Umberto Bossi: mi pare quel tizio di un film, che si fa
fotografare vestito da federale dopo che tutto è finito
"Si è messo il doppio petto
ma è fuori dalla storia"
di GUIDO PASSALACQUA


Umberto Bossi

MILANO - Quattro pagine venerdì, cinque sabato che grondano veleno contro Gianfranco Fini. Negli ultimi giorni la Padania, organo della Lega Nord, è andata giù pesante. Certo Fini non è mai stato simpatico ai leghisti, specie dopo la proposta di dare il voto amministrativo agli immigrati, ma la violenza dell'attacco fa pensare che all'interno della Lega si stia meditando di raccogliere un bottino di voti tra le fila degli elettori di An insoddisfatti.

Umberto Bossi, lei non si sta scoprendo un un po' fascista?
"Io vengo da una famiglia antifascista. Perché me lo chiede?".

Sono due giorni che la Padania dedica pagine e pagine a quelle che vengono definite "le giravolte di Fini". Ieri erano cinque: sembra quasi che la Lega si dedichi alla caccia al voto del missino deluso dal suo presidente.
"No: è il direttore che fa. Gli dirò di parlare d'altro, perché in quel modo fa pubblicità a Fini".

Allora ci spieghi.
"Ma che discorsi sono. La Lega è antifascista. L'orologio della storia va solo avanti, non va indietro".

Ma la svolta di Fini?
"Sono fatti suoi".

Lei dice che la storia va avanti, Fini sta andando avanti.
"Faccio un discorso generale. Io mi guarderei bene dall'indossare la bombetta. Non parlo di nessuno in particolare, magari parlo di me. Io non sono un bombettista, io sto col popolo. A me Fini fa l'impressione di un vecchio personaggio di un film, mi pare di Tognazzi, che si faceva fotografare dagli americani con la divisa da federale, dopo che tutto era finito. Io non ho bisogno di legittimarmi. Ti legittimano i voti, la forza che hai. Non capisco perché si è preoccupato del passato".
- Pubblicità -


Cosa vuol dire?
"Penso che nelle segrete stanze framassoniche ci sia chi decide cosa debbano fare i politici".

Gianni Baget Bozzo, consigliere di Berlusconi e personaggio da lei molto ascoltato, ha dichiarato che "Fini è sempre stato il possibile successore di Berlusconi, ora lo è diventato", framassone anche don Gianni?
"Baget Bozzo capisce tante cose ma qui ha sbagliato. Ha una strana visione della storia. Magari nelle segrete stanze cercano di individuare il primogenito per il dopo Berlusconi. Ma chi sarà lo deciderà la storia e non sarà un ritorno al passato".

Lei cosa vede nel post Berlusconi?
"Non è che Berlusconi sia il capostipite di una generazione eterna. Nel futuro io vedo, almeno, una Forza Italia federale".

Ma questa decisione di Fini, oltre ad avere riflessi in An, creerà problemi anche all'interno del Governo?
"Per Fini mi auguro di no. Altrimenti si va rapidamente a elezioni. Ci sono due mesi per il federalismo, e se non c'è la libertà la Lega non ci sta. Le dico che il Nord non sarà governato da Roma. Deve cambiare tutto. Le regole devono cambiare in tutti i modi, se viene avanti la devoluzione tutto cambierà. Intanto l'Europa non c'è più. Paletto dopo paletto sta venendo meno. Quelli che orgogliosamente avevano disceso le valli ora le stanno risalendo in rotta precipitosa".

Secondo lei, Fini ha fatto bene o male?
"È difficile da dire: la storia non è acqua... penso che bisognerà aspettare qualche tempo. Di sicuro non passa da lì. La storia non è una barzelletta. È vero che a volte le campane rotte riescono ancora a suonare, ma per me è ora di decidere, di stare col popolo, altro che bombette".

Fini farà un partito di centro?
"Non lo so. So solo che la mia storia è quella della libertà. Quando io sono nato il fascismo stava morendo. Secondo me fascismo e antifascismo sono categorie del passato".

La Lega potrebbe accogliere i dissidenti di An?
"Noi siamo nati per la libertà. Se dovessimo applicare le categorie del fascismo e antifascismo dovremmo dire che niente è più distante da noi che lo stato centralista o il governo dei pochi che esclude il popolo. Noi non vogliamo i voti di nessuno: siamo disposti anche a perdere voti pur di fare passare il federalismo. Nel passato la sinistra ha dato il Titolo V, adesso tocca al centrodestra portare avanti le riforme".

Insomma, il vero problema per lei sono le riforme?
"Certo. Vede io non sono un bombettista, uno che indossa il doppiopetto. Ma l'altra sera a un comizio a Gallarate ci sono rimasto male: per la prima volta dopo tantissimi anni sono stato contestato dalla base. Si parlava di immigrazione e io cercavo di calmare le acque, ma la gente era incazzata. Prima mi sono sentito mortificato, poi sono stato ad ascoltare. Ci ho pensato su e ho deciso che la via è quella che indica il popolo: stare col popolo fino in fondo".