In questi giorni si è fatto un gran parlare, oltre che del lodo Alfano e della sentenza della Corte Costituzionale che ne ha giustamente sancito la incostituzionalità, della proposta di legge presentata dall’On. Rivolta della Lega Nord di punire penalmente le donne di religione islamica che si coprono il volto. I principali media hanno presentato la cosa come una “provocazione della Lega”, ma in realtà i disegni di legge in merito sono ben tre, due facenti capo alla maggioranza (proposta dell’On. Sbai del PDL, oltre a quella di Rivolta) e uno alla c.d. opposizione (On. Baio del PD).
I tre progetti differiscono solo per l’entità della pena prevista: da uno a due anni di arresto e da 1000 a 2000 euro di ammenda per le proposte della maggioranza, da tre a sei mesi di arresto e da 300 a 600 euro di ammenda per quella della c.d. opposizione.
I due schieramenti concordano sulla linea di fondo: “Porti il velo? In galera!”
A seguire il punto di vista dell’Associazione Donne Musulmane d’Italia *

COMUNICATO STAMPA

PROPOSTA DI LEGGE RAZZISTA E DISCRIMINATORIA

Il direttivo nazionale dell’Associazione Donne Musulmane d’Italia, tutta l’ADMI e le donne musulmane, visto il Progetto di legge: 2422 ** “Modifica all’articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto di indossare gli indumenti denominati burqa e niqab” esprimono la propria profonda disapprovazione dello stesso per i seguenti motivi:
La dicitura all’art 5. “ E’ altresì vietato, al fine di cui al primo periodo, l’utilizzo degli indumenti femminili in uso presso le donne di religione islamica denominati burqa e niqab.” è ritenuta anticostituzionale e fortemente discriminatoria in quanto è un divieto specifico fatto ad una determinata religione, mentre leggiamo nella Costituzione Italiana, in cui noi ci riconosciamo e che rispettiamo al 1° comma dell’Art. 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” e ancora il 1° comma dell’Art. 8 “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.”
E’ un progetto di legge questo espressamente discriminatorio e razzista nei confronti non solo delle donne musulmane ma di tutta la Comunità Islamica.
L’Italia è un paese democratico in cui sono garantiti i diritti umani, in cui la libertà individuale è garantita: costringere gli appartenenti ad una certa religione a non vestirsi in un certo modo o a vestirsi in un determinato modo è lesivo dei diritti umani.
Se il testo dovesse essere approvato causerà un vero ostacolo all’integrazione perchè le donne che coprono il viso per scelta personale e religiosa saranno costrette a rimanere in casa, quando basterebbe invece che, in caso di necessità alzino il velo dal viso per farsi riconoscere.
Siamo donne, siamo italiane e siamo musulmane, amiamo la nostra religione e amiamo il nostro Paese Italia, rispettiamo la Costituzione che ci protegge e ci garantisce di condurre una vita religiosa e sociale nel migliore dei modi. La buona cittadinanza non si impone togliendo i diritti alle persone, ma assicurando loro ciò che non va contro il buon senso, oltre che la Costituzione e i diritti umani.

* Fonte: Islam-online Rivista islamica
** Progetto On. Sbai - PDLI

Veli e galere