dal quotidiano di Torino..
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La Stampa del 28/11/2003
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Si prepara la «Cosa nera» per intercettare i dissensi
Al momento nessuna scissione al vertice di Alleanza nazionale, solo movimenti delle «estreme destre» che si muovono vers
Fabio Martini
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Per tutta la vita si sono detestati, divisi tra chi è stato in galera, chi ne è uscito e chi è sospettato di aver "parlato", ma in queste ore i capi dell'estrema destra si sono improvvisamente riavvicinati e cominciano ad assaporare un'idea inimmaginabile fino a 48 ore fa: presentare una lista unica dei movimenti neofascisti alle Europee, puntando ad assorbire l'elettorato più tradizionalista di An. Obiettivo non dichiarato, il 3 per cento. "Siamo pronti ad una riconciliazione di tutto il nostro mondo", dice Roberto Fiore, capo di Forza Nuova. "Sì, si è aperto uno spazio politico nuovo", sostiene Claudio Pescatore, direttore del rautiano Linea. Certo, tante volte la Fiamma Tricolore, il Fronte Nazionale e Forza Nuova hanno immaginato, senza riuscirci, di mettere assieme una Cosa nera, ma stavolta la crisi d'identità che si è aperta nella base più nostalgica di Alleanza nazionale, almeno a prima vista appare più profonda di quella che seguì lo storico congresso di Fiuggi.
Per quanto "ripulito" il sito di An è da tre giorni bombardato di messaggi, alcuni favorevoli e altri molti critici ("Per favore, ditemi chi siamo!", "Giolitti e Einaudi? E Céline è ancora pronunciabile?", "questa è un'operazione chirurgica che ci cambia sesso!"), mentre i quattro centralinisti del Secolo d'Italia, Armando, Egle, Lele e Lorenzo, fronteggiano una raffica di telefonate da parte dei militanti. Le parole che meglio esprimono questo disagio di una parte della base le dice Carmelo Briguglio, vice-coordinatore di An: "La stessa ragione sociale e l'area di consensi di riferimento del partito in questo momento sono a rischio". La scossa è stata forte, Fini l'aveva messa nel conto, ma semmai la sorpresa è un'altra: la base è agitata, ma al vertice nessuno dei colonnelli, per il momento, sta organizzando una scissione. Certo, Mirko Tremaglia, volontario di Salò a 16 anni, dice di "capire l'amarezza di Alessandra", ma al tempo stesso annuncia: "Io mica me ne vado". Certo Teodoro Buontempo dice di "soffrire come Alessandra", ma al tempo stesso sostiene di "voler difendere la storia del movimento sociale" e di non "voler lasciare An", "anche perché non ci sono le condizioni per una nuova formazione politica di una destra sociale e non liberista". Ma è Buontempo a far capire perché stavolta lo squarcio emotivo è più profondo di quello inferto a Fiuggi: "Io non provengo da una famiglia ex fascista, a differenza di quasi tutti i leader di An. Loro, dopo aver preso tanti voti dal nostro mondo, avrebbero il dovere di tutelare i loro padri ed è grave che si voglia far carriera, sradicando una destra sociale". E' qui è il punto: non è stato il viaggio in Israele, ma le parole su Salò e su Mussolini ad aver choccato la base più nostalgica. E Francesco Storace? Dopo la clamorosa decisione di Alessandra Mussolini, nel partito e fuori dal partito, tutti guardano a lui, l'unico colonnello che in questi ultimi due anni abbia avuto l'ardire di dissentire da Fini. Ieri Storace si è limitato ad esprimere "sconcerto per la minimizzazione del grave gesto di Alessandra Mussolini". Ma chi lo conosce assicura che Storace "non ha alcuna intenzione di uscire da An, ma si prepara ad organizzare una solida opposizione interna, poi si vedrà". E il governatore del Lazio, in serata, ha detto: "Mai parlato di scissioni, non sono io che devo andarmene". Dunque il quadro è chiaro: Storace, Tremaglia, Buontempo si preparano a contestare ma senza per questo organizzare una scissione. Sinora l'unico parlamentare che abbia plaudito ala Mussolini è Marco Cellai: "Avverto il pericolo concreto di una diaspora e di un allontanamento dal partito di quadri dirigenti, soprattutto periferici e di semplici militanti, unito allo sconcerto di larga parte dell'opinione pubblica di destra".
Perché una cosa è certa: alla destra di An si è aperto uno spazio e qualcuno si prepara ad occuparlo. Per il momento dentro An i più "indiziati" stanno a guardare, ma fuori dal partito i tre movimenti finora divisi da un'ostilità quasi fisica si preparano a riavvicinarsi. Due giorni fa, sull'onda delle dichiarazioni fatte da Fini in Israele i capi di Forza Nuova, del Fronte nazionale e della Fiamma hanno organizzato in fretta e furia una conferenza stampa per mostrarsi finalmente uniti, anche se è lo stesso Fiore a riconoscere che quell'incontro per la stampa "non era stato preceduto da incontri politici, ma soltanto da alcuni contatti telefonici la sera prima". E ieri è tornato a farsi vivo il vecchio Pino Rauti, messo un po' in disparte della Fiamma: "Il gesto di Alessandra Mussolini avrà ampio seguito nel suo partito. i vertici resteranno ai loro posti di potere, perché appunto di potere". "
Le pulizie di primavera si avvicinano sempre più........ma intanto deve passare la nottata.............anzi l'inverno.............
Saluti liberali