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  1. #421
    brescianofobo
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    Altri insulti, solo insulti e attacchi personali, e poi sono io il provocatore, l'unica persona educata qua dentro, buona questa.

    Amici, se avete 10 minuti, un consiglio: rileggete il presente thread daccapo, solo provocazioni ed insulti al Presidente Prodi, e a me per transfert.

    Proprio non lo sopporate, di pancia.

    VIVA L'ITALIA, VIVA P.R.O.D.I.

  2. #422
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    Predefinito rimpiango pajetta

    che finchè poteva discutere discuteva. Poi, oltre un certo punto, però, sparava.

  3. #423
    brescianofobo
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    Amici, continuate pure ad agitarvi e a sparare le vostre ossessioni quando sentite nominare il nome di Prodi, noi ci si diverte tutti un mondo ad osservare lo spettacolino della mosca nel bicchiere.

  4. #424
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    Predefinito rilassati Brunik

    quando vedo Prodi, mi sento in una botte di ferro. E' solo Mourinho che mi preoccupa veramente!!!

  5. #425
    brescianofobo
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    Adesso che si è sfogato dice di sentirsi in una botte di ferro quando vede Prodi, minchia, che self-control l'amico banana, un vero giocatore di poker, chissà che carte c'ha in mano.

  6. #426
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    Predefinito tratto da L'OPINIONE 27 ottobre 2005

    Lo scenario deludente di questa Unione

    di Francesco Pullia

    (...) C’è una sinistra squadrista, alimentata da pseudo intellettuali in cerca di pubblicità e posticini, che non sa neanche ciò vuole ma che, comunque, riesce ad esprimere quel nulla, in piazza e nei mezzi di comunicazioni, con l’astio (ben differente dalla civile indignazione) di chi anela non a riforme ma a rivincite ferocemente giacobine, giustizialiste, antidemocratiche, di gran lunga più illiberali e liberticide di questa sciatta e conformista destra di governo.

    Questa sinistra in cui si ritrovano il micromeghismo salottiero, la nuova obbedienza no global, l’umana dissipazione nichilista dei centri sociali e il sogno, ma è meglio dire l’incubo, comunista nella sua nuova versione con le tods e la erre arrotata, fa paura, Altrettanto, fa però paura una sinistra che, in mancanza di una linea programmatica all’interno come in politica estera, brancola al buio ma già pensa all’accaparramento delle poltrone senza spendere una parola, una sola parola, sulle idee, i progetti di cui quelle poltrone saranno tramite. Si dica, per piacere, qualcosa. Non è importante se sia proprio di sinistra, ma la si dica, Qualcosa su cui discutere, confrontarci, accapigliarci, trovarsi consenzienti o in disaccordo. La si dica. Francamente, l’intervento sull’esito delle primarie, sbandierato in prima pagina dalla “Repubblica”, a firma di Giuliano Amato e Arturo Parisi, non aggiunge granché. Toni roboanti, trionfalistici. Ci si attendeva di più, un segnale d’innovazione, un’indicazione nella direzione di un cambiamento blairiano.

    Niente, assolutamente niente: “A Romano Prodi, che quattro milioni e trecentomila italiani hanno occorso a caricare della responsabilità grandissima di interpretare il nuovo bisogno di partecipazione e le nuove speranze degli italiani, all’Unione che agli italiani ha sottoposto i principi di un programma comune (…) spetta oggi capire e interpretare quello che domenica i cittadini hanno voluto dire”. I principi di un programma comune!? Quale? E poi, naturalmente, si parla di lista unitaria, ecc. ecc. E occorrevano davvero due autorevoli firme per scrivere un contributo come questo? Gino e Michele, quelli delle “formiche” e delle “cicale”, sicuramente avrebbero scritto considerazioni più originali e sensate. Ma, poi, sondaggi a parte, è tanto sicura questa sinistra di avere in tasca la vittoria? Non si vuole, con questo, strizzare l’occhio all’attuale destra governativa. Tutt’altro. Ci si chiede, tuttavia, di quale colpa sia responsabile l’Italia per meritarsi tanto deludente scenario.

  7. #427
    brescianofobo
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    A proposito di Opinione di Arturo, mi pare che sia sfuggito a Nuvolarossa il commento che Arthur ha fatto all'ultimo sondaggio di Mannheimer, che dà il centrosinistra al 10% di vantaggio. Al proporzionale.

    Leggete bene, il 10% a prima vista sembra tanto, ma non tutto è perduto, e Diaconale ci spiega il perchè: se Mannheimer, oltre a NPSI e Mussolini già solidamente ancorati alla Casa delle Libertà, avesse correttamente inserito pure Repubblicani e LiberalRiformatori nello schieramento pro-Silvio saremmo in sostanziale pareggio.

    http://img361.imageshack.us/img361/9060/a4oe.gif

  8. #428
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    Predefinito Grosse Koalition tedesca - Piccola coalizione italiana


  9. #429
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    Predefinito tratto da L'OPINIONE 29 ottobre 2005

    Per Celentano Prodi è “rock”. Ma le sedute spiritiche sono “lente”

    di Dimitri Buffa

    La cosa più facile in Italia è venire in soccorso del vincitore. Vero o presunto. Uno sport nazionale, una tentazione, cui nemmeno una star televisiva come Adriano Celentano , anchor man rock da 12 milioni di persone a sera con share che superano il 50% nel prime time televisivo, evidentemente riesce a sottrarsi. Giovedì scorso infatti, mentre su Rai uno alle 21 scorrevano le dichiarazioni “sputtananti” per tutti i leader del centro destra, Fini, Bossi e Berlusconi, nel blob personalissimo di dichiarazioni cucite dal “molleggiato” con spezzoni di repertorio messi a disposizione dall’archivio Rai, Prodi veniva gratificato con un mix di dichiarazioni tratte da una conferenza stampa il cui messaggio finale era questo: “io entrai all’Iri quando l’ente aveva 2 mila miliardi di debito e ne sono uscito con un avanzo di gestione di oltre 500 miliardi”.

    Eppure Celentano, se avesse voluto fare una par condicio con il sarcasmo di denuncia, avrebbe avuto materiale a iosa: ad esempio i filmati d’epoca del 4 luglio 1993 quando “vennero sentite le urla di Di Pietro per tutto il Tribunale di Milano” durante il tormentato interrogatorio di Prodi sui fondi neri dell’ Iri.
    Per non parlare del ridicolo di cui si è coperto per tutti questi anni, dal 4 aprile 1978 a oggi, lo stesso Prodi con la storia diventata ormai leggendaria della seduta spiritica in cui venne fatto il nome “Gradoli” come luogo dove le Br potevano tenere nascosto il presidente della democrazia cristiana Aldo Moro. Nel monologo di Celentano su “rock” e lento, così come nei filmati stile blob, queste circostanze, oggettivamente ridicole, non sono state inserite.

    Quando Di Pietro voleva arrestare Romano Prodi

    “Il procuratore della Repubblica di Milano, Francesco Saverio Borrelli, ha definito “assolutamente destituite di ogni fondamento “le voci di un arresto del presidente dell'Iri Romano Prodi che si erano diffuse stamani in Borsa. ''Romano Prodi - ha aggiunto Borrelli - è stato sentito come persona informata dei fatti, non è assolutamente oggetto di indagine e infatti il suo nome non è iscritto nell'elenco degli indagati”. Prodi era stato ascoltato domenica scorsa dai sostituti Antonio Di Pietro e Paolo Ielo nell'ambito dell'inchiesta Mani Pulite.”
    Questa è l’agenzia del 6 luglio 1993 in cui Borrelli sentiva di dovere smentire le illazioni giornalistiche circolate all’indomani della sfuriata di Di Pietro che anche i sordi sentirono a l Tribunale di Milano. Prodi se ne lagnò anche con l’allora capo dello stato Oscar Luigi Scalfaro e i risultati non si fecero attendere: Oscar “non ci sto” infatti a reti unificate deprecò, solo per Prodi, l’uso giustizialista del potere inquisitorio del pm. Che poi era Di Pietro.

    La seduta spiritica in cui venne fuori il nome Gradoli

    Dell’incresciosa storia della seduta spiritica cui partecipò il probabile futuro premier italiano nel 2006 conviene fare parlare la pagina 96 della relazione di maggioranza votata a suo tempo dalla Commissione Stragi di Giovanni Pellegrino, che non ebbe mai il piacere di potere interrogare prodi sul punto finchè era capo di governo dell’era dell’Ulivo e anche dopo la detronizzazione a opera di D’Alema e Bertinotti. “Il nome Gradoli venne di nuovo in evidenza il 6 aprile, ma non come strada urbana di Roma, bensì come paese, allorché vennero controllate, ad opera della Questura di Viterbo, alcune case coloniche nel comune di Gradoli, vicino al lago di Bolsena. L'operazione fu compiuta a seguito di una segnalazione pervenuta alla Direzione generale di PS per il tramite del Gabinetto del Ministro dell'Interno. Il biglietto autografo, trasmesso al Capo della polizia dal dottor Luigi Zanda Loi, capo ufficio stampa del Ministro Cossiga, conteneva due indicazioni: una relativa a “Casa Giovoni - Via Monreale, 11 - scala D int. 1 piano terreno – Milano”; la seconda diceva: “lungo la statale 74, nel piccolo tratto in provincia di Viterbo, in località Gradoli, casa isolata con cantina”. L'appunto è del 5 aprile. Il 6 aprile personale della Questura di Viterbo compiva il sopralluogo, con esito negativo. La segnalazione ebbe origine da una seduta parapsicologica tenutasi il 2 aprile in casa del professor Alberto Clò, nella campagna bolognese. Il professor Romano Prodi che, insieme ad altri docenti ed amici partecipò alla riunione, trasmise l'indicazione al capo dell'ufficio stampa dell'onorevole Zaccagnini, dottor Umberto Cavina. Questi ha dichiarato al giudice istruttore Francesco Amato, innanzitutto “di aver ricevuto da varie fonti svariate notizie circa la prigione dell'onorevole Moro e di averne sempre informato informato il Ministero dell'interno, prescindendo da qualsiasi valutazione sulla loro attendibilità e provenienza.” “Per quanto riguarda la notizia concernente la località Gradoli, il dottor Cavina ha ricordato che gli fu data dal professor Prodi, che andò appositamente da lui e gli precisò, manifestando un certo imbarazzo, che essa era risultata da una seduta spiritica.” Quell’imbarazzo non abbandonò mai più Prodi. E Pannella, facendo facili sarcasmi, gli ha sempre imputato di avere dato “dignità istituzionale all’occultismo”. Nell’aprile del 2004 finalmente Prodi accettò di farsi sentire da una commissione parlamentare che però non era più la Stragi di Giovanni Pellegrino ma la Mitrokhin di Paolo Guzzanti. Che ne ha raccolto l’eredità morale e documentale. Non cambiarono però i risultati: Prodi non parlò di cosa ci sia stato sotto l’espediente narrativo della seduta spiritica. Qualcuno disse che la soffiata veniva da un allievo del fratello, che insegnava a Bologna all’Università, all’epoca covo di autonomi e para brigatisti. Guzzanti il giorno dopo quella sconcertante deposizione parlò in questi termini con Christian Rocca de “Il foglio”, che pubblicò tutto e poi lo ha messo anche sul proprio Blog Camillo: “lo spudorato Prodi”, dice Guzzanti, “non ha avuto il coraggio di pronunciare le parole seduta spiritica, piattino o tazzina”. A tutte le domande di Enzo Fragalà, di An, Prodi ha risposto con una frase standard: “Confermo tutto quello che ho detto all'autorità giudiziaria”.
    “Per Prodi è stata una disfatta”, ricordava Guzzanti, il quale dice di essere stato “umanamente a disagio per i balbettii, i 'non ricordo' e gli incartapecorimenti” dell’allora presidente della Commissione europea.

    Il contratto Sme De Benedetti

    Per anni è stato un cavallo di battaglia dell'ex missino Tommaso Staiti di Cuddia e una spina nel fianco di Romano Prodi. Oggi torna di attualità nel momento che l'ex presidente dell'Iri dei fondi neri trova, anche senza cercarla. la sponda di Celentano per farsi una campagna elettorale a spese del contribuente Rai. Il contratto della discordia tra l'allora presidente dell' Iri Romano Prodi e l'Ingegner Carlo De Benedetti venne siglato alla chetichella in calce a 4 paginette vergate a macchina il 29 aprile 1985.
    Riportiamo qui alcune significative condizioni di tale contratto:
    1) Prodi si impegna a sottoporre entro il 7 5 1985 l'accordo preliminare al cda dell'Iri con il suo parere favorevole;
    2) Il pagamento del prezzo sarebbe dovuto avvenire con le seguenti scadenze:
    150 miliardi entro il 28 6 1985; 75 miliardi entro il 31 3 1986;
    75 miliardi entro il 30 6 1986; 197.159.500.000 lire restanti entro il 31 12 1986.
    In pratica in quei due anni, l'Ingegnere avrebbe potuto accumulare tanto di quel "cash-flow" ( cioè il denaro contante che deriva dai crediti e dalle attività primarie dell'azienda in questione, cioè la Sme, ndr) da poter "pagare agevolmente la Sme con i soldi della Sme".
    Un'altra chicca: il contratto preliminare che per fortuna poi abortì prevedeva pure che entro il 31 5 1985 l'Iri revocasse l'aumento di capitale della Sidalm, società che controllava la Sme, allo scopo di salvare almeno la faccia perchè non venisse pagato per 500 miliardi quello che nel frattempo valeva oltre 1500. Infine, per essere sicuri che nessuno avrebbe messo bocca sull'accordo tra Prodi e De Benedetti, c'era anche una clausola in cui il professore che piace tanto ai progressisti si impegnava entro il 27 5 1985 a consegnare la Sme all'Ingegnere con tanto di cda interno dimissionario. Che è come a dire: “gli uomini ce li porti direttamente tu”.

  10. #430
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    Predefinito tratto da http://www.pri.it

    L'acredine dell'Unione

    Il centrosinistra che vuole attaccare gli Usa e riceverne il plauso

    L'acredine che trasuda dalle dichiarazioni degli esponenti del centrosinistra per la supposizione del presidente Berlusconi su chi l'amministrazione Bush vorrebbe vedere al governo dell'Italia nel 2006, è rivelatrice del fatto che essi sanno che Berlusconi ha detto la semplice verità.

    Possiamo essere d'accordo sul fatto che il presidente del Consiglio italiano avrebbe potuto, per ragioni di stile, evitare una simile indiscrezione, possiamo anche convenire che Bush possa esserne rimasto imbarazzato, ma non abbiamo dubbio che se c'è qualcuno che si è dimostrato spudorato nella ricostruzione della realtà - e ci dispiace - costui è il professor Prodi, quando è arrivato a dire che gli Usa si augurano una vittoria del centrosinistra e non certo della Casa delle libertà. Questo perché anche l'americano più convintamente contrario alla guerra ed avversario di chi l'ha fatta, non può che vedere con angoscia l'ipotesi di un ritiro degli alleati dall'Iraq, quando i soldati statunitensi sono ancora schierati sul campo.

    Ed il presidente Bush dovrebbe essere forse contento se, chi lo ha irriso ed insultato nelle piazze per più di tre anni, chi non ha riconosciuto nemmeno una ragione per la quale la democrazia americana ha mosso guerra all'Iraq, chi gli ha schierato contro l'esercito dei pacifisti, potesse domani governare l'Italia. E' ovvio a chiunque che con un governo che comprendesse Diliberto, Pecoraro Scanio e Bertinotti, dunque con una vittoria dell'attuale centrosinistra, i rapporti fra Usa ed Italia precipiterebbero, come o peggio di quanto è avvenuto con la Spagna di Zapatero. Nella sua assoluta incoscienza il centrosinistra vorrebbe poter criticare la politica estera del governo italiano e ricevere al contempo il plauso di Bush. Accusare d'imperialismo i nostri alleati e guadagnare una amichevole pacca sulla spalla. Siamo al libro dei sogni. Noi crediamo che il presidente del Consiglio, oramai esperto nelle sue relazioni internazionali, possa e debba migliorare l'etichetta che si conviene ad un rappresentante di Stato. Ma, per riprendere un vero rapporto con l'attuale amministrazione statunitense, l'Unione dovrebbe farsi scrivere il programma di politica estera dall'onorevole Bonino. Il che significherebbe per il professor Prodi ed i suoi recarsi a Canossa, scalzi e con il capo coperto di cenere.

    Roma, 1 novembre 2005

 

 
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