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  1. #1
    Desaparecido
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    Angry Lo spam si allea con i classici

    Continua la lotta tecnologica tra posta spazzatura e soluzioni software per combatterla: compaiono brani di letteratura nei messaggi per ingannare anche i filtri più avanzati.

    Secondo un recente articolo apparso sul sito della Bbc brani di opere letterarie, tra cui "Il mago di Oz", avrebbero fatto di recente la loro comparsa nei messaggi di spam.
    Non si tratta però di un'improvvisa redenzione degli spammer quanto piuttosto un metodo ancora più sofisticato ed infido per ingannare le tecniche attualmente più usate per smistare ed eliminare le e-mail indesiderate basate sui filtri bayesiani.

    Dopo l'inserimento di parole a caso, frasi pseudosensate e finti errori di battitura la posta spazzatura cercherebbe ora di superare le barriere antispam (basate sul riconoscimento delle parole e della loro frequenza nei messaggi) approfittando di brani di letteratura disponibili gratuitamente on line su siti come il progetto Gutenberg.

    Preda della nuova tecnica di spamming potrebbero così cadere numerosi programmi quali Eudora, Mozilla ma anche il servizio di posta elettronica gratuita Hotmail che il 2 dicembre ha esordito in una versione rinnovata che include anche la tecnologia anti-spam di Microsoft chiamata Smart-Screen.
    Spira il vento.

  2. #2
    Desaparecido
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    Predefinito Spamming: ora lo scontro è a tutto campo

    Nonostante la sicurezza sia segnalata fra le priorità principali dell’azienda contemporanea e nonostante il moltiplicarsi delle risorse per filtrare e respingere le comunicazioni indesiderate, spammer e hacker imperversano e si fanno più astuti.

    Benché il problema dello spamming e le tecniche adottate per respingerlo siano ormai sulla bocca di tutti, il livello di allarme in proposito non sembra calare di intensità, né sembra in procinto di farlo nel medio-breve periodo. Al contrario, un sondaggio che la californiana Symantec ha commissionato a Insight Express evidenzia come fra le aziende, specie se di piccola caratura, cominci a serpeggiare un imprevisto desiderio di alzare bandiera bianca di fronte all'incontenibile avversario.

    Il vendor e la società specializzata in ricerche di mercato hanno condotto interviste su un totale di circa 500 imprese statunitensi, rilevando un crescente numero di professionisti pronti ad adottare in merito provvedimenti molto drastici. Quali? Per esempio il completo abbandono dell'utilizzo della posta elettronica, visto come alternativa al blocco di tutta la corrispondenza on line non autorizzata, sia in entrata sia in uscita. Una misura fatta propria in tempi recenti anche da alcune grandi organizzazioni del panorama finanziario e che i dati raccolti da Symantec e Insight Express paiono in qualche modo giustificare.

    Più della metà delle realtà interpellate ha infatti assistito a un incremento della spazzatura in arrivo nella propria mailbox e il 33% ha etichettato questo incremento con l'aggettivo "drammatico". Molto significativa è inoltre l'opinione espressa da oltre il 40% degli intervistati, convinti che lo spamming rappresenti ben più della metà dei messaggi incamerati giornalmente. A preoccupare sono i contenuti, in larga parte offensivi o pornografici, ma anche le distrazioni e le perdite di tempo causate dalla ricezione di simili materiali.

    L'indagine a quattro mani sul fenomeno giunge a circa un mese e mezzo di distanza da una precedente analisi in cui Insight Express segnalava un aumento del 76% delle junk e-mail nel corso dell'ultimo anno, sempre negli Usa e però in riferimento, questa volta, all'utenza privata. Giunge poi quasi in coincidenza con l'approvazione unanime del decreto anti spam (il cosiddetto "Can spam bill") da parte del parlamento americano, ma pure in concomitanza con un altro clamoroso allarme.

    Una nuova mutazione del worm Mimail (la terza, nota oggi come Mimail-L) sarebbe capace di andare ben oltre la sola infezione delle macchine e dei relativi indirizzari postali: una volta preso il controllo a distanza di un personal computer, gli hacker sarebbero in grado di utilizzarlo per bombardare con una tempesta di dati in eccesso proprio i siti delle organizzazioni anti-spam, secondo il più tipico schema del "Denial of service" (Dos). Se ne dicono convinti attivisti del settore come la britannica Spamhaus, già pronta a collaborare con le autorità giudiziarie, o produttori di antivirus e prodotti contro lo spamming quali Sophos Plc.
    Spira il vento.

 

 

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