentare un paese unito e forte”. Evidentemente non aveva ancora ascoltato le dichiarazioni di alcuni esponenti dell’opposizione, sennò sarebbe stato più prudente sull’unità di questo paese.