Vittorio Feltri ... un uomo ... una parola ...

[Sonic]

potrebbe fare la sfida della coerenza con "la Padania", ah che potere che hanno i soldi

[Barbanera]

In Origine Postato da Sonic
ah che potere che hanno i soldi

Il potere dei soldi ...

Eravamo in fuga, con Feltri che tirava la volata. Avremmo battuto il Giornale. Invece, proprio il leader non seppe resistere alle lusinghe del Cavaliere...

“Che ci fai con questi straccioni? Perché sprechi così il tuo sudore? Vieni con me e farò di te il corridore più grande del Reame”. Vittorio Feltri ha resistito a lungo, per mesi, alle lusinghe di Silvio Berlusconi...

Quante volte l’ho scongiurato di non lasciare l’lndi. Quante volte, alla fine di una cena, dopo un paio di bottiglie di vino, pareva convinto. Invece è andato al Giornale. Perché l’abbia fatto io davvero non lo so. Molti dicono per denaro...

Massimo Fini da L'Europeo del: 12/10/1994

Chi vuole andare troppo in suso ...
casca per terra e si rompe il muso...

B.

[Barbanera]

In Origine Postato da MrBojangles
Stai parlando di un pregiudicato per calunnia...

Quello che stampa la robaccia della quale si imbottiscono il cervello (nel senso dello spazio che dovrebbe occuparlo) i bananas.

La voce è pacata, lo stile inglese, le parole pietre. Vittorio Feltri è un ayatollah del giornalismo, ma a vederlo dà l’impressione d’un quieto italiano - benestante e soddisfatto - che pensa ai suoi cavalli. Difficile credere che, quando dirigeva ”Il Giornale”, ha dovuto versare una vagonata di danaro ad Antonio Di Pietro, risarcimento di una diffamazione aggravata e continuata che si è conclusa con una rettifica lunga due pagine. Due pa-gi-ne. Il più lungo errata corrige della storia.

Al cantar l'uccello ...

B.

[MrBojangles]

In Origine Postato da Barbanera


La voce è pacata, lo stile inglese, le parole pietre. Vittorio Feltri è un ayatollah del giornalismo, ma a vederlo dà l’impressione d’un quieto italiano - benestante e soddisfatto - che pensa ai suoi cavalli. Difficile credere che, quando dirigeva ”Il Giornale”, ha dovuto versare una vagonata di danaro ad Antonio Di Pietro, risarcimento di una diffamazione aggravata e continuata che si è conclusa con una rettifica lunga due pagine. Due pa-gi-ne. Il più lungo errata corrige della storia.

Al cantar l'uccello ...

B.

Credo che Libero possa essere considerato la cartina al tornasole dell'imbonimento Bananas.
Perfino Il Giornale (grazie al NIENTE rappresentato da Belpietro) sta perdendo credito (ma non le copie; chi continua a comprarlo? Paolo Berlusconi?) tra i bananas.
Libero cresce come vendite.

Ad ogni condanna per diffamazione aumenta di qualche migliaio di copie.

[MrBojangles]

In Origine Postato da Montalbano
Ragazzi, Feltri è uno di quei comunisti che stanchi della coglionaggine degli italiani, ha deciso di mettere a frutto il suo ingegno...

Grazie alla coglionaggine della "maggioranza degli italiani"; quelli con la seconda media...

[MrBojangles]

In Origine Postato da Montalbano
Vabbè, ma se tizi come il mitico lecca lecca non riescono ad elevarsi da quel livello, cosa ci può fare il compagno Feltri?

Feltri li MANTIENE a quel livello; per ordini superiori.

E' come la formalina...

[Barbanera]

In Origine Postato da MrBojangles
Per leggere, leggono; solo non capiscono...

Non ci sono le fugure...

Allora postiamo anche le figure ...



C'ero anchio? Si tu si ...

B.

[un uomo libero]

In Origine Postato da Barbanera
«Per 14 anni, diconsi quattordici anni, la Fininvest ha scippato vari privilegi, complici i partiti: la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli e il Pci con la loro stolida inerzia; e il Psi con il suo attivismo furfantesco, cui si deve tra l'altro la perla denominata "decreto Berlusconi", cioè la scappatoia che consente all'intestatario di fare provvisoriamente i propri comodi in attesa che possa farseli definitivamente.

Decreto elaborato in fretta e furia nel 1984 ad opera di Craxi in persona, decreto in sospetta posizionedi fuorigioco costituzionale, decreto che perfino in una repubblica delle banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato cancellato dalla magistratura, in un soprassalto di dignità, e che invece in Italia è ancora spudoratamente in vigore senza che i suoi genitori siano morti suicidi per la vergogna».

Chi pensasse che abbiamo deciso di riciclare il monologo di RaiOt si tranquillizzi. Questa non è Sabina Guzzanti.

È Vittorio Feltri...

... quando faceva ancora il giornalista e dirigeva L'Europeo.

Per quanto strano possa sembrare a chi le legge oggi, quelle parole sono tratte da un suo editoriale dell'11 agosto 1990, all'indomani dell'approvazione della legge Mammì, da lui giudicata roba da "repubblica delle banane" e anche peggio.

Ora che passa la legge Gasparri, una Mammì al cubo che consente a Berlusconi di fare definitivamente i propri comodi in sospetta posizione di fuorigioco costituzionale, è una vera fortuna che Feltri abbia cambiato idea, senza per questo morire suicida per la vergogna. Altrimenti una citazione per danni per 20 miliardi da Mediaset a cura dello studio Previti non gliela leverebbe nessuno.

Lo stesso giorno del mica tanto lontano1990, il Feltri prima della cura aggiungeva una condivisibile analisi del monopolio
berlusconiano della televisione commerciale e di come era stato accumulato:

«Il dottor Silvio di Milano 2, l'amico antennuto del Garofano, pretende tre emittenti, pubblicità pressoché illimitata, la Mondadori, un quotidiano e alcuni periodici. Poca roba. Perché non dargli anche un paio di stazioni radiofoniche, il bollettino dei naviganti e la Gazzetta ufficiale, così almeno le legge se le fa sul bancone della tipografia?» (L'Europeo, 1-8-1990).

Al cantar l'uccello ...

B.

Per la serie tengo famiglia! Un bravo alla "Vanna Marchi" dei pennivendoli nostrani.

[MrBojangles]

Gli esiliati mantenuti in Francia?
Prego direttore, faccia i nomi
Il quotidiano di Vittorio Feltri pretende di
impartire lezioni di Storia senza conoscerla
affatto. E paga il prezzo dell’ignoranza
Il fascismo e gli «errori» di Libero
NICOLA TRANFAGLIA
Il bizzarro quotidiano diretto da Vittorio Feltri che inalbera il nome ambizioso di Libero e si distingue persino nel coro berlusconiano per superare tutti gli altri nell’attaccare questo giornale e i Democratici di sinistra formulando gli insulti più volgari
pretende di impartire lezioni di Storia senza conoscerla affatto.
Così il 13 settembre, per rispondere a modo suo all’enumerazione delle vittime di Mussolini e del fascismo italiano è incappato ancora una volta in errori particolarmente gravi e che dimostrano la profonda ignoranza che lo affligge.
Ha avuto il coraggio di assolvere completamente Mussolini e la Repubblica Sociale Italiana dagli eccidi e dalle stragi che hanno segnato e caratterizzato la guerra feroce sul territorio italiano nel 43-45 rovesciando esclusivamente su Hitler e sulle truppe naziste
crimini che sono stati compiuti con l’attiva complicità e con la piena partecipazione degli uomini di Salò e delle forze dell’ordine italiane che avevano aderito alla Repubblica Sociale.
Dimostrando di non conoscere la nostra Storia e di non aver letto neppure i testi storici fondamentali su quel periodo (qualcuno ha letto un vecchio libro come quello di W.F.Deachin sulla «brutale amicizia» tra Mussolini e Hitler o quello più recente di Lutz Clincammer sulla occupazione tedesca in Italia?) quel giornale attribuisce soltanto ai nazisti l’infame strage delle Fosse Ardeatine nella Roma occupata del 1944.
Ignora del tutto che la Questura di Roma partecipò attivamente alla scelta dei 335 ebrei antifascisti che saranno barbaramente massacrati e assolve completamente Mussolini e la Repubblica Sociale da un crimine orrendo cui ha partecipato, e fa finta che non ci siano state migliaia di partigiani impiccati nelle strade o torturati e poi uccisi direttamente dalle Brigate Nere e dalla X Mas di quel Junio Valerio Borghese che sarà salvato dalla condanna del Clnai dell’Alta Italia e utilizzato contro i comunisti nel dopoguerra repubblicano.
È ancora possibile che ad oltre 50 anni da quegli avvenimenti si ripropongano le vecchie infondate leggende sostenute dal neofascismo italiano senza tener conto di quello che tutte le ricerche storiche in Italia e altrove hanno ormai accertato?
E si può riproporre ancora l’estraneità di Mussolini dal delitto di Bagnoles-Sur-L’Orne in cui la Cagoule francese, in combutta con il Sim fascista di Ciano e Anfuso, agli ordini diretti di Mussolini, uccise, in cambio di una partita di fucili, i due fratelli Carlo e Nello Rosselli?
E ancora nel 2003 si ha il coraggio di rievocare il carcere di Antonio Gramsci come una sorta di vacanza nella quale gli fu consentito di scrivere i Quaderni e affermare che la sua morte in clinica non avrebbe avuto nessuno rapporto con il decennio trascorso in carcere nelle peggiori condizioni?
Possibile che nessuno tra gli autori dell’articolo a cui ci riferiamo abbia mai letto la ricostruzione di quegli anni, la condizione non solo di Gramsci ma di tanti antifascisti nelle carceri fasciste?
E la morte di Gastone Sozzi ucciso dai carcerieri in maniera atroce?
Non è questione di numeri ma se ci si riferisce alla Storia del fascismo e dell’opposizione è necessario leggere e informarsi, non basta riproporre i luoghi comuni del neofascismo degli anni 40 e 50. A meno che si aspiri al regime sulla base della frase inconsulta del presidente del Consiglio per cui quella di Mussolini fu «una dittatura benigna». Forse per i fascisti non per chi pagò con la vita la sua opposizione.
La verità è che l’obiettivo politico di Feltri e del suo giornale è sempre lo stesso e coincide di sicuro con il progetto di Berlusconi e dei suoi collaboratori: staccare completamente l’esperienza del fascismo italiana da quella del nazionalsocialismo e degli altri fascismi europei in modo da convincere gli italiani che l’attuale maggioranza non ha nulla in comune con Hitler o con i lager ma che può accettare molti aspetti della «dittatura benigna» di Mussolini. Ma come si fa ancora oggi a sostenere una simile visione dell’Europa tra le due guerre mondiali?
Come si fa a dimenticare che Mussolini è stato per molto tempo il maestro di Hitler? Che siamo noi italiani ad avere inventato il fascismo che poi si è espanso in Europa?
Ma simili interrogativi che occupano da tempo gli storici non possono interessare a chi è occupato ogni giorno a difendere Berlusconi falsificando il passato.

Lettera aperta a Vittorio Feltri
Caro direttore,
il 12 settembre 2003 nel suo editoriale intitolato «Le mani sporche sulla sinistra», lei ha scritto: «Gli esiliati in Francia erano mantenuti, e sottolineo mantenuti, dal Duce». Prego, faccia i nomi.
In ordine alfabetico:
Pietro Amendola, ANNPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti), Daniel Pierre Bovet, Gilles e Jolie Martinet Buozzi, Circolo Rosselli di Firenze, Franco Coccia, Baldina Di Vittorio Berti, Lucetta Giovannini Dozza, Fondazione Bruno Buozzi, Fondazione Di Vittorio, Fondazione Vera ed Emanuele Modigliani, Fondazione Pietro Nenni, Fondazione Pertini, Fondazione Turati di Roma, Bruno Grieco, Istituto Cervi - Biblioteca Sereni, Istituto Luigi Sturzo, Giuseppe Longo, Nella Marcellino, Lucetta Minucci Negarville, Luciana Nenni,Maria Luigia Nitti Baldini, Elvira Pajetta, Carla Valtolina Pertini, Alberto e Silvia Rosselli, Ernestina Saragat Santacatterina - Anna, Clara, Marina,Marta e Silvana Sereni, Bruno Trentin, Lotte Dann Treves.

[Barbanera]

In Origine Postato da un uomo libero
Per la serie tengo famiglia! Un bravo alla "Vanna Marchi" dei pennivendoli nostrani.

Vittorio Feltri allora dirigeva l'Indipendente e il suo sostegno al pool di Milano era totale. La richiesta di autorizzazione a procedere contro Craxi era "un testo esemplare di storia patria oltre che di scienza della politica (e del furto)" (14/01/93).

Mentre il leader socialista era solo uno "che ha smarrito la trebisonda, che ha qualche filo staccato, che non tiene conto della realtà" (30/01/93).

Con la sua prosa ruvida così polemizzava con Intini: "Se anche fosse vero che Borrelli, Di Pietro e Colombo sono dei rivoluzionari come lo erano Curcio, Moretti e Gallinari e che invece della P38 usano l'avviso di garanzia e le manette, come farebbero a usare l'uno e le altre se anziché dei personaggi sospetti trovassero uomini onesti?" (27/02/93).

pennivendolo nostrano...

B.