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    Predefinito 30 novembre - S. Andrea, apostolo e martire

    Dal sito SANTI E BEATI:

    Sant' Andrea Apostolo

    30 novembre - Festa

    Bethsaida di Galilea - Patrasso (Grecia), ca. 60 dopo Cristo

    Andrea, già discepolo di Giovanni Battista, fratello di Pietro, gli comunicò la scoperta del Messia. Entrambi furono chiamati dal Maestro sulle rive del lago per diventare 'pescatori di uomini'. Nel prodigio della moltiplicazione dei pani segnala a Gesù il fanciullo dei cinque pani e dei due pesci. Egli stesso insieme a Filippo riferisce che alcuni Greci vogliono vedere Gesù. Crocifisso a Patrasso secondo la tradizione, è particolarmente venerato nella Chiesa greca. (Mess. Rom.)

    Patronato: Pescatori

    Etimologia: Andrea = virile, gagliardo, dal greco

    Emblema: Croce decussata, Rete da pescatore

    Martirologio Romano: Festa di sant’Andrea, Apostolo: nato a Betsaida, fratello di Simon Pietro e pescatore insieme a lui, fu il primo tra i discepoli di Giovanni Battista ad essere chiamato dal Signore Gesù presso il Giordano, lo seguì e condusse da lui anche suo fratello. Dopo la Pentecoste si dice abbia predicato il Vangelo nella regione dell’Acaia in Grecia e subíto la crocifissione a Patrasso. La Chiesa di Costantinopoli lo venera come suo insigne patrono.

    Martirologio tradizionale (30 novembre): A Patrasso, nell'Acaia, il natale di sant'Andrea Apostolo, il quale predicò il santo Vangelo di Cristo nella Tracia e nella Scizia. Arrestato dal Proconsole Egea, fu prima chiuso in prigione, quindi gravissimamente flagellato, e da ultimo appeso in croce, sulla quale sopravvisse due giorni, istruendo il popolo; e, avendo pregato il Signore di non permettere che egli fosse deposto dalla croce, fu circondato da un grande splendore celeste, e, cessato poi tale splendore, rese lo spirito.

    (9 maggio): A Costantinopoli la Traslazione dei santi Andrea Apostolo e Luca Evangelista dall'Acaia, e di san Timoteo, uno dei discepoli del beato Paolo Apostolo, da Efeso. I1 corpo di sant'Andrea, dopo molto tempo trasportato in Amalfi, ivi dal pio concorso dei fedeli è onorato, e dal suo sepolcro continuamente scaturisce un liquido, che sana le infermità.

    Tra gli apostoli è il primo che incontriamo nei Vangeli: il pescatore Andrea, nato a Bethsaida di Galilea, fratello di Simon Pietro. Il Vangelo di Giovanni (cap. 1) ce lo mostra con un amico mentre segue la predicazione del Battista; il quale, vedendo passare Gesù da lui battezzato il giorno prima, esclama: "Ecco l’agnello di Dio!". Parole che immediatamente spingono Andrea e il suo amico verso Gesù: lo raggiungono, gli parlano e Andrea corre poi a informare il fratello: "Abbiamo trovato il Messia!". Poco dopo, ecco pure Simone davanti a Gesù; il quale "fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, figlio di Giovanni: ti chiamerai Cefa”". Questa è la presentazione. Poi viene la chiamata. I due fratelli sono tornati al loro lavoro di pescatori sul “mare di Galilea”: ma lasciano tutto di colpo quando arriva Gesù e dice: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini" (Matteo 4,18-20).
    Troviamo poi Andrea nel gruppetto – con Pietro, Giacomo e Giovanni – che sul monte degli Ulivi, “in disparte”, interroga Gesù sui segni degli ultimi tempi: e la risposta è nota come il “discorso escatologico” del Signore, che insegna come ci si deve preparare alla venuta del Figlio dell’Uomo "con grande potenza e gloria" (Marco 13). Infine, il nome di Andrea compare nel primo capitolo degli Atti con quelli degli altri apostoli diretti a Gerusalemme dopo l’Ascensione.
    E poi la Scrittura non dice altro di lui, mentre ne parlano alcuni testi apocrifi, ossia non canonici. Uno di questi, del II secolo, pubblicato nel 1740 da L.A. Muratori, afferma che Andrea ha incoraggiato Giovanni a scrivere il suo Vangelo. E un testo copto contiene questa benedizione di Gesù ad Andrea: "Tu sarai una colonna di luce nel mio regno, in Gerusalemme, la mia città prediletta. Amen". Lo storico Eusebio di Cesarea (ca. 265-340) scrive che Andrea predica il Vangelo in Asia Minore e nella Russia meridionale. Poi, passato in Grecia, guida i cristiani di Patrasso. E qui subisce il martirio per crocifissione: appeso con funi a testa in giù, secondo una tradizione, a una croce in forma di X; quella detta poi “croce di Sant’Andrea”. Questo accade intorno all’anno 60, un 30 novembre.
    Nel 357 i suoi resti vengono portati a Costantinopoli; ma il capo, tranne un frammento, resta a Patrasso. Nel 1206, durante l’occupazione di Costantinopoli (quarta crociata) il legato pontificio cardinale Capuano, di Amalfi, trasferisce quelle reliquie in Italia. E nel 1208 gli amalfitani le accolgono solennemente nella cripta del loro Duomo. Quando nel 1460 i Turchi invadono la Grecia, il capo dell’Apostolo viene portato da Patrasso a Roma, dove sarà custodito in San Pietro per cinque secoli. Ossia fino a quando il papa Paolo VI, nel 1964, farà restituire la reliquia alla Chiesa di Patrasso.

    Autore: Domenico Agasso





    Duccio di Buoninsegna, Vocazione di S. Pietro e S. Andrea, 1308-1311, National Gallery of Art, Washington

    François Duquesnoy, S. Andrea, 1629-1633, Basilica di San Pietro, Vaticano

    Domenico Ghirlandaio, Vocazione di S. Pietro e S. Andrea, 1481, Cappella Sistina, Vaticano

    Masaccio, S. Andrea, 1426, Paul Getty Museum, Malibu

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    Jusepe de Ribera, S. Andrea, 1628, Museo del Prado, Madrid

    Jusepe de Ribera, Martirio di S. Andrea, 1630-32, Szepmuveseti Muzeum, Budapest

    El Greco, S. Andrea, 1610 circa, Szepmuveseti Muzeum, Budapest

    El Greco, SS. Andrea e Francesco d'Assisi, 1595, Museo del Prado, Madrid

    El Greco, S. Andrea, 1610-14, Museo de El Greco, Toledo

  3. #3
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    Caravaggio, Crocifissione di S. Andrea, 1609-1610, Museum of Art, Clevelend, USA

    Georges de La Tour, S. Andrea, 1615-1620, Collezione privata

    Memling Hans, S. Andrea, 1490, Groeninge Museum, Bruges

    Bartolomé Esteban Murillo, Martirio di S. Andrea, 1675-82, Museo del Prado, Madrid

    Francisco de Zurbarán, Apostolo S. Andrea, 1631, Museum of Fine Arts, Budapest

    Gianlorenzo Bernini, SS. Andrea e Tommaso, c. 1627, National Gallery, Londra

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    Tintoretto, SS. Andrea e Girolamo, 1552, Galleria dell'Accademia, Venezia

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    Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 252-255

    30 NOVEMBRE

    SANT'ANDREA, APOSTOLO


    Poniamo sant'Andrea al principio di questo Proprio dei Santi dell'Avvento perché, per quanto la sua festa cada spesso prima dell'apertura dell'Avvento, avviene tuttavia di tanto in tanto che questo sacro tempo è già cominciato quando si celebra dalla Chiesa la memoria del grande Apostolo. Questa festa è dunque destinata ogni anno a chiudere maestosamente il Ciclo cattolico che si spegne o a brillare in testa al nuovo che si è appena aperto. Senza dubbio, era giusto che l'Anno Cristiano, cominciasse e finisse con la Croce, che ci ha meritato ciascuno degli anni che alla misericordia divina piace concederci, e che deve apparire nell'ultimo giorno sulle nubi del cielo, come un sigillo posto sui tempi.

    Diciamo questo perché ogni fedele deve sapere che sant'Andrea è l'Apostolo della Croce. A Pietro Gesù Cristo ha dato la solidità della Fede; a Giovanni la tenerezza dell'Amore; Andrea ha ricevuto la missione di presentare la Croce del Divino Maestro. Ora, è con l'aiuto di queste tre prerogative, Fede, Amore e Croce, che la Chiesa si rende degna del suo Sposo: tutto in essa ricalca questo triplice carattere. È dunque per questo che dopo i due Apostoli che abbiamo nominati, sant'Andrea costituisce l'oggetto d'un culto particolare nella Liturgia universale.

    Ma leggiamo le gesta dell'eroico pescatore del lago di Genezareth, chiamato a diventare più tardi il successore di Cristo stesso e il compagno di Pietro sul legno della Croce. La Chiesa le ha attinte dagli antichi Atti del Martirio del santo Apostolo [1].
    VITA. - Andrea Apostolo, nato a Betsaida, borgo della Galilea, era fratello di Pietro e discepolo di san Giovanni. Avendo sentito quest'ultimo dire di Cristo: "Ecco l'Agnello di Dio!", seguì Gesù, e gli condusse il fratello. Più tardi, mentre egli pescava insieme con il fratello nel mare della Galilea, furono entrambi chiamati, prima di tutti gli altri Apostoli, dal Signore che, passando vicino, disse loro: "Seguitemi: vi farò pescatori di uomini". Essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Dopo la passione e la risurrezione, Andrea andò a predicare la fede cristiana nella provincia che gli era toccata in sorte, la Scizia d'Europa; quindi percorse l'Epiro e la Tracia e con la predicazione e i miracoli convertì a Gesù Cristo una moltitudine innumerevole. Giunto a Patrasso, città dell'Acaia, fece abbracciare a molti la verità del Vangelo, e non esitò a riprendere coraggiosamente il proconsole Egeo, che resisteva alla predicazione evangelica, rimproverandogli di voler essere il giudice degli uomini, mentre i demoni lo ingannavano fino a fargli misconoscere il Cristo Dio, Giudice di tutti gli uomini.
    Egeo adirato gli dice: Finiscila di esaltare il tuo Cristo che simili propositi non hanno impedito che venisse crocifisso dai Giudei. E siccome Andrea continuava tuttavia a predicare intrepido che Gesù Cristo s'era lui stesso offerto alla Croce per la salvezza del genere umano, Egeo lo interrompe con un discorso empio, e lo avverte di pensare alla sua salvezza, sacrificando agli dei. Andrea gli dice: Per me, c'è un Dio onnipotente, solo e vero Dio, al quale sacrifico tutti i giorni, non già le carni dei tori né il sangue dei capri, ma l'Agnello senza macchia immolato sull'altare; e tutto il popolo partecipa alla sua carne, e l'Agnello che è sacrificato rimane integro e pieno di vita. Perciò Egeo, fuor di sé dalla collera, lo fa gettare in prigione. Il popolo ne avrebbe facilmente tratto fuori il suo Apostolo, se quest'ultimo non avesse calmato la folla, scongiurandola di non impedirgli di giungere alla corona del martirio.
    Poco dopo, condotto davanti al tribunale, siccome esaltava il mistero della Croce e rimproverava ancora al Proconsole la sua empietà, Egeo esasperato ordinò che lo si mettesse in croce, per fargli imitare la morte di Cristo. Fu allora che, giunto sul luogo del martirio e vedendo la croce, Andrea esclamò da lontano: O buona Croce che hai tratto la tua gloria dalle membra del Signore, Croce lungamente bramata, ardentemente amata, cercata senza posa e finalmente preparata ai miei ardenti desideri, toglimi di mezzo agli uomini, e restituiscimi al mio Signore, affinché per te mi riceva Colui che per te mi ha riscattato. Fu dunque infisso alla croce, sulla quale rimase vivo per due giorni, senza cessar di predicare la fede di Gesù Cristo, e passò così a Colui del quale si era augurato di imitare la morte. I Sacerdoti e i Diaconi dell'Acaia, che hanno scritto la sua Passione, attestano che hanno visto e sentito tutte quelle cose così come le hanno narrate. Le sue ossa furono trasportate dapprima a Costantinopoli, sotto l'imperatore Costanzo, e quindi ad Amalfi. Il suo capo, recato a Roma sotto il papa Pio II, fu posto nella basilica di S. Pietro.
    Preghiamo ora, in unione con la Chiesa, questo santo Apostolo il cui nome e la cui memoria costituiscono la gloria di questo giorno; rendiamogli onore, e chiediamogli il soccorso di cui abbiamo bisogno.

    Sei tu, o beato Andrea, che incontriamo per primo in quella mistica via dell'Avvento nella quale camminiamo, cercando il nostro divin Salvatore Gesù Cristo; e ringraziamo Dio per averci voluto concedere un simile incontro. Quando Gesù, nostro Messia, si rivelò al mondo, tu avevi già prestato docile orecchio al santo Precursore che annunciava il suo avvicinarsi, e fosti uno dei primi fra i mortali a confessare, nel figlio di Maria, il Messia promesso nella Legge e nei Profeti. Ma non volesti rimanere il solo confidente di così meraviglioso Segreto; facesti presto partecipe della Buona Novella Pietro tuo fratello, e lo conducesti a Gesù. Santo Apostolo, anche noi desideriamo il Messia, il Salvatore delle anime nostre; poiché tu l'hai trovato, degnati dunque di condurre anche noi a lui. Poniamo sotto la tua protezione il sacro periodo di attesa e di preparazione che ci rimane da percorrere, fino al giorno in cui il Salvatore tanto atteso apparirà nel mistero della sua meravigliosa Nascita. Aiutaci nel renderci degni di vederlo in mezzo alla notte radiosa in cui apparirà. Il battesimo della penitenza ti preparò a ricevere la insigne grazia di conoscere il Verbo di vita; ottieni anche a noi di essere veramente pentiti e di purificare i nostri cuori, in questo sacro tempo, affinché possiamo contemplare con i nostri occhi Colui che ha detto: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

    Tu sei potente per introdurre le anime presso il Signore Gesù, o glorioso Andrea, poiché colui stesso che il Signore doveva costituire Capo di tutto il gregge fu presentato da te al divino Messia. Non dubitiamo che il Signore abbia voluto, chiamandoti a sé in questo giorno, assicurare la tua intercessione ai cristiani che, cercando nuovamente, ogni anno, Colui nel quale tu vivi per sempre, vengono a chiedere la via che conduce a lui.

    Questa via, tu ce l'hai insegnata, è la via della fedeltà, della fedeltà fino alla Croce. Tu vi hai camminato con coraggio; e poiché la Croce conduce a Gesù Cristo, hai amato con passione la Croce. Prega, o Apostolo santo, affinché comprendiamo l'amore della Croce; affinché, dopo averlo compreso, lo mettiamo in pratica. Il tuo fratello ci dice nella sua Epistola: Poiché Cristo ha sofferto nella carne, armatevi, o fratelli, di questo pensiero (1Pt 4,1). Tu, o beato Andrea, ci presenti oggi il commento vivente di questa massima. Poiché il tuo Maestro è stato crocifisso, hai voluto esserlo anche tu. Dall'alto del trono a cui sei stato elevato con la Croce, prega dunque affinché la Croce sia per noi l'espiazione dei peccati che ci coprono, l'estinzione delle fiamme mondane che ci bruciano, e infine il mezzo per unirci con l'amore a Colui che solo l'amore vi ha affisso.

    Ma, per quanto importanti e preziose siano per noi le lezioni della Croce, ricordati, o grande Apostolo, che esso è la consumazione e non il principio. È il Dio bambino, il Dio della mangiatoia che noi dobbiamo innanzitutto conoscere e gustare; è l'Agnello di Dio indicatoti da san Giovanni che noi abbiamo sete di contemplare. Il tempo attuale è quello dell'Avvento, e non quello della dolorosa Passione del Redentore. Fortifica dunque il nostro cuore per il giorno della battaglia; ma aprilo in questo momento alla compunzione e alla tenerezza. Poniamo sotto il tuo patrocinio la grande opera della nostra preparazione alla Venuta di Cristo nei nostri cuori.

    Ricordati anche, o beato Andrea, della santa Chiesa di cui sei una delle colonne, e che hai irrorata con il tuo sangue; leva le tue potenti mani su di essa, davanti a Colui per il quale essa milita senza posa. Chiedi che la Croce che essa porta attraverso questo mondo sia alleviata; prega anche perché ami quella Croce, e vi attinga la forza e la vera felicità. Ricordati in particolar modo della santa Romana Chiesa, Madre e Maestra di tutte le altre, e ottienile la vittoria e la pace mediante la Croce, per il tenero amore che ha per te. Visita nuovamente, nel tuo Apostolato, la Chiesa di Costantinopoli, che ha perduto la vera luce insieme con l'unità, perché non ha voluto rendere omaggio a Pietro, tuo fratello, che tu hai onorato come tuo Capo per amore del comune Maestro. Infine, prega per il regno di Scozia, che da quattro secoli ha dimenticato la tua dolce tutela; fa' che i giorni dell'errore siano abbreviati, e che quella metà dell'Isola dei Santi rientri presto, insieme con l'altra, sotto il vincastro dell'Unico Pastore.
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    NOTE

    [1] La maggior parte degli storici moderni pongono tra gli scritti apocrifi la celebre lettera dei sacerdoti e dei diaconi dell'Acaia che riferisce il martirio di sant'Andrea e dalla quale l'Ufficio del 30 novembre ha attinto i suoi tratti più belli. Tutti ammettono nondimeno che è un documento della più remota antichità. I Protestanti l'hanno rigettata soprattutto cerche vi si trova un'esplicita professione di fede nella realtà del Sacrificio della Messa e del sacramento dell'Eucaristia.

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    Predefinito Dai Discorsi di san Pier Damiani

    Sermo 57, in PL 144, 822‑828.

    Fratelli cari, oggi ci illumina la festa di sant'Andrea. Nella nebbia fosca e gelida dell'inverno, questa celebrazione avvolge gli animi con il bel tempo della serenità. Se la temperatura inclemente ci intirizzisce per il freddo esterno, l'annuncio della vittoria di un tale prode guerriero ci rende di fuoco. Andrea incita i cuori generosi ad armarsi per il combattimento spirituale e diffonde la fiamma dell'amore divino nei petti dei bravi soldati di Cristo. Il martirio più nobile che si possa patire è senz'altro quello che rese sacro il nostro Redentore, capo dei martiri. Nel suo piano divino egli volle che Pietro e Andrea morissero con il supplizio della croce. Li ha distinti cosi dagli altri apostoli, anche se tutti hanno lo stesso potere e la medesima dignità. La croce, che procurò lo scettro al Re, in seguito ha guidato i due soldati alla ricompensa.

    Notate la beata parentela dei due fratelli: lo stesso sangue li mise al mondo, una medesima morte li mandò in cielo vincitori. Originari d'una stessa stirpe, venendo insieme alla vita, Pietro e Andrea sono entrati nella beatitudine eterna grazie ad un medesimo martirio. Entrambi illustri in terra, hanno ottenuto in cielo la stessa eminente nobiltà. Quaggiù sono figli di Giovanni, in cielo sono figli della croce. Togliendoli con la morte da questa vita terrena, la croce li ha aperti a una nuova nascita e li ha introdotti con gloria trionfale fra i cittadini della nuova Gerusalemme. Secondo la testimonianza del vangelo, Andrea, il secondo nell'elenco degli apostoli, fu il primo a riconoscere il Signore. San Giovanni dice infatti: Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito., era Andrea, fratello di Simon Pietro. E il testo soggiunge: Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia (che significa Cristo)" e lo condusse da Gesù (Gv 1, 40‑42).

    Andrea conduce Pietro da Gesù. Non ha ancora terminato di ascoltare il Signore che subito porta frutto e diviene predicatore della verità, pur essendo ai primi passi del suo nuovo discepolato. Coinvolto nella nuova sequela, non è pago di salvare sé stesso, ma cerca compagni e il suo amore fraterno si industria di attrarre altri a Cristo. Andrea trova un tesoro e si rallegra di mostrarlo, perché reputa che sarebbe un furto possederlo senza condividerlo. Questa recluta lascia già trasparire la futura grandezza del suo carattere: appena convertito si mette a insegnare quanto ha imparato, facendo parte agli altri delle sue nuove acquisizioni. Che grande notizia, che annuncio sorprendente quello di Andrea: "Abbiamo trovato il Messia!" (Gv 1, 40‑42). Promette di mostrare in persona colui che tanti profeti avevano cantato e annunziato. Andrea fu per suo fratello il messaggero di un grande mistero, dando testimoninza di aver trovato colui che tutti i santi avevano atteso bramosi, fin dall'origine del mondo, ma non avevano potuto vedere.

    Il Re della gloria è venuto a combattere da solo; marciando verso la guerra, a mano a mano si arruolò i soldati. Era infatti venuto per vincere l'uomo forte e ben armato, per strappargli via l'armatura nella quale confidava (Lc 11, 21‑22). Cristo venne per liberare l'uomo prigioniero sotto il giogo tirannico del demonio e richiamarlo all'antica libertà. Venne per strappare il suo popolo dal giogo del Faraone, per guidarlo e condurlo con mano forte nel paese dove scorrono latte e miele. Venendo in questo mondo, Cristo non si scelse collaboratori fra gente illustre, non cercò prodi guerrieri o cavalieri su destrieri scalpitanti. Tanto meno elesse filosofi e retori, ma semplici pescatori alle prese con le loro reti, dei rematori su un barcone, perché la sua vittoria dipendesse unicamente dalla sua potenza divina e non da forze umane. La distruzione di Gerico aveva prefigurato la vittoria di Cristo. Le mura possenti di quella città non erano crollate sotto i colpi delle macchine da guerra, ma alle acclamazioni del popolo e al suono delle trombe.

    A un cenno del Signore, i santi apostoli Pietro e Andrea non esitano ad abbandonare tutto quello che posseggono per convertire i beni terreni con quelli celesti. Lasciano i beni visibili per quelli invisibili. Voltano le spalle a quanto hanno per tendere verso quello che sperano. Sono in cammino verso il Regno attraverso il supplizio, sono innalzati alle gioie della vita eterna dal patibolo della croce che passa. Non conservano nulla durante il viaggio terreno per trovare tutto quando sbarcheranno nella patria celeste. La loro trasformazione è l'opera della destra dell'Altissimo che ha mutato umile gente ordinaria in giudici d'anime e in senatori della corte celeste. Gli apostoli, da proprietari che erano di reti senza valore, ottengono il trono della gloria nei cieli. Come furono senza ricchezze in terra, ora governano il mondo intero e seggono su troni come giudici della Gerusalemme celeste. Un tempo erano gli ultimi degli uomini, ora sono concittadini e compagni degli angeli. Seguirono le tracce del Maestro, che fu generoso nella ricompensa, gratificandoli con oro al posto di fango, cambiando per essi il nulla col tutto, le tenebre con la luce, il sogno con la realtà. Ma c'è di più: in cielo ha donato se stesso e ha reso soggette ai suoi apostoli tutte le nazioni della terra.

    Fratelli, seguiamo Pietro e Andrea per la via lungo la quale ci hanno preceduti, se vogliamo giungere dove ora si trovano. Camminiamo diritti dietro a loro e lasciamo Gerico, che assediarono e distrussero, senza prendere nulla per noi dai beni colpiti dall'anatema. Giosué, figlio di Nun, proibì di saccheggiare le ricchezze di Gerico. Il Signore Gesù, nostro eterno Salvatore, lui pure interdice di amare le realtà mondane: Non accumulatevi tesori sulla terra (Mt 6, 19). E per tramite dell'Apostolo ci lancia questa sfida: Non amate il mondo. ne le cose del mondo! (1 Gv 2, 15). Non imitiamo il disgraziato Acan (Gs 7, 20‑25), non rubiamo le ricchezze di Gerico, colpite da anatema, per non introdurre i costumi dissoluti del mondo nella disciplina ecclesialstica. Acan trafugò un mantello, noi non rubiamo un manto per indossare un ornamento mondano sulla veste della fede. Egli prese duecento sicli d'argento, noi non dissimuliamo in un lino qualche somma di denaro quando abbiamo un tesoro nel cielo.

    Alla presa di Gerico, Acan aveva anche rubato un lingotto d'oro dal peso di cinquanta sicli. Quanto a noi, non introduciamo nella Chiesa di Cristo dottrine false o le squilibrate tesori di filosofi che disputano su chimere, o le elucubrazioni .bizzarre di taluni poeti. Quel lingotto d'oro rappresenta i discorsi lavorati di cesello e rivestiti con la patina dorata d'una forbita eloquenza. Noi, invece, fratelli, abbiamo Cristo come filosofia e Cristo crocifisso. Coloro che ci istruiscono non sono retori, ma pescatori: non gente astuta ed eloquente, ma i miti e i semplici. Esiste una sapienza che accieca: sprezziamola. Desideriamo invece la stoltezza che illumina, di cui parla san Paolo: Poiché il mondo, con tutta la suo sapienza, non ha conosciuto Dio, e piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione (1 Cor 1, 21), che è il vangelo. Custodiamo la nostra dottrina nella sua purezza e diamo alla fede retta l'efficacità delle Opere. Come gettandoci a nuoto, fuggiamo i torbidi marosi delle contese di questo mondo. Il nostro cuore s'infiammi davanti all'esempio dell'obbedienza cosi pronta di Pietro e di Andrea e della loro dedizione fervidissima. Cerchiamo perciò d'imitare, con l'aiuto della divina bontà, ciò che fecero questi dottori che ci hanno preceduto.

    Nessuna fonte ci tramanda che dopo la conversione Pietro e Andrea si amarono di più o divennero migliori amici, oppure ebbero in sorte le medesime province da evangelizzare. Andrea fu il primo che credette, eppure non se l'ebbe a male se fu secondo in dignità. Non si mostrò geloso dei primato di Pietro, benché l'avesse preceduto nella fede, a cui l'altro era pervenuto grazie alla testimonianza dei fratello. Il Maestro dei cieli ci ha posto sotto gli occhi questo precetto di abnegazione, questa regola di autentica umiltà, affinché lo seguiamo sul retto cammino. In quei primi discepoli, che rese dottori del mondo, Cristo ha impresso il modello di tutte le virtù. Cosi sino alla consumazione del mondo, qualsiasi fedele potrà dirigere lo sguardo verso di loro e imitarli, camminando senza tralignare sulla strada che essi tracciarono. Seguiamo questi ruscelli da cui fluisce la vita e raggiungeremo la fonte. Camminando dietro ai soldati, incontreremo il loro Re, Gesù Cristo, nostro Signore, che regna con il Padre e lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

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    Predefinito Dalle Omelie di san Giovanni Crisostomo su questo vangelo

    Hom. XIV, 2‑3, in PG 57, 218‑220.

    Il vangelo di Giovanni ci presenta Andrea che va a trovare Gesù nella casa che lo ospitava e sta ad ascoltarlo a lungo. In Matteo, invece, udite appena una parola o due del Signore, immediatamente Pietro e Andrea lo seguono. E' verosimile che i due discepoli avessero già seguito Gesù una prima volta, e poi l'avessero lasciato. Quando avevano saputo che Giovanni Battista era stato messo in carcere, dovevano essere ritornati al loro mestiere di pescatori. A quel momento forse va collocato l'episodio riferito da Matteo, in cui Gesù li ritrova, mentre gettano in mare le reti. Quando la prima volta gli apostoli avevano voluto lasciare il Signore, Gesù non glielo aveva impedito; ma neanche li rigettò definitivamente, perché lo avevano abbandonato. Dopo averne accettata la debolezza, torna da loro per riprenderli: questa è una tecnica eccellente per pescare.

    Osservate ora la fede e la docilità dei discepoli. Gesù li interpella mentre sono nel pieno del loro lavoro, e voi sapete quanto appassionante sia la pesca! Ebbene, essi, all'udire l'invito, non si ritraggono, non differiscono e neppure esitano. Non si scusano dicendo: "Lasciaci andare a casa per salutare i parenti". Invece abbandonano tutto e lo seguono, come un tempo fece Eliseo con Elia. Gesù esige da noi un'obbedienza pronta e perfetta che escluda ogni indugio, per urgente e motivato che sia. Non disse forse a quell'altro discepolo, desideroso di poter andare a seppellire il padre, che l'opera più necessaria era seguire lui? Se mi fai notare che la promessa di Cristo era ben più grande, ti risponderò che ammiro ancora maggiormente coloro che fino a quel momento non avevano visto nessun miracolo. La loro fede nella promessa del Signore era talmente forte che lasciarono tutto per seguire Gesù. Credettero che le parole che li avevano catturati, avrebbero servito anche a loro un giorno per pescare altri uomini. Tale infatti fu la promessa che Gesù fece a Pietro e ad Andrea.

    A Giacomo e a Giovanni il Signore non promise nulla di simile, perché l'obbedienza di Pietro e di Andrea aveva già aperto loro la via della fede. D'altra parte, essi avevano già udito molte cose sul conto di Gesù e non avevano bisogno di promesse. Considera ora la povertà dei nostri due Apostoli: il vangelo la sottolinea, riferendo che Cristo li trovò intenti a rattoppare le loro reti, perché erano cosi poveri da non poter procurarsene di nuove. Non è una bella prova di virtù? Questi uomini sopportano facilmente la povertà, si guadagnano la vita con un onesto lavoro e, uniti da vicendevole affetto, servono il padre che convive con loro. Dopo aver preso i discepoli nella sua rete, Gesù comincio a compiere miracoli sotto i loro occhi, per confermare quanto Giovanni Battista aveva detto di lui. Il Signore frequentava le sinagoghe, per insegnare ai Giudei come egli non fosse né un nemico di Dio né un seduttore, ma era venuto nel mondo in perfetto accordo con il Padre. Andando di paese in paese, Gesù non si limitava ad annunziare la parola, ma operava anche prodigi.

    Quando si osservano fenomeni strani e inconsueti oppure sta per nascere una nuova forma di vita, Dio è solito operare miracoli: per chi dovrà accogliere le sue leggi divine questi sono la caparra e la prova della sua potenza. E' un fatto ricorrente nella Scrittura: quando Dio volle creare l'uomo, cominciò a creare l'universo e soltanto in seguito impose ad Adamo la legge dell'Eden. Prima di consegnare delle leggi a Noé, Dio operò il grande prodigio del diluvio con cui rinnovò il mondo, purificandolo per un anno intero con una inondazione spaventosa e preservando quel giusto dal naufragio universale. Anche ad Abramo Dio offri molti segni prodigiosi: la vittoria nella guerra, le piaghe contro il Faraone e la salvezza nei pericoli. Prima di dare il decalogo ai Giudei, fece prodigi e miracoli eccezionali. Allo stesso modo, mentre sta per introdurre nel mondo la legge perfetta del vangelo e annunziare quello che nessuno mai aveva udito, Gesù conferma la sua parola con grandi mira coli. Siccome il Regno che proclama è invisibile, vuole rendere manifesto il suo mistero attraverso segni visibili.

  8. #8
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    Predefinito Dalle «Omelie sul vangelo di Giovanni» di san Giovanni Crisostomo, vescovo.

    Andrea, dopo essere restato con Gesù e aver imparato tutto ciò che Gesù gli aveva insegnato, non tenne chiuso in sé il tesoro, ma si affrettò a correre da suo fratello per comunicargli la ricchezza che aveva ricevuto. Ascolta bene cosa gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» (Gv 1,41).
    Vedi in che maniera notifica ciò che aveva appreso in poco tempo? Da una parte mostra quanta forza di persuasione aveva il Maestro sui discepoli, e dall’altra rivela il loro interessamento sollecito e diligente circa il suo insegnamento.
    Quella di Andrea è la parola di uno che aspettava con ansia la venuta del Messia, che ne attendeva la discesa dal cielo, che trasalì di gioia quando lo vide arrivare, e che si affrettô a comunicare agli altri la grande notizia.
    Dicendo subito al fratello ciò che aveva saputo mostra quanto gli volesse bene, come fosse affezionato ai suoi cari, quanto sinceramente fosse premuroso di porgere loro la mano nel cammino spirituale.
    Guarda anche l’animo di Pietro, fin dall’inizio docile e pronto alla fede: immediatamente come senza preoccuparsi di nient’altro. Infatti dice: «Lo condusse da Gesù» (Gv 1,42).
    Nessuno certo condannerà la facile condiscendenza di Pietro nell’accogliere la parola del fratello senza aver prima esaminato a lungo le cose. E probabile infatti che il fratello gli abbia narrato i fatti con maggior precisione e più a lungo, mentre gli evangelisti compendiano ogni loro racconto preoccupandosi della brevità.
    D’altra parte non è detto nemmeno che abbia creduto senza porre domande, ma che Andrea «lo condusse da Gesù»; affidandolo a lui perché imparasse tutto da lui direttamente. C’era insieme infatti anche un altro discepolo e anche lui fu guidato nello stesso modo.
    Se Giovanni Battista, dicendo: «Ecco l’Agnello di Dio», e ancora: ecco colui che battezza nello Spirito (cfr. Gv 1, 29. 33), lasciò che un più chiaro insegnamento su questo venisse da Cristo stesso, certamente con motivi ancor più validi si comportò in questo modo Andrea, non ritenendosi tale da dare una spiegazione completa ed esauriente. Per cui guidò il fratello alla sorgente stessa della luce con tale premura e gioia da non aspettare nemmeno un istante.

  9. #9
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    Valentin Janez Metzinger (1699 - 1759), S. Andrea apostolo

    Charles Le Brun, Martirio di S. Andrea, 1646-47

    Francesco Vivarini, SS. Andrea apostolo e Nicola di Bari, 1482, Santa Maria Gloriosa dei Frari, Venezia

    Mattia Preti, Martirio di S. Andrea, 1650-1, Chiesa di Sant'Andrea della Valle, Roma

    Miguel Jacinto Menéndez, Martirio di S. Andrea, XVII sec.

    Juan de las Roelas, Martirio di S. Andrea, XVII sec., Museo de Bellas Artes, Siviglia

  10. #10
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    Carlo Dolci, S. Andrea apostolo dinanzi alla croce, 1631 circa, Palazzo Pitti, Firenze

    Giovanni Lanfranco, S. Andrea apostolo inginocchiato dinanzi alla Croce, 1638 circa, Staatliche Museen, Berlino

    Jean Baptiste Deshays de Colleville, Flagellazione di S. Andrea, 1761, Musée des Beaux-Arts, Rouen

    Jean Baptiste Deshays de Colleville, Martirio di S. Andrea, 1761, Musée des Beaux-Arts, Rouen

    Jean Baptiste Deshays de Colleville, Sepoltura di S. Andrea, 1760, Musée des Beaux-Arts, Rouen

 

 
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