Queste sono cose che non interessano a chi si occupa solo di questioni genetiche e colore della pelle. Comunque, se i partiti che sono stati votati primariamente per diminuire le tasse si ricordassero del mandato ricevuto, anziché far battaglie cretine e riduttive, io non piangerei.




L'Irpef taglia in due l'Italia


Studio della Cgia di Mestre. I lombardi i più tartassati con 3.700 euro pro capite insieme ai laziali. Ultima in classifica la Basilicata con 1.781. Ma nelle addizionali comunali in testa c'è la Liguria.


MILANO - C'è una linea che divide in due l'Italia, Nord da una parte, Sud dall'altra. Questa linea di demarcazione si chiama Irpef: in Lombardia ci sono i più tartassati con circa (comprese addizionali comunali e regionali) 3.700 euro a testa, all'opposto la Basilicata con appena 1.781 euro pro capite. La Lombardia è la regione più tartassata dal fisco italiano; fanalino di coda la Basilicata.

La distanza abissale è stata messa in luce da uno studio della Cgia di Mestre che ha elaborato i dati del ministero delle Finanze. C'è dunque una diversa distribuzione del carico fiscale che evidenzia come al Centro-Nord gli oneri per i cittadini siano decisamente più consistenti rispetto al Sud. Sul gradino più alto insieme ai lombardi si trovano i laziali con 3 mila 490 euro circa, tra Irpef nazionale,regionale e comunale, e gli emiliani (3 mila 243 euro). La quarta posizione è occupata dai piemontesi ( 3 mila 149 euro), la quinta dai trentini (3 mila 143 euro) e la sesta dai veneti (3 mila 50 euro).

Stanno sopra i 3 mila euro di Irpef e addizionali regionali e comunali anche Friuli Venezia Giulia e Valle D'Aosta. Appena sotto i tremila euro troviamo gli esborsi dei contribuenti liguri ( 2 mila 998 euro) e quelli dei toscani (2 mila 914 euro). In coda alla graduatoria nazionale si trovano, invece, i molisani con mille 831 euro, preceduti dai calabresi (mille 848 euro), dai pugliesi (mille 991 euro) e dai siciliani (2 mila 77 euro). A metà classifica emergono i dati di umbri (2 mila 522 euro) e Marche (2 mila 515 euro) seguiti da sardi (2 mila 283, 65 euro), campani (2 mila 247 euro) e abruzzesi (2 mila 202 euro).

Questo il quadro complessivo ma la classifica cambia quando si analizzano le sole addizionali comunali. In cima alla graduatoria nazionale sale quindi la Liguria con 14,48 euro, seguita dalle Marche (11,48), dal Piemonte (10,22) e dal Veneto (9,11). Ultima è la Valle D Aosta (0,10), preceduta dal Friuli Venezia Giulia (0,47), dal Trentino Alto Adige (1,28 euro) dall'Emilia Romagna (2,78), dalla Toscana (4,25 euro) e dal Lazio (5,15 euro). Dalla Cgia di Mestre si fa presente che la lettura di questa classifica non può non tener conto di due aspetti che condizionano, almeno in parte, la distribuzione del carico fiscale a livello regionale.

Il primo è ricollegabile alla mancata coincidenza tra il luogo dove si verifica il versamento e quello di effettiva incidenza deltributo. Infatti, la normativa fa obbligo a enti ed imprese di pagare le imposte nella provincia dove hanno la sede legale. Perciò, nel caso di enti ed imprese con una presenza diffusa sul territorio nazionale, il dato contabile che rileva il pagamento delle imposte viene imputato alla Regione dove essi hanno la sede legale. Il secondo è legato alla procedura per il versamento delle ritenute erariali relative ai dipendenti periferici dello Stato.

Infatti, per questi lavoratori i cosiddetti "cedolini paga" sono gestiti da due centri interregionali di elaborazione situati a Bologna e a Latina. Pertanto, nella lettura dei dati relativi alle regioni del Lazio e dell'Emilia Romagna si deve tener conto che i centri di Bologna e Latina contabilizzano, all'atto di erogazione degli stipendi, le ritenute in acconto nelle rispettive sezioni di tesoreria provinciale. "Riguardo alla graduatoria dei contribuenti più 'torchiati' dal fisco italiano sottolinea il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - dobbiamo inoltre ricordare che l'Irpef è un'imposta progressiva in quanto l'aliquota fiscale aumenta al crescere del reddito." Quindi dove più si guadagna più sale l'Irpef.

(15 NOVEMBRE 2003; ORE 18:45)