I dati di un sondaggio "Demos": insieme Ds, Sdi
e Margherita a quota quaranta per cento
Piace subito la "Lista Prodi"
ruba consensi anche alla Cdl
E la nuova formazione fa da calamita per gli indecisi
di ILVO DIAMANTI
Romano Prodi
DA MOLTI mesi le stime sulle scelte di voto indicano sensibili mutamenti rispetto alle elezioni politiche del 2001. In particolare, le rilevazioni effettuate dai principali istituti demoscopici sono d'accordo nel considerare il centrosinistra (Ulivo, Rifondazione Comunista e Lista Di Pietro) in vantaggio sulla Casa delle Libertà. Il sondaggio di Demos, presentato oggi su Repubblica, conferma questa tendenza. Anche se il divario a favore del centrosinistra non è ampio: meno di tre punti percentuali (mentre nel 2001 era indietro del 5%). Ma riguarda il proporzionale; e il centrosinistra, dal 1996, ha ottenuto i risultati migliori nella consultazione maggioritaria, quando le distinzioni di lista sono messe fra parentesi.
Da qualche mese, invece, il vento del cambiamento pare aver gonfiato le vele del centrosinistra. Oppure, più semplicemente, ha afflosciato quelle del centrodestra, il cui equipaggio è troppo diviso per seguire un percorso comune. Non è casuale che il ridimensionamento elettorale della Casa delle Libertà rispetto al voto del 2001 sia totalmente riconducibile a Forza Italia (-5%). La compagine del "timoniere". Cui spetta il compito di indicare e tenere la rotta, garantendo (e imponendo) la collaborazione con gli altri membri dell'equipaggio.
Un compito che non riesce più a svolgere, come dimostrano i continui strappi fra i partiti della maggioranza: An e Udc, da un lato, la Lega dall'altro. I quali, peraltro, da queste tensioni, sembrano guadagnare consensi (anche se limitati). Gli interessi specifici, in altri termini, nel centrodestra premiano chi enfatizza le divergenze, ma puniscono la "casa comune". Nel centrosinistra, invece, si assiste alla crescita elettorale dei Ds e di Rc, mentre la Margherita tiene, sostanzialmente, i livelli - molto elevati - raggiunti alle elezioni politiche del 2001.
Tuttavia, questo diverso rapporto di forze sembra dettato dai demeriti del centrodestra più che dai meriti del centrosinistra. Dalla delusione suscitata dal governo rispetto alle attese (soprattutto in materia economica e fiscale) generate dalla vittoria elettorale della CdL. Per il centrosinistra, cioè, il sorpasso costituirebbe una rendita di posizione (o di "opposizione"). Più in là potrebbe proiettarla la lista unica, proposta da Romano Prodi. Il sondaggio di Demos, infatti, mostra come, se Ds, Margherita e Sdi si presentassero uniti, sotto lo stesso simbolo, non solo manterrebbero sostanzialmente tutti i loro elettori (9 su 10 di quelli che oggi voterebbero per le singole liste di partito), ma insidierebbero seriamente la base elettorale delle altre forze politiche.
In particolare, risucchierebbero circa metà dei voti degli altri partiti dell'Ulivo (soprattutto dei Verdi), ma intercetterebbero anche due elettori su dieci di Rc. Inoltre, la lista Prodi sposterebbe a proprio favore il 5% dell'elettorato della CdL (ma il 20% dei voti dell'Udc). Infine, farebbe "riemergere" il 13% dell'area grigia, che raccoglie gli elettori incerti e quelli orientati ad astenersi.
Nell'assieme, la Lista Prodi otterrebbe un risultato superiore a quello dei partiti che vi aderiscono in una misura compresa fra il 5 e il 6,5%. Ciò significa che si attesterebbe sul 40%, almeno. Il beneficio per la coalizione sarebbe minore, perché parte significativa dei nuovi consensi le arriverebbe dagli "alleati". Ma il centrosinistra, comunque, incrementerebbe del 3-4% l'attuale base elettorale stimata, allargando ulteriormente la distanza dal centro destra.
Le spiegazioni di questa tendenza sono diverse, spesso richiamate da altri analisti e dagli stessi attori politici direttamente coinvolti. La richiesta di "semplificazione bipolare", particolarmente sentita dagli elettori di centrosinistra, come risposta e antidoto a conflitti promossi dalla classe politica, seguendo logiche di apparato, più che distinzioni di interesse e di identità.
La domanda di ricomporre le numerose esperienze espresse in ambito sociale (comitati, associazioni, sindacato, girotondi) all'offerta politica espressa dai partiti, rinchiusi nelle "mura del Palazzo". L'attrazione, ma anche la nostalgia, suscitata da Romano Prodi, il "leader vincitore", guida dell'autobus sul quale salirono gruppi diversi, con un itinerario comune.
Tutto questo c'entra, e contribuisce a spiegare il "successo" che incontra, in questa fase, l'idea della "lista comune". Però, queste ragioni ragionevoli non bastano. C'è dell'altro. Evocato, suggerito dalla consistenza che assume, in questa fase, la zona grigia dell'incertezza, dell'astensione minacciata, del disincanto denunciato. Si è depositata sul centrosinistra, negli anni passati, soprattutto a ridosso delle elezioni politiche, fra il 2000 e il 2001. Per risentimento verso una coalizione capace di enfatizzare le proprie divisioni e i propri conflitti, al punto da porre in ombra i risultati raggiunti durante l'esperienza di governo.
Oggi, da oltre un anno, questa zona grigia si è spostata, insinuandosi tra le pieghe del centrodestra. E' scesa, soprattutto, sul territorio elettorale di Forza Italia. Quasi il 40% dei suoi elettori del 2001, infatti, oggi la guarda con delusione e distacco. In generale, però, oltre un terzo dell'intero elettorato, in questa fase, si dichiara incerto, insicuro, attratto dalla sirena dell'astensione. I sondaggi elettorali riflettono, in buona misura, la diversa reazione di questa zona grigia alle proposte e alle iniziative dei soggetti politici.
Il centrodestra tende ad alimentarla, a produrre disincanto e sfiducia. Il centrosinistra, invece, dimostra una maggiore capacità di assorbire i delusi che gravitano attorno alla sua area politica. L'idea della lista Prodi, in particolare, restituisce passione a una parte di loro; ne riduce la delusione, maturata nell'ultima fase dell'esperienza di governo oppure in quella, successiva, dell'opposizione; offre loro uno stimolo, un'emozione, in un periodo povero di passioni.
Tanto che il 44% gli elettori incerti, fra coloro che nel 2001 votarono per il centrosinistra, oggi risolverebbero i loro dubbi, se si presentasse la "lista Prodi". Votandola. La delusione. La sfiducia. L'incertezza. Non possono garantire assetti elettorali stabili. La crescita economica, politiche fiscali e sociali "compiacenti", strategie di marketing elettorale, un uso accorto dei media: possono cambiare il clima d'opinione. Scaldare l'aria che congela parte dei consensi della CdL. Il centrosinistra, non deve illudersi. Oggi sta vincendo i sondaggi. Ma le elezioni si svolgeranno (dopo)domani.
(La Repubblica 3 dicembre 2003)