Forze disparate, ognuna con una visione propria
Intervento alla Camera sulla fiducia a Prodi, 1° marzo 2007
di Giorgio La Malfa
Signor Presidente, all'indomani delle elezioni politiche dello scorso anno, all'onorevole Prodi - che giustamente aveva ricevuto l'incarico per la formazione del Governo in qualità di leader della coalizione uscita vincente dalle urne - e alla coalizione che egli rappresentava e rappresenta si aprivano due strade politiche: una era quella di leggere l'esito delle elezioni come un risultato di parità sostanziale, che indicava un'opinione pubblica che in un certo senso segnava la stessa strada seguita in Germania dal Cancelliere Merkel e dal partito socialdemocratico verso una stagione di larghe intese per affrontare i problemi del paese; l'altra era quella di scommettere sull'autosufficienza programmatica e politica della coalizione.
La mia impressione fu che la seconda scelta, anche se del tutto legittima, fosse uno sbaglio: la scommessa dell'autosufficienza programmatica ancor prima che numerica è finita con i due voti del Senato delle scorse settimane.
Signor Presidente del Consiglio, lei ha affermato che il programma dell'Unione è sufficiente perché trova un punto di equilibrio e di sintesi tra tutte le posizioni che lo hanno espresso. In realtà non è così. Infatti lei ha potuto constatare che sulle questioni di politica estera - che non costituiscono di certo un piccolo problema - il programma non era e non è stato sufficiente.
Ciò viene confermato dal fatto che si è dovuto aggiungere un dodicesimo punto, nel quale si afferma che il Presidente del Consiglio è colui che decide in caso di divergenze.
Sinceramente, trovo molto difficile pensare che una coalizione, composta da forze politiche ognuna delle quali ha la propria visione e i suoi collegamenti con la società nonché il proprio retroterra politico e culturale, possa ad un certo punto riconoscere, su questioni essenziali, di dover rinunziare alla sua visione in ordine ai problemi dell'ambiente, della politica estera, dell'economia, del sistema previdenziale e così via.
Questa è la ragione per la quale vi è stata la crisi: non è venuto meno un voto o qualche voto, è venuta meno quell'immagine che vi fosse un programma capace di rendere coesa la sua coalizione. La prossima crisi, signor Presidente del Consiglio, porterà il paese diritto alle elezioni!
Presidente Prodi, quando lei assunse la decisione su Vicenza, avevo pensato che fosse il Presidente del Consiglio ad aver aperto la strada delle larghe intese; ho anche pensato che se avesse ricevuto - come poi è avvenuto - l'incarico dal Presidente della Repubblica, egli avrebbe potuto aprire l'esplorazione, che non era stata aperta l'anno scorso.
È stata scelta nuovamente la strada di chiudere una coalizione che ha già dimostrato di non essere nelle condizioni di reggere l'urto rappresentato dai problemi del paese, quindi la continuità della legislatura non è più nelle mani del Presidente del Consiglio, ma delle forze politiche che lo sostengono. È anche nelle mani del senatore Follini, che ieri al Senato ha pronunciato un discorso del tutto contraddittorio; infatti ha sostenuto nella prima parte che i guai del nostro paese, in questi ultimi dieci anni, sono figli di un bipolarismo assurdo e, per così dire, isterico; che, quindi, bisogna chiudere quella stagione; ma poi lo stesso Follini ha aggiunto che avrebbe votato per il Governo. Può darsi che il senatore Follini si riservi di certificare egli stesso la definitiva fine di questo bipolarismo affermando, tra quindici giorni o un mese, di non essere più in grado di concedere la fiducia; di conseguenza lei, signor Presidente del Consiglio, dovrà recarsi di nuovo dal Presidente della Repubblica per ritirarsi definitivamente dalla scena. Oppure la decisione spetterà ad altre forze politiche: alla Margherita o, in particolare, ai DS. Ripeto, infatti, con molta chiarezza che se questa coalizione andasse in crisi vi sarebbero le elezioni, che potrebbero essere impedite al Paese soltanto dalla preparazione di una soluzione diversa in questi giorni e in queste settimane. Il centrodestra, l'opposizione, può indicare - come del resto fa e pensa - una soluzione intermedia per affrontare i problemi economici e le situazioni istituzionali, ma lo può fare solo in presenza di un qualcosa che venga preparato.
Oggi lei, Presidente Prodi, porta la legislatura ad una fine prematura: speriamo che la politica la possa salvare.
tratto da http://www.pri.it