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  1. #1
    SENATORE di POL
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    Predefinito Fascisti (in prevalenza nazistoidi) e post-fascisti pentiti d'esser post..........

    dal quotidiano di Torino..

    "
    La Stampa del 28/11/2003


    --------------------------------------------------------------------------------
    Si prepara la «Cosa nera» per intercettare i dissensi

    Al momento nessuna scissione al vertice di Alleanza nazionale, solo movimenti delle «estreme destre» che si muovono vers
    Fabio Martini
    --------------------------------------------------------------------------------

    Per tutta la vita si sono detestati, divisi tra chi è stato in galera, chi ne è uscito e chi è sospettato di aver "parlato", ma in queste ore i capi dell'estrema destra si sono improvvisamente riavvicinati e cominciano ad assaporare un'idea inimmaginabile fino a 48 ore fa: presentare una lista unica dei movimenti neofascisti alle Europee, puntando ad assorbire l'elettorato più tradizionalista di An. Obiettivo non dichiarato, il 3 per cento. "Siamo pronti ad una riconciliazione di tutto il nostro mondo", dice Roberto Fiore, capo di Forza Nuova. "Sì, si è aperto uno spazio politico nuovo", sostiene Claudio Pescatore, direttore del rautiano Linea. Certo, tante volte la Fiamma Tricolore, il Fronte Nazionale e Forza Nuova hanno immaginato, senza riuscirci, di mettere assieme una Cosa nera, ma stavolta la crisi d'identità che si è aperta nella base più nostalgica di Alleanza nazionale, almeno a prima vista appare più profonda di quella che seguì lo storico congresso di Fiuggi.
    Per quanto "ripulito" il sito di An è da tre giorni bombardato di messaggi, alcuni favorevoli e altri molti critici ("Per favore, ditemi chi siamo!", "Giolitti e Einaudi? E Céline è ancora pronunciabile?", "questa è un'operazione chirurgica che ci cambia sesso!"), mentre i quattro centralinisti del Secolo d'Italia, Armando, Egle, Lele e Lorenzo, fronteggiano una raffica di telefonate da parte dei militanti. Le parole che meglio esprimono questo disagio di una parte della base le dice Carmelo Briguglio, vice-coordinatore di An: "La stessa ragione sociale e l'area di consensi di riferimento del partito in questo momento sono a rischio". La scossa è stata forte, Fini l'aveva messa nel conto, ma semmai la sorpresa è un'altra: la base è agitata, ma al vertice nessuno dei colonnelli, per il momento, sta organizzando una scissione. Certo, Mirko Tremaglia, volontario di Salò a 16 anni, dice di "capire l'amarezza di Alessandra", ma al tempo stesso annuncia: "Io mica me ne vado". Certo Teodoro Buontempo dice di "soffrire come Alessandra", ma al tempo stesso sostiene di "voler difendere la storia del movimento sociale" e di non "voler lasciare An", "anche perché non ci sono le condizioni per una nuova formazione politica di una destra sociale e non liberista". Ma è Buontempo a far capire perché stavolta lo squarcio emotivo è più profondo di quello inferto a Fiuggi: "Io non provengo da una famiglia ex fascista, a differenza di quasi tutti i leader di An. Loro, dopo aver preso tanti voti dal nostro mondo, avrebbero il dovere di tutelare i loro padri ed è grave che si voglia far carriera, sradicando una destra sociale". E' qui è il punto: non è stato il viaggio in Israele, ma le parole su Salò e su Mussolini ad aver choccato la base più nostalgica. E Francesco Storace? Dopo la clamorosa decisione di Alessandra Mussolini, nel partito e fuori dal partito, tutti guardano a lui, l'unico colonnello che in questi ultimi due anni abbia avuto l'ardire di dissentire da Fini. Ieri Storace si è limitato ad esprimere "sconcerto per la minimizzazione del grave gesto di Alessandra Mussolini". Ma chi lo conosce assicura che Storace "non ha alcuna intenzione di uscire da An, ma si prepara ad organizzare una solida opposizione interna, poi si vedrà". E il governatore del Lazio, in serata, ha detto: "Mai parlato di scissioni, non sono io che devo andarmene". Dunque il quadro è chiaro: Storace, Tremaglia, Buontempo si preparano a contestare ma senza per questo organizzare una scissione. Sinora l'unico parlamentare che abbia plaudito ala Mussolini è Marco Cellai: "Avverto il pericolo concreto di una diaspora e di un allontanamento dal partito di quadri dirigenti, soprattutto periferici e di semplici militanti, unito allo sconcerto di larga parte dell'opinione pubblica di destra".
    Perché una cosa è certa: alla destra di An si è aperto uno spazio e qualcuno si prepara ad occuparlo. Per il momento dentro An i più "indiziati" stanno a guardare, ma fuori dal partito i tre movimenti finora divisi da un'ostilità quasi fisica si preparano a riavvicinarsi. Due giorni fa, sull'onda delle dichiarazioni fatte da Fini in Israele i capi di Forza Nuova, del Fronte nazionale e della Fiamma hanno organizzato in fretta e furia una conferenza stampa per mostrarsi finalmente uniti, anche se è lo stesso Fiore a riconoscere che quell'incontro per la stampa "non era stato preceduto da incontri politici, ma soltanto da alcuni contatti telefonici la sera prima". E ieri è tornato a farsi vivo il vecchio Pino Rauti, messo un po' in disparte della Fiamma: "Il gesto di Alessandra Mussolini avrà ampio seguito nel suo partito. i vertici resteranno ai loro posti di potere, perché appunto di potere".
    "

    Le pulizie di primavera si avvicinano sempre più........ma intanto deve passare la nottata.............anzi l'inverno.............

    Saluti liberali

  2. #2
    SENATORE di POL
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    ancora dal quotidiano torinese........... profezia di chi (si dice) trasformò l'intelligente Giorgio Almirante da un saloino della "sinistra socializzatrice" del Movimento Neo-Fascista in un integerrimo politico in doppiopetto, quasi aristoricratico, naturale erede del "moderato" e "atlantista" Michelini....

    " La Stampa del 28/11/2003


    --------------------------------------------------------------------------------
    Parla la vedova di Giorgio Almirante: «ha reagito con molta dignità, la apprezzo»

    «Brava Alessandra, il vero problema ora è Fini»
    Donna Assunta: se continua così, può perdere la guida del partito e i voti
    Antonello Rampino
    --------------------------------------------------------------------------------

    ALESSANDRA? Ha fatto bene, benissimo a lasciare il partito. Se n'è andata perché ha coraggio, non me lo faccia dire in maniera ancor più forte, via, mi ha capito benissimo. L'hanno sempre caricata di insulti, e ha reagito con dignità. Fini, piuttosto: è lui il problema, dopo quella frase su Mussolini. E' bene che sappia che le porte del nostro partito sono aperte. Sa com'è, morto un papa se ne fa un altro". E' un fiume in piena donna Assunta Almirante, indomita custode dell'identità di destra, dal Msi al quale suo marito Giorgio impose il doppiopetto, fino ad An, e all'ingresso del partito nel governo.
    Addirittura, donna Assunta, lei dice che Fini, piuttosto che la Mussolini, avrebbe dovuto la sciare il partito?
    "Certo. Alessandra ha fatto benissimo a reagire. Adesso Fini forse si renderà conto di quel che ha fatto. Ha dimenticato quello che gli diceva, sempre, mio marito: "Bisogna non rinnegare, ma non restaurare". Che bisogno c'era di pronunciare a Gerusalemme quella frase su Mussolini? Perché ha insultato i morti della Repubblica sociale? Cosa vuol fare lui, che non è uno storico ma un politico? Riscrivere la storia? A che gli serve dare quest'impressione di voler saltare la realtà dei fatti? Non si rende conto che dà un impressione di finzione, e diventa non più credibile? Se a lui non va questa situazione, le porte sono aperte. In An c'è tanta gente che può prendere in mano le sorti del partito e dirigerlo".
    Per esempio chi?
    "Nomi non ne posso fare, sennò se la legano tutti al dito. Ma guardi cosa ha fatto Fini: ha nominato La Russa coordinatore del partito. Evidentemente, La Russa è in grado".
    Donna Assunta, lei ha parlato con Alessandra Mussolini?
    "No. Non ci siamo sentite. Né prima, né durante né dopo. Alessandra non è persona da chiedere consigli. E poi, che bisogno ce n'era? Qui siamo tutti indignati. Tutti. Io ho ricevuto e conti nuo a ricevere lettere e messaggi di nostri arrabbiati, che vogliono rompere i rapporti. Rimandano indietro le tessere. Guardi qua: mi è arrivata oggi da Trapani una lettera, oda nostra fedeltà alla memoria di Giorgio Almirante non ci consente di restare un minuto di più in questo partito il cui presidente continua ormai da quasi dieci anni a smontare pezzo per pezzo l'identità e l'eredità missina". La gente è sazia, stufa. Lui pensa che loro siano sempre fedeli, devoti e ubbidienti. E' convinto di essere arrivato al massimo. Non è così".
    Una scissione?
    "Alessandra la conosco bene, non farà una scissione. Conosco anche il partito: la scissione ci sarà. Alla base: non li voteranno più. Cercheranno altrove. E cercheranno la Fiamma".
    La Fiamma che sta ancora nel simbolo di An, che è la riproduzione della tomba di Mussolini di Predappio, e che lei stessa ha
    detto di voler "rilevare" fondando un nuovo partito?
    "Ma guardi che questa cosa della tomba di Mussolini è una balla! Lei l'ha mai vista? La fiamma di Predappio fu un'idea di mio marito, per significare l'unione perpetua con gli ideali. Ma Giorgio ripeteva sempre che il fascismo era finito con la morte di Mussolini, "tutto il resto sono scimmiotterie". E comunque, quelli che si opponevano a che An togliesse la fiamma dal simbolo, oggi vogliono che sia tolta. Per ricostituirsi altrove in un partito in cui sia possibile credere. In cui nessun politico pensa di poter riscrivere la storia".
    Le chiedo ancora: lo farà Alessandra Mussolini?
    "Le ripeto: non credo. Alessandra è sazia di questi insulti permanenti. Una goccia cinese, uno stillicidio. La famiglia Mussolini è stata perseguitata in modo tragico, e ha avuto dignità e fierezza, senza mai chiedere nulla a nessuno. Tra loro e i Savoia, capiamoci, c'è un oceano. Alessandra non ha mai avuto dal partito né una lode, né un pensiero affettuoso. Adesso va al gruppo misto, non rinuncia a niente".
    Cosa le consiglia?
    "Lei continuerà ad essere deputato e a fare le sue battaglie. Ha molte porte aperte. Chi le può negare di entrare in Forza Italia? E se chiede a Casini, che nutre per lei stima, crede che non l'accetterebbe? Alessandra è troppo intelligente per avere perplessità. Si vedrà quando le sarà passata la rabbia. Io, avessi avuto Fini tra le mani avant'ieri... Non mi faccia dire, l'avrei strozzato ecco. Si può capire che Alessandra, con coraggio e dignità, cambi partito".
    "


    Saluti liberali

  3. #3
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    da www.ilfoglio.it

    " Effetto Mussolini
    Fini rinnega il Nonno e la Nipote si ribella, sostenuta da una furente Imperatrice Madre
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    Roma. Con preciso tempismo politico, proprio nel giorno in cui la Nipotissima abbandona il partito, An propone un emendamento alla finanziaria per istituire un benemerito “Fondo Nonni”. Che poi, precisamente attorno a un Nonno, quel Nonno, con annessi e connessi, eredità tanto lodate prima tanto svalutate poi, che An fibrilla e saltella. All’ora di pranzo, donna Assunta Almirante si riversa sul Foglio come un fiume in piena. “Incavolata, anzi indiavolata”. Di più, “nera di rabbia”, che pure politicamente è molto ben detto. “Alessandra ha fatto benissimo, l’ammiro per il suo coraggio. Questi altri hanno solo la paura di perdere le poltrone”. E’ stata zitta per giorni, quella che alcuni nel partito ancora chiamano Imperatrice Madre. Anzi, lei racconta che era pure felice del viaggio di Fini in Israele. “Realizzava finalmente il suo sogno. Mi hanno intervistato e gli ho augurato buon viaggio. E invece se ne esce con quelle cose, fa quei discorsi contro la repubblica sociale. Ma come: vai a trovare, giustamente, i morti, a riverire i martiri, e parli male dei morti tuoi, li insulti?”. Parla, donna Assunta, si sfoga, e neanche fa più il nome di Fini. Dice: lui. E ogni volta qualcosa aggiunge. “Non può giudicare, lui. Ma come si permette di insultare? Ma lui chi è?”. Dice pure: “Non siamo più disponibili a votare un uomo che non ci appartiene”. “Lui parla della svolta di Fiuggi, predica tanto, dieci anni di An. Ma quali dieci anni di An? E’ davvero convinto, lui, di aver cambiato le coscienze dei missini? Ma non le dica, queste fesserie! I missini sono rimasti quelli di ieri, le nostre coscienze non le ha toccate. Lui non lo sa, perché ormai fa un comizio l’anno, sta chiuso in ufficio. La base parla lo stesso linguaggio di ieri”. Si domanda, donna Assunta: “Oggi An cosa rappresenta?”. Si risponde: “Nulla, non rappresenta nulla”. Sospira: “Ho lavorato con intensità e affetto per l’elezione a segretario del partito dell’onorevole Fini, ora non ha idea di quanto possa essere dispiaciuta e mortificata”. E soprattutto rivuole la fiamma, donna Assunta, “e rifaccio il Msi, siamo in grado di presentarci già alle europee, c’è tanta gente con noi”. Ché “questi non hanno capito una cosa: il coltello dalla parte del manico ce l’abbiamo noi, gli elettori: non li votiamo e se ne vanno a casa. Faremo la nostra crociata. Tutti quelli non hanno coraggio, se si escludono Tremaglia e Trantino”. E adesso vuole andare, donna Assunta, in “ogni condominio, in ogni quartiere, in ogni piazza”, ognuno si faccia attivista, “diremo agli elettori di non votare An”. La fiamma, la fiamma, ancora la fiamma: “la gente mi dice: donna Assu’, non vorrei vota’, poi vediamo la fiamma, pensiamo che ce l’ha messa lui”, e qui lui è Giorgio Almirante, non il suo erede oggi ripudiato. “Ridatemi la fiamma per rifare il Msi” L’hanno difesa pure Alemanno e La Russa, la fiamma, in questi giorni. “Quelli la fiamma non sono degni di tenerla – replica donna Assunta – la devono togliere. Devono concederla a noi missini, la fiamma, loro la usano solo come specchietto per le allodole. Siamo pronti a riorganizzarci, a rifare il Msi. La fiamma ce la riprendiamo noi, la bandierina celeste se la tengano loro”. E vuole pure altro, donna Assunta, nel giorno della sua rabbia. “Devono essere onesti, devono lasciare tutto, anche le sedi che appartenevano al Msi, e che fece comprare Almirante. E non i soldi suoi, che è morto e aveva quattro milioni sul conto corrente”. Dice pure, donna Assunta, che gli hanno già riconsegnato, i militanti, nei giorni scorsi quindicimila tessere, “e proprio oggi ne è arrivato un altro pacco dalla Sicilia”. Donna Assunta dice di sentirsi ferita, e di sentirsi orgogliosa di Alessandra Mussolini che ha sbattuto la porta. “Lui poteva rendere omaggio, e lo rendiamo anche noi, alle vittime dell’Olocausto. Pure io e Giorgio abbiamo sempre detestato i nazisti. Ma non doveva insultare, mica abbiamo aspettato lui per non essere antisemiti”. E fino al gesto della Mussolini, nessun parlamentare nel partito aveva alzato la voce, nonostante i militanti tempestassero di telefonate il centralino del Secolo. “Sono attaccati alle poltrone, legati a chi sta a capo di tutto e decide. Il partito non c’è più, i circoli sono chiusi, stanno solo sulla carta. La gente li vota solo perché vede la fiamma. Cosa hanno ottenuto da quando sono al governo? Lì l’unico che lavora è Berlusconi”. Forse Fini vuole sostituirlo… “Forse Fini, così va a casa pure lui”. Il vertice comunica di aver dedicato “un minuto” alla Mussolini, ma Storace sbotta, Tremaglia gronda amarezza, persino Servello (autore del libro “Caro Fini”) chiede riflessione. E Teodoro Buontempo: “Qui l’unico nostalgico è il presidente del mio partito: ci vuole ricacciare indietro di sessant’anni”.
    "

    Cordiali saluti

  4. #4
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    da www.ilnuovo.it

    " An, Storace sfida il partito


    Dopo lo strappo del vicepremier, il governatore "Fini perde consensi per la presidenza del consiglio". Meeting in vista. "Nascerà un nuovo soggetto, ma non sarà scissione".


    ROMA - Negli ultimi tempi si era dovuto accontentare di restare un po' in sordina. Per scelta si era "rintanato" nella sua poltrona di governatore del Lazio dopo essersi dimesso dall'esecutivo di An. Ma mai una volta Francesco Storace aveva rinunciato a manifestare apertamente il suo dissenso verso la svolta che Gianfranco Fini sta imprimendo al partito. Lo aveva fatto sulla questione del voto agli immigrati. E' tornato a farlo dopo che le dichiarazioni rilasciate dal vicepremier a Israele hanno creato un tale subbuglio nel partito e spinto alle dimissioni Alessandra Mussolini (che ora ingrosserà le fila del gruppo misto della Camera).

    E nella turbolenta giornata di ieri qualcosa è cambiato anche per "Ciccio" Storace. Ora un po' tutti attendono la prossima mossa del colonello che con il ministro Alemanno guida la corrente della Destra Sociale. E il prossimo passo ha già una data: 3 dicembre. L'appuntamento è all'hotel Hilton di Roma e il titolo dell'incontro è tutto un programma "Voglia di destra, voglia di politica". Un happening programmato da tempo dagli storaciani di ferro che però adesso assume un significato più ampio.

    Cosa succederà? Il presidente del Lazio lo ha detto più o meno chiaramente ieri sera durante un incontro a Ferentino, in provincia di Frosinone. "Mercoledì partirà un nuovo soggetto politico". Una "forza" non meglio definita che però, allerta Storace, non deve essere interpretata come una scissione. Detto un po' più chiaramente: "Abbiamo cominciato a ragionare - spiega il governatore - su una lista civica legata al mio nome per le prossime regionali e si è detto che era il preludio di una scissione. Ma affermare ciò vuol dire essere fragili, mentre qui c'è voglia di far vincere il centrodestra".

    Insomma, Storace memore anche della recente e bruciante sconfitta alle provinciali di Roma, mira a crearsi uno strapuntino in un regno, quello dell'hinterland capitolino, che storicamente rappresenta una ampia fetta di consensi per la corrente più tradizionalista di Alleanza Nazionale.

    Il messaggio del governatore che non ha sentito il suo leader ("Ho avuto il telefono molto occupato", dice) è chiaro. Così come sono chiare le parole che manda all'indirizzo di Fini reo di essersi allontanato "dal partito e dalle nostre idee" per inseguire la presidenza del consiglio. "La sua è una posizione che ci saremmo potuti aspettare dai nostri avversari - rilancia ancora oggi Storace - ma che assunta dal nostro capo si dimostra alquanto curiosa. Così come è curioso averla appresa dai giornali, mentre proprio per la sua importanza fondamentale per il nostro partito, avrebbe meritato una discussione tra tutti gli iscritti".

    Il governatore dunque chiama a raccolta la base che non si è identificata nelle svolte recenti. Come infatti tuonava ieri sera davanti a circa 2mila persone: "Possiamo e dobbiamo parlare, questo è il momento. Crediamo nella democrazia e non ce lo deve insegnare nessun viaggio". Infine una frase che suona già come uno slogan: "La fiamma non si tocca perché ci si brucia".

    La polemica intorno alle prese di posizione di Fini, sale comunque. E lo sconfessa che donna Assunta che ne aveva difeso molti passi. Il delfino del suo defunto marito, Giorgio Almirante, oggi non ha più lo stesso posto nel suo cuore: "Beh, devo ammettere che a Gianfranco Fini voglio molto meno bene di prima". Così Assunta Almirante, vedova del fondatore del Msi. "Vorrei - dice - sapere da Gianfranco Fini da quale casa esca e come si chiami suo padre, se Almirante o Mussolini. Dica chiaramente che lascia dalla casa del Msi, ma lasci anche la fiamma. Prima di partire per Israele Gianfranco doveva riunirci tutti. La verità è che Fiuggi è stata uno scempio. Lì Fini ha fatto credere di aver fondato un nuovo partito; ma il partito nuovo lo aveva creato Almirante con la Costituente di Destra, quando nel Msi è entrato pure il comunista Plebe. Fini ha tolto 'Destra Nazionale' e ha fatto 'Alleanza Nazionale'. Ma cambiare una parola non ha cambiato quello che era stato già fatto"

    (28 NOVEMBRE 2003; ORE 090; ultimo aggiornamento ore 165
    "

    Cordiali saluti

  5. #5
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    dalla rete....nazistoide....

    " FUORI DALLE SCATOLE..!!




    Per quanto ci riguarda, Fini Iscariota ce lo siamo tolto dalle scatole sin da prima del congresso di Fiuggi, quando capimmo ( noi Fascisti siamo intelligenti..) che le sue affermazioni elogiative di Gramsci erano il preludio della strada che il Giuda ha poi percorso e che lo ha portato a Gerusalemme, tra le braccia del razzista assassino Ariel Sharon.
    Ora, dopo le affermazioni :”.. Il Fascismo fu il male assoluto… le leggi razziali furono la più grande delle infamie… anche la R.S.I. fu una pagine vergognosa.. sbagliai quando definii Mussolini il più grande statista del ‘900..” ce lo siamo tolti ufficialmente, formalmente e per sempre dalla scatole e nessuna scusante sarà più valida per i rincoglioniti nostalgici che continueranno a proclamarsi eredi del Fascismo ed a votare Alleanza Nazionale.
    Non parliamo dei Gasparri, dei Tremaglia ( I suoi ex camerati caduti lo maledicono..!!), o dei La Russa che sono dei professionisti del meretricio politico, ma dei tanti poveretti che si illusero che il defilarsi di Fini fosse tattica e non strategia.
    Quanto a Fini Iscariota, come già detto, siamo contenti di essercelo tolto dai c……. e di poter constatare che ormai A.N. è diventato il partito dei Sionisti Italiani (M.S.I. = Movimento Sionista Italiano ?) ; è come essersi tolto un tumore..
    Un solo rimpianto: che la sua carriera politica sia stata costruita arrampicandosi sui tanti camerati perseguitati, bastonati ed uccisi per un ideale che egli ha barattato per un piatto degli avanzi dei padroni del denaro.
    Che Dio o il fato facciano si che quel sangue gli si ritorca contro in mille maledizioni che lo distruggano fisicamente e politicamente..!!
    Alessandro Mezzano
    Tenerife 25-11-03
    "


    Cordiali saluti

  6. #6
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    sempre dalla rete...........dell'ultra-destra.............

    " Cari amici,
    a spulciare la stampa si trovano spunti molto interessanti. Io ho scoperto questa fotografia che è molto illuminante ("Corriere della Sera" del 27 novembre 2003, pagina 10).

    Si vede Fini, impettito, che ripete il copione. E, dietro le sue spalle, due Ebrei che, perfidamente, ridono e commentano le sparate di Fini, israelita di complemento.

    Se Fini non fosse un individuo semi intelligente e digiuno di cultura, avrebbe già di suo conosciuto l'ammonimento del sommo poeta:
    "Uomini siate e non pecore matte
    sicché il giudeo, tra voi, di voi non rida".

    Purtroppo Fini è quel tale pover'uomo che, per fare carriera politica, è andato in Israele per essere sdoganato. Aiutiamolo, anche noi, nella bisogna. Raccolta straordinaria: uno sputo per Fini e per Alleanza Nazionale.

    Cordiali saluti.
    Antonino Amato
    "

    Shalom!!!

  7. #7
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    da un'associazione combattentistica fascio-repubblicana....

    " COMUNICATO STAMPA
    >
    >
    > L'UNIONE NAZIONALE COMBATTENTI DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA, a norma
    di Statuto
    > è "apartitica ed indipendente da qualunque formazione politica", ma non
    può restare
    > indifferente di fronte alle gravi dichiarazioni del "leader" di Alleanza
    Nazionale",
    > che suonano offesa al sacrificio dei "Soldati dell'Onore" ed ai loro
    gloriosi Caduti.
    > Ogni adesione e qualsiasi appoggio a quel partito, che in modo vergognoso
    ha
    > calpestato le sue radici storiche e morali, sono pertanto incompatibili
    con
    > l'appartenenza all'Unione dei Combattenti della RSI" ed al Movimento di
    "Continuità
    > Ideale" che ne condivide i valori e gli ideali, e che da oggi non più si
    riconoscono
    > in chi li ha vergognosamente traditi
    >
    > Umberto Scaroni
    > V.Presidente nazionale UNC RSI
    "
    >
    >
    >
    >

    Cordiali saluti

  8. #8
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    Predefinito Tra i due "scindenti"...

    ...il terzo gode.

    La Lega già rastrella i voti neri
    Un tempo antifascista, il Carroccio prova a imbarcare l’ala più estremista di An, delusa da Fini

    Vittorio Locatelli
    ROMA L'anima nera della Lega è venuta a galla prepotentemente dopo il viaggio in Israele del leader di An Gianfranco Fini. I malumori creati dalle parole del leader di An dentro il suo partito hanno fatto venire l'acquolina in bocca agli uomini di Bossi, che pensano di mettere a frutto l'alta considerazione che hanno negli ambienti dell'estrema destra, grazie alle posizioni xenofobe espresse in più di un'occasione, per raccattare voti. Già con la proposta sul voto agli immigrati Fini si era guadagnato insulti a non finire dal Carroccio (sempre con un occhio ai voti), adesso poi. E a dare la stura alla gola fascisteggiante del Carroccio è arrivata
    anche, nei giorni scorsi, la condanna definitiva a 10 mesi e 20 giorni per il consigliere leghista alla Regione Lombardia, Stefano Galli, reo di aver vilipeso la bandiera Tricolore. Bossi ne ha parlato come di «un eroe della secessione e del federalismo », rincarando poi la dose: «Era meglio l'abbietto fascismo, con il suo olio di ricino. Faceva meno danni lui di uno Stato che fa condannare ad un anno di carcere un uomo per una stupidaggine che non si è voluta capire». Ma questo è niente.
    Mentre il ministro leghista della Giustizia, Roberto Castelli, spalleggiato dal suo capo, osteggia in ogni modo l'approvazione delle norme europee contro il razzismo, un senatore del Carroccio, Piergiorgio Stiffoni, si è permesso di dire: «Gli immigrati? Peccato che il forno crematorio del cimitero di santa Bona non sia ancora pronto». E ancora: «l'immigrato non è mio fratello, ha un colore della pelle diverso».
    All'assalto dei voti di estrema destra la Lega ha scatenato il suo quotidiano. La Padania, che nei giorni precedenti aveva censurato il viaggio di Fini in Israele, mercoledì sbatteva in prima pagina un'intervista ad Assunta Almirante, naturalmente molto critica nei confronti del presidente di An («è un ingrato »), e un articolo di Pasquale Squitieri in cui il regista sostiene che Fini, ripudiando il fascismo, ha stretto la mano ad ebrei fascisti.
    Il tutto corredato da tre pagine di articoli in difesa della «memoria» e della repubblica di Salò. Non contenta la Padania di ieri apriva la prima pagina, in ossequio a Bossi, con un cubitale «Meglio l'olio di ricino», sotto il quale troneggia la foto della vedova Almirante e l'annuncio della «Rivolta anti-Fini», con migliaia di tessere restituite a donna Assunta. La captatio benevolentiae nei confronti degli elettori di An, oltre a varie interviste ai dissidenti, è corredata da un articolo in difesa dell'ex sindaco di Messina,
    Giuseppe Buzzanca (An), decaduto per peculato. Che la Lega veleggi sempre più a destra, non è comunque un fatto recente. Bisogna dimenticare il Bossi di qualche anno fa che in un comizio minacciava di «andare a prendere i fascisti casa per casa». O il Bossi che, quando cacciò dal Carroccio il segretario della Liga Veneta, Comencini, si vantava di aver fatto fuori «uno che veniva da Ordine Nuovo».
    Quello che fa testo, nella storia del Carroccio, sono le eroiche imprese di Borghezio (anche lui viene da Ordine Nuovo, tra l'altro), che saliva sul treno Torino-Milano per «disinfettare» i sedili «sporcati» dalle prostitute di colore e, non contento, spalleggiato da un gruppetto di coraggiosi leghisti, si faceva riprendere tronfio dalle telecamere di Telepadania, mentre con littorio sprezzo del pericolo spruzzava il disinfettante anche addosso ad un'impaurita ragazza africana.
    O lo stesso Borghezio che decideva piamente di riscaldare il giaciglio di qualche povero extracomunitario extracomunitario sotto un ponte sul Po, dandogli fuoco. O la manifestazione leghista a Lodi, contro il progetto di moschea quando, con gran classe, venne
    cosparso il terreno su cui doveva sorgere il luogo di culto con urina di maiale. Perché questo è ormai ciò che è rimasto dell'anima della Lega. E così può capitare di sentire nei corridoi di via Bellerio un militante «duro e puro» inveire come un ossesso contro un marocchino che aveva osato offrirgli soccorso quando era uscito fuori strada con l'automobile: «Ma come si permette un marocchino di offrire aiuto a me?».
    Oltre a questo non si contano ormai più i convegni, le manifestazioni, i dibattiti, che i giovani leghisti da anni organizzano assieme alle frange più estreme del neofascismo, da Forza Nuova al Fronte Nazionale al Movimento sociale-Fiamma Tricolore.
    Certo dovranno farne di strada i leghisti per sperare che i voti dei dissidenti di An finiscano al Carroccio invece che alle formazioni appena citate.Ma le premesse sono buone, e poi i ragazzi studiano, si applicano.
    Non è raro, alle feste leghiste, trovare gadgets fascisti o nazisti, per non parlare dei libri (sono ospitati anche quelli della casa editrice di Franco Freda), con un fiorire di autori che da sempre hanno ispirato le ideologie della destra più estrema.
    Intanto il Movimento dei giovani padani ha dato vita al Gos, Gruppo operazioni sicurezza. Il manifesto di reclutamento dice così: «Giovane Padano, Giovane Padana! Se hai la giusta armonia fra corpo e spirito, se pensi che vegliare, aiutare e proteggere i tuoi fratelli sia un dovere morale prima che un fardello, allora sei la persona che cerchiamo! Entra nel gruppo operazioni sicurezza, diventa parte attiva dei nostri cortei, delle nostre manifestazioni e delle nostre feste per servire e difendere il nobile ideale della Patria Padana! ».
    Per il 14 dicembre, a Milano, la Lega ha indetto una manifestazione dei «patrioti padani per la libertà e il federalismo», con comizio di Bossi. Nel frattempo è partita la campagna contro la Corte di Cassazione (rea di aver condannato Galli) e contro «la maggioranza etnica del centro sud che vuole garantirsi l'egemonia sulla minoranza etnica padana ».
    E vai con la difesa della razza.


    I "coesi"

  9. #9
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    Dice che la fiamma (che hanno sempre detto "rappresenta quella che arde sulla tomba del duce") se la tiene stretta AN. Lasciategli almeno quella a tutti i fascisti-antifascisti che popolano questo misterioso partito.

    Sembra che qualcuno abbia detto a Fini 'potevi almeno convocare il partito prima di prendere queste decisioni' e che Fini abbia risposto 'Troppo democratico. Non siamo ancora a questo punto'....

  10. #10
    brescianofobo
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    Uheila, in pratica stiamo improvvisamente scoprendo che tra i "moderati di destra", oltre agli estremisti della lega e agli estremisti Fininvest che ormai conosciamo tutti bene, si annidavano pure milioni di nostalgici del duce che sono stati ora costretti ad uscire allo scoperto.

    La famosa destrina massimalista italica che tanto piace al nostro Pieffebi.

    Ciò che accade è cosa buona e giusta, è bene fare chiarezza una volta per tutte, e dimostrare come senza gli estremisti la CDL "moderata" si riduca ad una esigua minoranza di italiani che non avrà mai i numeri per governare, tenendo conto inoltre che milioni di veri moderati sono già passati all'Ulivo (il 7% degli italiani, diceva Mannheimer).

 

 
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