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Risultati da 1 a 9 di 9
  1. #1
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    Predefinito Arriva, a grande richiesta, il....

    ...."dito" di serie B

    Certamente Romano Prodi non può lamentarsi di come la stampa italiana tratta la sua presidenza della Commissione europea. Altro che campagna di delegittimazione, spesso solo leggendo la stampa straniera ci si può informare di che cosa bolla in pentola a Bruxelles.
    Domenica erano Sunday Times e Sunday Telegraph a sollevare interrogativi, in vista dell’audizione che oggi Prodi torna a rendere sullo scandalo Eurostat davanti alla commissione di controllo del Parlamento europeo.
    La prima notizia, confermata dal portavoce della Commissione Eric Mahmer, è che Prodi si accingerebbe a chiedere la testa di Franz-Hermann Bruener, l’ex procuratore tedesco che guida l’Olaf, l’organo comunitario incaricato della lotta alle frodi.
    Non feroci delegittimatori italiani, ma eurodeputati austriaci come Herbert Bosch dichiarano allarmati che si tenta evidentemente di far ricadere le colpe dei milioni di euro sottratti a Eurostat su un capro espiatorio, invece che su chi aveva il dovere primario di vigilare e di intervenire, la Commissione e la sua presidenza.
    C’è poi un’altra vicenda sfuggita alla stampa italiana, ma non all’eurodeputato britannico Chris Heaton-Harris, che preannuncia domande precise al presidente.
    Pare che dal 2000 a oggi la Commissione abbia versato 13 milioni di euro alla società italiana di consulting per gli aiuti allo sviluppo Italtrend, con sede a Reggio Emilia e 15 dipendenti.
    Dei quali uno è Silvia Prodi, nipote del presidente.
    Per progetti riguardanti tra l’altro una centrale nucleare russa, a Novovoronezh, e ovviamente gli aiuti alle popolazioni palestinesi nella striscia di Gaza e Cisgiordania.
    I portavoce della Commissione replicano che i contratti sono preesistenti alla presidenza Prodi, e che lo zio incontra la nipote solo per gli auguri di Natale.
    Sarà così, lungi da noi brandire falci da mozzorecchi.
    Ma la stampa europea parla di bis in peggio dei nepotismi costati il posto a Jacques Santer.
    E chi tace in Italia sugli auguri di Natale a casa Prodi, si è anche scordato l’Economist, che piace tanto quando parla di Berlusconi. Prodi?
    Un “second rate president”, un presidente di serie B.

    saluti

  2. #2
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    Predefinito

    In origine postato da antonio
    ma come...L'Economist..altrimenti detto dal nano L'ECOMUNIST...
    ahahahhahahhahha
    -----------------------
    La battuta sul presidente di serie B ti fa tanto ridere?
    Bene, ridiamo insieme ....ahahah

  3. #3
    SENATORE di POL
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    Predefinito

    Il fatto è che Prodi non è neppure comunista, i comunisti lo hanno solo usato, tanto in Prima che in Seconda Repubblica.
    Come ha scritto Nietzsche in un suo aforisma vi sono uomini che sono vocati a fare da scalini alla salita di uomini più abili e scaltri di loro. Il fatto è che non aveva previsto che alcuni fossero pure....recidivi.
    Prodi è uno scalino e uno sgabello per i comunisti vetero, neo, post, sub e super. In altri tempi tale funzione era descritta con una locuzione meno gentile.
    Nella malaugurata ipotesi che qualcuno voglia tornare ad affidargli il Paese (non si può mai dire) bisogna sbrigarsi a fare le privatizzazioni, anche se il momento dei mercati non è favorevole. Meglio vendere male che far svendere del tutto.....ad opera di chi lo fa......per gli amici degli amici.
    Ci sono ingeNNieri famelici...... padroni di MenzognaContinua sempre in attesa. Con la "giustizia" pronta a dare il suo...contributo. Il danaro non olezza.....se è di sinistra.

    Saluti liberali

  4. #4
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    Predefinito Il 'dito': Non ho responsabilità...

    ....su Eurostat".
    Il presidente della Commissione ha presentato un piano anticorruzione e criticato l'Eurofin: "tenta di certificare la fine del Patto di stabilità".
    Freddie Black (comunista): "Solo parole".
    Poettering (Ppe) "...sta facendo politic di partito, se continua così non avrà più il nostro appoggio".
    Lo difendono socialisti, verdi ed Eldr.

    Presto qualcuno lassù si chiederà che "...non poteva non sapere"!

    Ma lui già pensa di aver garantita la poltrona adatta al suo sederone.
    Gliela stanno tenendo in caldo i "compari" italiani.

    Peggio per loro: dopo la batosta elettorale si sentiranno rinfacciare che "....non potevano non sapere".

    saluti

  5. #5
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    Predefinito Non è un....

    ...."dito" di leader

    Annunciata fino a poche settimane fa come una specie di “buona novella” per l’Ulivo, ora la candidatura di Romano Prodi, rapidamente declassata da provvidenziale a naturale, comincia a preoccupare.
    Qualche dirigente ds ha cominciato a spiegare che quel che conta è “se il centrodestra riuscirà o no a intercettare una fase di ripresa”.
    Se ciò accadrà, si dice, nessuno è in grado di battere Silvio Berlusconi, “ma se le difficoltà economiche continueranno, chiunque sarà in grado di battere il centrodestra”.
    Come dire che il “valore aggiunto” di Prodi, in sostanza, non esiste.
    Qualcuno, ancora più preoccupato, dopo le recenti riunioni europee, comincia addirittura a pensare che Prodi “rischia di diventare un peso”.
    In effetti la funzione di Prodi, nel 1996, è stata molto rilevante, ma anche molto specifica. Si trattava di corrispondere ai desideri di quella parte dell’asse franco tedesco che desiderava che l’Italia entrasse nell’euro (anche per evitare, come ripeteva ossessivamente Jacques Chirac, che potesse continuare ad avvalersi della tecnica collaudata della svalutazione competitiva) e a quelli, corrispettivi, delle lobby italiane che solo in una sorta di protettorato franco tedesco vedevano la possibilità di uscire da una situazione di crisi politica, economica e istituzionale.
    Nella sostanza, però, il tecnico Prodi era l’uomo giusto al momento giusto e, realizzando l’obiettivo dell’ingresso dell’Italia nell’euro con il primo gruppo di paesi, ha raggiunto un risultato che lo iscrive fra coloro che hanno fatto qualcosa di importante per l’Italia e per l’Europa.
    Prodi, però, non si considera un tecnico prestato alla politica, la sua tecnocrazia è venata di integralismo, come accadde a molti dei discepoli di Giuseppe Dossetti.
    Esportata a livello europeo, però, questa miscela non ha funzionato.
    “Romano Prodi è un uomo di programmi”, scrive il Times di Londra.
    “I risultati non sono il suo forte e nemmeno, come è tristemente chiaro, la sua priorità”.
    La Commissione, assumendo sotto l’impulso di Prodi, una caratteristica sempre più invasiva delle competenze altrui, effetto dell’integralismo, e compromettendosi in modo troppo netto su questioni di merito, effetto della tecnocrazia, rischia infatti un fallimento.
    Il caso più evidente è quello del Patto di stabilità, che come tutti i patti tra governi, aveva e ha soprattutto un significato politico. Prodi, dopo aver ammesso che è “stupido”, quando sembrava che alla Francia e alla Germania bastasse un po’ di flessibilità nell’interpretazione, si è poi dedicato a una difesa a oltranza, che tra l’altro oggi va contro gli interessi dell’asse francotedesco che era sempre stato il suo sponsor principale (ripagato da Prodi con l’accodamento alla loro posizione antiamericana sull’Iraq).
    Con questi ondeggiamenti, assunti peraltro sempre senza la necessaria souplesse, ma con una certa dose di arroganza professorale, Prodi ha mostrato di non possedere proprio la qualità in base alla quale si candida in Italia, la capacità di governo.
    D’altronde anche in altri campi, come quello essenziale per l’Europa e per l’Italia della politica mediorientale, la Commissione Prodi, incapace di apparire come un “leale mediatore”, ha finito col fare la parte dell’osservatore più che del protagonista nel quartetto impegnato a tenere aperta la road map per la pace tra Israele e i Palestinesi.
    Persino sui temi istituzionali, diventati tanto importanti in vista del rinnovo dei trattati costituzionali dell’Unione, il contributo della Commissione è stato laterale e poco costruttivo, come si evince anche dal recente intervento del presidente della Convenzione, Valéry Giscard d’Estaing e dei suoi vice.
    Ma se Prodi dall’Europa torna sconfitto, cominciano a pensare i leader dell’Ulivo, non sarà di grande aiuto in Italia.
    Qualcuno sospetta persino che la decisione di pubblicare un appello politico di evidente orientamento di parte sia stata una specie di provocazione consapevole.
    L’attacco dei popolari europei doveva essere enfatizzato per dare una sorta di aureola di martirio all’europeismo di Prodi.
    Ma la difesa dei socialisti europei è stata tiepidissima e anche questo è un brutto segno.

    Passato il breve periodi "degli spintoni" tra gli ulivisti per meglio accomodarsi dietro al "dito" è in arrivo quello della "dieta dimagrante".
    Rimpicciolisce il "dito" dietro il quale ora sono pochi a potersi nascondere.

    saluti

  6. #6
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    Predefinito

    In origine postato da Pieffebi
    ...Come ha scritto Nietzsche in un suo aforisma vi sono uomini che sono vocati a fare da scalini alla salita di uomini più abili e scaltri di loro....
    Ciò dimostra quanto Nietzsche conoscesse bene Prodi.

  7. #7
    brescianofobo
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    Predefinito Re: Arriva, a grande richiesta, il....

    In origine postato da mustang
    ...."dito" di serie B

    Certamente Romano Prodi non può lamentarsi di come la stampa italiana tratta la sua presidenza della Commissione europea. Altro che campagna di delegittimazione, spesso solo leggendo la stampa straniera ci si può informare di che cosa bolla in pentola a Bruxelles.
    Domenica erano Sunday Times e Sunday Telegraph a sollevare interrogativi, in vista dell’audizione che oggi Prodi torna a rendere sullo scandalo Eurostat davanti alla commissione di controllo del Parlamento europeo.
    La prima notizia, confermata dal portavoce della Commissione Eric Mahmer, è che Prodi si accingerebbe a chiedere la testa di Franz-Hermann Bruener, l’ex procuratore tedesco che guida l’Olaf, l’organo comunitario incaricato della lotta alle frodi.
    Non feroci delegittimatori italiani, ma eurodeputati austriaci come Herbert Bosch dichiarano allarmati che si tenta evidentemente di far ricadere le colpe dei milioni di euro sottratti a Eurostat su un capro espiatorio, invece che su chi aveva il dovere primario di vigilare e di intervenire, la Commissione e la sua presidenza.
    C’è poi un’altra vicenda sfuggita alla stampa italiana, ma non all’eurodeputato britannico Chris Heaton-Harris, che preannuncia domande precise al presidente.
    Pare che dal 2000 a oggi la Commissione abbia versato 13 milioni di euro alla società italiana di consulting per gli aiuti allo sviluppo Italtrend, con sede a Reggio Emilia e 15 dipendenti.
    Dei quali uno è Silvia Prodi, nipote del presidente.
    Per progetti riguardanti tra l’altro una centrale nucleare russa, a Novovoronezh, e ovviamente gli aiuti alle popolazioni palestinesi nella striscia di Gaza e Cisgiordania.
    I portavoce della Commissione replicano che i contratti sono preesistenti alla presidenza Prodi, e che lo zio incontra la nipote solo per gli auguri di Natale.
    Sarà così, lungi da noi brandire falci da mozzorecchi.
    Ma la stampa europea parla di bis in peggio dei nepotismi costati il posto a Jacques Santer.
    E chi tace in Italia sugli auguri di Natale a casa Prodi, si è anche scordato l’Economist, che piace tanto quando parla di Berlusconi. Prodi?
    Un “second rate president”, un presidente di serie B.

    saluti

    Amici pollisti,

    l'ennesima speranza pollista svanisce per sempre.

    Il Parlamento Europeo si è schierato compatto con il suo onestissimo Presidente contro la mozione di alcuni pollisti anti-italiani.

    Vediamo adesso cosa vi inventate.


    Martedì 4 Maggio 2004, 14:01


    Eurostat: Europarlamento Boccia Censura Contro Prodi
    (AGI) - Strasburgo, 4 mag. - Non e' passata la mozione di censura che 65 europarlamenteri delle destre europee avevano introdotto nelle scorse settimente per sanzionare il comportamento della Commisisone europee nella gestione dello scandalo Eurostat. Su 666 votanti, ben 515 hanno votato contro e solo 88 hanno votato a favore della mozione mentre 45 europarlamentari si sono astenuti. Tra le astensioni quelle annunciate delle delegazioni di Forza Italia, AN e UDC motivate dal capogruppo Antonio Tajani, secondo cui " il nostro giudizio su Prodi e' negativo perche' sta' usando la Commissione in maniera spudorata per fini elettorali, ma per il motivo opposto, cioe' perche' noi abbiamo un alto senso delle istituzioni, abbiamo deciso di astenerci ". " In questo delicato passaggio istituzionale questo non e' un voto di fiducia a Prodi ma di rispetto delle istituzioni europee " ha aggiunto Tajani. Per essere approvata la mozione di censura avrebbe avuto bisogno di una maggioranza dei due terzi dei voti espressi e della maggioranza dei deputati che compongono il Parlamento. -


    ARRIVA, A GRANDE RICHIESTA, IL DITONE

  8. #8
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    Predefinito Re: Re: Arriva, a grande richiesta, il....

    In origine postato da brunik
    Amici pollisti,

    l'ennesima speranza pollista svanisce per sempre.

    Il Parlamento Europeo si è schierato compatto con il suo onestissimo Presidente contro la mozione di alcuni pollisti anti-italiani.

    Vediamo adesso cosa vi inventate.


    Martedì 4 Maggio 2004, 14:01


    Eurostat: Europarlamento Boccia Censura Contro Prodi
    (AGI) - Strasburgo, 4 mag. - Non e' passata la mozione di censura che 65 europarlamenteri delle destre europee avevano introdotto nelle scorse settimente per sanzionare il comportamento della Commisisone europee nella gestione dello scandalo Eurostat. Su 666 votanti, ben 515 hanno votato contro e solo 88 hanno votato a favore della mozione mentre 45 europarlamentari si sono astenuti. Tra le astensioni quelle annunciate delle delegazioni di Forza Italia, AN e UDC motivate dal capogruppo Antonio Tajani, secondo cui " il nostro giudizio su Prodi e' negativo perche' sta' usando la Commissione in maniera spudorata per fini elettorali, ma per il motivo opposto, cioe' perche' noi abbiamo un alto senso delle istituzioni, abbiamo deciso di astenerci ". " In questo delicato passaggio istituzionale questo non e' un voto di fiducia a Prodi ma di rispetto delle istituzioni europee " ha aggiunto Tajani. Per essere approvata la mozione di censura avrebbe avuto bisogno di una maggioranza dei due terzi dei voti espressi e della maggioranza dei deputati che compongono il Parlamento. -


    ARRIVA, A GRANDE RICHIESTA, IL DITONE
    ----------------------------------------------
    Ti correggo: la maggioranza (di sinistra) del Parlamento europeo si è schierato dietro a favore di Prodi Romano, detto "il dito".
    Esattamente come la maggioranza (di centro destra) del Parlamento italiano si è schierato a favore della legge Gasparri.

  9. #9
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    Predefinito Re: Re: Re: Arriva, a grande richiesta, il....

    In origine postato da mustang
    ----------------------------------------------
    Ti correggo: la maggioranza (di sinistra) del Parlamento europeo si è schierato dietro a favore di Prodi Romano, detto "il dito".
    Esattamente come la maggioranza (di centro destra) del Parlamento italiano si è schierato a favore della legge Gasparri.
    515 su 666????


 

 

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