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  1. #11
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    Blissett, ti sono vicino con grandissimo e fraterno affetto.
    Oggi da me nevica ma, leggendo quanto scrivi, mi pare che ci sia il sole...

    un abbraccio

    Guelfo Nero

  2. #12
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    Capisco perfettamente quello che provi. Sta certo che il Signore ti compenserà per il tuo sacrificio, restituendoti cento per uno. Resisti forte nella fede e lascia fare a Lui. Ti abbraccio

    Franco

  3. #13
    Ludovico
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    Ti ammiro, perchè hai fatto il tuo dovere facendo il volere di Dio.
    Forza, carissimo amico.

  4. #14
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    Un bel thread del passato....

  5. #15
    VERITAS LIBERABIT VOS
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    Volerisi (bene)

    All'amore carnale non basta la carne. Ecco perchè la Chiesa vieta i rapporti prematrimoniali

    Francesco Agnoli

    I precetti della Chiesa in materia sessuale possono talora apparire assurdi, vuoto moralismo incapace di cogliere l’essenza dell’uomo. In realtà lo spirito mondano non li comprende proprio perché sono il suo contrario, la negazione di una visione meramente terrena, affermazione, al contrario, di una virtù che è soprannaturale: la carità, l’amore. Così è per il divieto di rapporti prematrimoniali: tanti si chiedono il perché, e altri il motivo di tanta attenzione da parte della Chiesa riguardo al sesso. Eppure, a chi osservi con occhio sincero, dovrebbe apparire semplice: non è il sesso che interessa, ma ciò che dovrebbe essere implicato nella relazione sessuale, e cioè l’amore. Qualcosa di troppo grande per non avere dei segreti e dei rischi, per non abbisognare di un’educazione, di un cammino.

    Come ritenere che, se qualsiasi abilità o virtù necessita di educazione, non avvenga altrettanto per l’amore? Senza educazione, infatti, l’impulso all’amore non porta frutto, e diviene più simile alla morte che alla vita: quanta amara infelicità quando nell’amore si brucia ogni tappa, in nome di uno spontaneismo irresponsabile!

    Perché allora la Chiesa chiede la fatica, il sacrificio di ritardare il rapporto carnale, di considerarlo non certo un male, come invece fanno altre credenze, ma il coronamento e il compimento di un amore totale? Affinché l’amore possa, appunto, crescere in tutta la sua “larghezza, altezza e profondità”; affinché possa sin dall’origine abituarsi a non avere altra ricompensa che quella che trova in se stesso e nella sua gratuità, maturando quella solidità perseverante e quella benigna pazienza che sono la sua essenza metafisica. L’impulso naturale, non educato, invece, è quello di trovare subito soddisfazione nell’altro, di “farsi padroni di un amore donato”, come canta Claudio Chieffo; quello di afferrare la persona amata, stringendola magari sino a soffocarla, spinti da una emotività violenta, non chiara né verificata: come una mano, diceva don Giussani, che stritola un po’ di sabbia, sino a perderla.

    Succede tante volte, infatti, avvicinandosi troppo, di innamorarsi di un dettaglio, di una caratteristica che non caratterizza, di illudersi. La “distanza”, invece, permette di vedere meglio i contorni, di capire con la lucidità dello spirito: di affinare la vista, l’udito, il tatto dell’amore, proprio come i ciechi, che nell’esercizio, nella necessità, potenziano i loro sensi, sino a “vedere” più degli altri. Il rapporto fisico, invece, può falsare la prospettiva: se precede l’amore spirituale, ci illude di crearlo, per automatismo, ingannandoci coll’euforia e la dolcezza sensoriale che lo accompagnano. Così, spesso, di rapporto in rapporto, in tanti tengono in piedi relazioni basate sul piacere reciproco, senza approfondire gli abissi dello spirito e della personalità, ben più profondi dello spessore dei corpi: ci si ferma alle sensazioni, alle emozioni, senza rendersi conto che sono proprie della loro natura l’instabilità e la mutevolezza.

    Così l’emozione diviene lo scopo e il salvagente, momentaneo, del rapporto, e il sesso, da ricerca dell’altro, potenzialmente così forte da generare carnalmente, diventa sterile ricerca di se stessi: le mani, il corpo, la bocca, tutto si muove a vuoto, quando lo spirito è messo a tacere. Poi, un giorno ci si sveglia, nello stesso letto, e ci si accorge di non essersi mai conosciuti, di non aver penetrato, col proprio abbraccio, un altro, ma di aver chiuso le braccia su se stessi, come chi si affanna, gesticolando, in cerca di aiuto.

    Uno più uno non fa due

    Ecco allora che il fidanzamento cristiano, casto sino al sacrificio, non è la via degli illusi, di coloro che, superficialmente, come si dice spesso, vanno incontro al matrimonio senza conoscersi: “Non avete fatto esperienze, non avete convissuto, come potete?”. E’, invece, il modo per rendere unica, decisiva ed essenziale una esperienza vera. Il modo di rispettare la natura dell’uomo, la gerarchia tra anima e corpo: l’anima guida, e il corpo segue, non viceversa. Non sono i rapporti carnali, in quest’ottica, l’educazione, il cammino nel quale due persone costruiscono un rapporto vero, fondato per soddisfare, ma i sacrifici, gli umori alterni, le incertezze, le attese proprie del fidanzamento, sublimati e guidati da un desiderio che si fortifica e si purifica, divenendo saldo. Solo così, nell’attesa che conosce e riconosce, che percepisce la grandezza del dono, il rapporto tra moglie e marito non rimane una semplice somma di due persone, un io e un tu, ma produce un rapporto, un noi, una nuova realtà, una nuova volontà. La Genesi dice “un corpo solo e un’anima sola”.


  6. #16
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    Scusa se lascio un messaggio fuori dal coro...

    Preannuncio di essere come te fedele con la mia futura sposa alla Dottrina che seguo, da ben prima di aver compreso la Tradizione. Quindi ti capisco e so quanto sia dura, specie per uno come me.

    Ma nella vita bisogna trovare anche dei piccoli compromessi soprattutto quando si ha a che fare con la complessa psicologia femminile...

    Alla donna piace il "maschio" ed è un "animale" estremamente istintivo, più di noi, anche se ce la mette tutta per convincerci d'essere più complicata, più sottile, più intelligente... in realtà è più che mai istintiva.

    Comportandoti così cosa hai risolto? Hai lasciato che lei peccasse e si perdesse senza rendersene conto. Non solo, sicuramente lei presto sarà estremamente triste e angosciata per quello che ha fatto a maggior ragione se è andata con un individuo che non proverà mai più nulla per lei.

    Un rapporto "botta e via" a noi maschi può fare piacere (fa piacere), mentre loro possono fingere di divertirsi ma poi nel segreto ne piangono sempre.

    Secondo me tu non saresti dovuto arrivare alla fornicazione... ma comunque avresti dovuto dimostrare polso, passione e virilità.

    Esistono delle vie intermezze tra il sesso pre-matrimoniale ed un rapporto esclusivamente platonico. Avresti dovuto mostrare più passione: nel baciarla, nel toccarla, nello stare con lei, magari addirittura farle un piccolo atto impuro, essere meno mentale e più istintivo.

    Senza però farci sesso. Una recita. Poi facevi il duro: le spiegavi che le tue dottrine sono quelle e sono giuste, le facevi leggere il Vangelo e le dicevi qualcosa del genere "ascolta io sono cattolico e Dio ha detto questo, credi che non muoia dalla voglia di stare con te? Credi che sia finocchio?".

    Le dicevi pure qualcosa di volgare del tipo "ce l'ho fino al collo se ti penso, finocchio una s...". Che ti importa. "Sposami e vedi che lo si fa 7 volte al giorno quello che vuoi tu ma cosa credi". Le spiegavi anche che farlo prima avrebbe potuto comportare la nascita di un bambino, le spiegavi che i frutti che Dio concede all'uomo vanno assaggiati con buonsenso ma nel mentre magari le strappavi il reggiseno.

    Senza arrivare mai al sesso, le facevi capire che amavi lei e che amavi da morire anche il suo corpo (è importante anche questo) ma che se davvero lei ci teneva a te dovevate sposarvi per arrivare a quello che chiedeva.

    Lei sicuramente ti ama e ti apprezza ancora per la tua intelligenza e per la tua sensibilità, devi solo dimostrarle che se vuoi sai essere anche diverso ma che preferisci vivere da uomo migliore. Recita un attimo la parte dell'uomo peggiore, è un trucco che può darti una bella sposa e salvare un'anima, vale la candela.

    Io sono convinto che puoi riprendertela e sono anche convinto che non si sarebbe fatta e non si farebbe mai un amante. Nessuna donna si fa un amante se sta bene con il suo uomo, quando se lo fa la colpa è sempre e solo del maschio. Non sono come noi.

    Solo che adesso vivono, come tutti, in un Mondo confuso e bisogna esser furbi e spietati quanto spietato è Lucifero.

    Immagino che questo mio post sarà molto criticato, e magari anche censurato.

    Non era mia intenzione offendere il buongusto di nessuno
    Lorenzo Proia
    Responsabile Ufficio Stampa Lega Nord Toscana
    Coordinatore Zoonale GnP
    Vice Coordinatore Movimento Giovani Toscani

  7. #17
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    Un'altra cosa in genere più tu fuggi da una donna più quella ti tenterà, se non altro per orgoglio e per dimostrare a se stessa di essere tanto bella da farti cedere.

    Ma più tu fai quello a cui piace il suo corpo e che vuole il suo corpo e meno te lo darà, sempre per orgoglio.

    Falle capire che per te è un sacrificio e che lo fai anche per lei, ribalta il suo pensiero così che capisca che non sei un "debole" a non prenderla ma un "forte" a volerla da impazzire senza prenderla. Che quindi sei più forte e più duro degli altri.

    E' l'effetto aspirapolvere... come quando porti a spasso un cagnolino cucciolo: se lo insegui scappa ma se scappi ti insegue lui

    Sicuramente mi sbaglierò in tutto. Ma se c'è passione con amore che male c'è? Entro certi limiti certo, ma non esageriamo neppure nell'altro senso. Siamo fatti di spirito e di carne.

    Ed è sempre stato così, anche prima della Rivoluzione Francese, anche nel Medioevo... non diamo la colpa a Mtv. Ora certo siamo a livelli indecenti di consumismo sessuale... ma la passione c'è sempre stata!
    Lorenzo Proia
    Responsabile Ufficio Stampa Lega Nord Toscana
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  8. #18
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    Originally posted by simplicio
    Un santo, non mi ricordo chi, ma credo fosse S.Agostino una volta disse:" O Signore, fammi dono della castità, ma non subito" questo per dire che anche i santi hanno avuto le loro brave tentazioni
    E' vero: anche i Santi hanno avuto le loro brave tentazioni...
    La frase è di Sant'Agostino, sì...
    L'episodio è raccontato dallo stesso Santo nelle Confessioni, ed è legato al periodo della sua difficile e travagliata conversione, quando era ancora troppo schiavo del peccato e delle passioni e, pur desiderando cambiar vita, non voleva abbandonare completamente il male, per cui pregava, sì, Dio di liberarlo dall'impurità, ma in cuor suo chiedeva e si augurava che ciò non avvenisse troppo presto... "ed ancora rimandavo...", "ed io, miserabile fin dall'adolescenza, anzi, miserabile proprio al principio dell'adolescenza ti avevo domandato anche la castità, ma in questi termini: Dammi castità e continenza; non però subito subito. Avevo timore di essere tosto esaudito, di essere tosto guartito da quel morbo di concupiscenze che preferivo saziare che spegnere." (Confessioni, Libro VIII, Cap. VII)

    Tale "preghiera" era quindi il frutto di una volontà ancora troppo debole... una sorta di pigrizia spirituale di cui soffrono tutte le anime che, troppo legate alle passioni e alle cose materiali, devono imparare ad elevarsi a Dio e alle cose celesti, e ad abbandonare le vecchie abitudini...
    Lo stesso Sant'Agostino dice: "Così io avevo coscienza che miglior cosa era quella di abbandonarmi al tuo amore che non cedere alla mia passione; ma il primo sentimento mi garbava, mi attirava, il secondo mi dava una soddisfazione che mi legava" e ancora: "Mi era chiaro che dicevi il vero; convinto di questa verità non avevo proprio nulla da opporre, se non queste parole piene di pigrizia e di sonno:Or, or; sì, ora; aspetta ancora un poco! Ma l'or ora non aveva mai ora, e l'aspetta ancora un poco si trascinava in lungo". (Confessioni, Libro VIII, Cap. V)

  9. #19
    VERITAS LIBERABIT VOS
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    2350 I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza. Messi così alla prova, scopriranno il reciproco rispetto, si alleneranno alla fedeltà e alla speranza di riceversi l'un l'altro da Dio. Riserveranno al tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza proprie dell'amore coniugale. Si aiuteranno vicendevolmente a crescere nella castità.

  10. #20
    in silenzio
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    onestamente

    Citazione Originariamente Scritto da ilMagnifico86
    Scusa se lascio un messaggio fuori dal coro...

    Preannuncio di essere come te fedele con la mia futura sposa alla Dottrina che seguo, da ben prima di aver compreso la Tradizione. Quindi ti capisco e so quanto sia dura, specie per uno come me.

    Ma nella vita bisogna trovare anche dei piccoli compromessi soprattutto quando si ha a che fare con la complessa psicologia femminile...

    Alla donna piace il "maschio" ed è un "animale" estremamente istintivo, più di noi, anche se ce la mette tutta per convincerci d'essere più complicata, più sottile, più intelligente... in realtà è più che mai istintiva.

    Comportandoti così cosa hai risolto? Hai lasciato che lei peccasse e si perdesse senza rendersene conto. Non solo, sicuramente lei presto sarà estremamente triste e angosciata per quello che ha fatto a maggior ragione se è andata con un individuo che non proverà mai più nulla per lei.

    Un rapporto "botta e via" a noi maschi può fare piacere (fa piacere), mentre loro possono fingere di divertirsi ma poi nel segreto ne piangono sempre.

    Secondo me tu non saresti dovuto arrivare alla fornicazione... ma comunque avresti dovuto dimostrare polso, passione e virilità.

    Esistono delle vie intermezze tra il sesso pre-matrimoniale ed un rapporto esclusivamente platonico. Avresti dovuto mostrare più passione: nel baciarla, nel toccarla, nello stare con lei, magari addirittura farle un piccolo atto impuro, essere meno mentale e più istintivo.

    Senza però farci sesso. Una recita. Poi facevi il duro: le spiegavi che le tue dottrine sono quelle e sono giuste, le facevi leggere il Vangelo e le dicevi qualcosa del genere "ascolta io sono cattolico e Dio ha detto questo, credi che non muoia dalla voglia di stare con te? Credi che sia finocchio?".

    Le dicevi pure qualcosa di volgare del tipo "ce l'ho fino al collo se ti penso, finocchio una s...". Che ti importa. "Sposami e vedi che lo si fa 7 volte al giorno quello che vuoi tu ma cosa credi". Le spiegavi anche che farlo prima avrebbe potuto comportare la nascita di un bambino, le spiegavi che i frutti che Dio concede all'uomo vanno assaggiati con buonsenso ma nel mentre magari le strappavi il reggiseno.

    Senza arrivare mai al sesso, le facevi capire che amavi lei e che amavi da morire anche il suo corpo (è importante anche questo) ma che se davvero lei ci teneva a te dovevate sposarvi per arrivare a quello che chiedeva.

    Lei sicuramente ti ama e ti apprezza ancora per la tua intelligenza e per la tua sensibilità, devi solo dimostrarle che se vuoi sai essere anche diverso ma che preferisci vivere da uomo migliore. Recita un attimo la parte dell'uomo peggiore, è un trucco che può darti una bella sposa e salvare un'anima, vale la candela.

    Io sono convinto che puoi riprendertela e sono anche convinto che non si sarebbe fatta e non si farebbe mai un amante. Nessuna donna si fa un amante se sta bene con il suo uomo, quando se lo fa la colpa è sempre e solo del maschio. Non sono come noi.

    Solo che adesso vivono, come tutti, in un Mondo confuso e bisogna esser furbi e spietati quanto spietato è Lucifero.

    Immagino che questo mio post sarà molto criticato, e magari anche censurato.

    Non era mia intenzione offendere il buongusto di nessuno


    In tutta sincerità, da donna sposata da quasi 25 anni, fedele, e madre di tre figli, trovo questo post molto veritativo.


    Concordo.
    di necessità virtù

 

 
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