Da: http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0...192274,00.html
"Sono il padre di Andrea. La prima fila ai politici"
Una donna: "Non voglio nessuno". Un padre solo, a lungo sulla bara del figlio. Troppi in piedi per far spazio alle autoritą. Ora la polemica del genitore del carabiniere Filippa che ringrazia l'Arma.
ROMA- La polemica era nell'aria. Qualche momento di sconcerto c'era stato quando anche i feriti, arrivati dal Celio, erano rimasti senza posto a sedere. Poi una donna aveva gridato: "Non voglio nessuno". Ma esplode alla fine, quando il padre di un giovane carabiniere morto a Nassiriya grida "Questo funerale č una vergogna". "Chi sono io? Il padre di Andrea. Basta questo. Vengo da Rivolta in provincia di Torino. Mio figlio č tra quelle 19 salme", dice indicando i feretri che sfilano lontano.
La "vergogna" sta nel fatto che la prima fila sia stata riservata ai politici. Cosģ spiega il genitore del carabiniere Andrea Filippa, che prestava servizio al 13/o Reggimento Fanteria Friuli Venezia Giulia, con sede a Gorizia.
L' uomo indica le sedie riservate a politici e autoritą militari. "Vede tutti questi nomi? - afferma - sono quelle dei politici, non sono i nostri. Ma č a noi che hanno ammazzato i figli, non a loro. Invece per noi non c'era posto. L'hanno dovuto aggiungere in fretta e furia all'ultimo momento perché l'Arma dei carabinieri ha fatto il suo dovere fino in fondo. Si č impuntata e ha difeso i suoi ragazzi pretendendo che le sedie di familiari fossero messe davanti alle bare".
Il padre di Andrea č affranto. Esce dalla Basilica abbracciato dalla moglie e dalla figlia pił piccola. "Sono orgoglioso che mio figlio abbia fatto parte dell'Arma dei carabinieri. Quando mi diceva che l'Arma č una famiglia diceva la veritą. Non ci hanno mollato per un attimo, sono stati meravigliosi".
(18 NOVEMBRE 2003; ORE 14:10)
Da: http://www.repubblica.it/2003/k/sezi...sti/posti.html
Pochi posti per i familiari
Alla fine seduti davanti ai politici
Qualche momento di tensione prima dell'inizio della cerimonia
Si portano altre sedie, Ciampi e Berlusconi slittano indietro
ROMA - L'Italia che ha salutato i suoi morti č composta, sobria, piena di dignitą. Lo dice il pianto sommesso dei familiari delle vittime. Quel sorreggersi a vicenda, tenersi per mano, piangere senza sosta e senza alcun rumore.
Sono tanti, quelli che a Nassiriya hanno lasciato un pezzo del proprio amore. E non basta la zona a loro riservata. Cosģ la rabbia affiora sopra le anime strappate dal lutto di un figlio morto, di un marito assassinato, di un fratello perduto. Mezz'ora prima che cominci la cerimonia sono tanti i parenti dei soldati uccisi che non hanno una sedia dove piangere. Qualcuno si lamenta, e qualche grido si sente tra le preghiere.
Arrivano decine di sedie, una dopo l'altra. Riempiono gli spazi vuoti sulla parte sinistra della navata centrale, ma non bastano ancora. Ne servono altre, una fila, due, tre, quattro file che vengono sistemate dall'altra parte. Sedie di plastica, davanti alle sedie rosse velluto delle autoritą. Che quando comincia la messa sono scivolate in quinta fila.
Alla fine, lo sfogo di un padre. "Questo funerale č stato una vergogna", dice quando la bara del figlio č uscita dalla basilica il padre di un giovane carabiniere. E' il padre di Andrea Filippa, viene da Rivolta, in provincia di Torino. "Mio figlio č tra quelle 19 salme", dice indicando i feretri che stanno uscendo. Poi indica le sedie riservate a politici e autoritą militari. "Vede tutti questi nomi? sono quelle dei politici, non sono i nostri, ma č a noi che hanno ammazzato i figli, non a loro, invece per noi non c'era posto, l'hanno dovuto aggiungere in fretta e furia all'ultimo momento perchč l'Arma dei carabinieri ha fatto il suo dovere fino in fondo, si č impuntata e ha difeso i suoi ragazzi pretendendo che le sedie di familiari fossero messe davanti alle bare".
Ma dopo la rabbia, non resta che il dolore. Il padre di Andrea esce dalla basilica abbracciato dalla moglie e dalla figlia pił piccola: "Sono orgoglioso che mio figlio abbia fatto parte dell'Arma dei carabinieri. Quando mi diceva che l'Arma č una famiglia diceva la veritą. Non ci hanno mollato per un attimo, sono stati meravigliosi".
(18 novembre 2003)
mi consenta!