Riporto on articolo publicà el 18/11/2003 so l'Aena di Verona e sol Giornale di Vicenza
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I dialetti resistono
I dialetti italiani resistono nonostante la globalizzazione e i media. Anzi la Rete ne è diventato lo strumento privilegiato di diffusione. In Internet infatti sono sempre più numerosi i siti dedicati al vernacolo e moltissimi sono quelli scritti in dialetto. Esistono database dialettali (come www.dialettando.com), televisioni in dialetto come il Tg di una tivù locale pugliese trasmesso in dialetto tarantino (www.onairtelevision.com/), e dizionari virtuali "italiano-vernacolo" o "vernacolo-inglese", come quello per il napoletano (www.medivia.it/italiano/dizionario/index.htm) e il veronese (www.larenadomila.it). Un fenomeno che gli esperti interpretano come riscoperta delle proprie radici, come affermazione forte di un'identità di fronte alla globalizzazione e come necessità di preservare un patrimonio che rischia di scomparire. I sociologi della lingua si sbilanciano e arrivano a dire che per i giovani parlare il dialetto sarebbe il bisogno di rivendicare la propria appartenenza a un gruppo, mentre per i meno giovani sarebbe invece una forma di orgoglio cittadino.
Nonostante le mille ragioni e interpretazioni, due sono i dati di fatto: uno di carattere tecnico e l'altro di ordine statistico. Prima di tutto il media: Internet è facile da usare e costa poco, e quindi a chi ha il pallino del dialetto, sia per scelta che per folklore, risulta comodo avere un sito. L'elemento sociolinguistico più interessante emerge invece da alcuni studi.
Secondo una indagine Istat, il dialetto è parlato quotidianamente da 12,6 milioni di persone, cioè circa un quarto della popolazione totale. Mentre altri 15 milioni di italiani (il 28,3% del totale) abitualmente mescolano la parlata locale con quella nazionale. Se il dato di fondo è che la lingua italiana è sempre più diffusa specie tra le nuove generazioni, è anche vero che resiste un 6% della popolazione che parla esclusivamente o prevalentemente il dialetto nei rapporti familiari, con amici e con estranei.
Moltissimi sono i siti vernacolari rappresentativi del Nord e della Sardegna meno quelli espressione della cultura linguistica del Sud. Basta digitare in un motore di ricerca una parola nel vostro dialetto e compariranno decine di siti. Eccone alcuni esempi.
Milano e la Lombardia si collocano tra i primi posti nella classifica dei siti in dialetto. Su
www.melegnano.net/meneghino/storia0d.htm si può leggere una cronologia aggiornata dei fatti storici della città meneghina, mentre le pagine del sito di Andrea De Vecchi (http://members.tripod.com/~DeVecchi/index.html)
conteng ono anche un mini vocabolario inglese-milanese. "Elmilanes.it" è invece il portale generale della lingua milanese.
Ma è il Veneto il regno del vernacolo online: "La Rena Domila" (www.larenadomila.it) si propone non solo come il giornale di Verona in dialetto ma anche divulgatore del dialetto veronese attraverso premi di poesia in volgare e una serie di corsi di "lengua" veronese. Anche "Raixe Venete" (http://www.raixevenete.net/) ha fatto sua la bandiera della cultura e lingua locali: il sito è in sedici lingue "straniere", dal friulano all'inglese. Più didascalico è invece il sito vicentino www.sitoveneto.com/.
"Parla come che te magni" è invece il motto della casa editrice "ScantaBauchi" (www.edizioniscantabauchi.it/html/index.htm) di Padova che pubblica il trimestrale satirico "Sganassate" e qualche libriccino umoristico con titoli di sicuro effetto in rigoroso dialetto veneto.
Uno studio storico geografico della cultura padana o gallico-italica è offerto dal genovese Davide Siviero (www.geocities.com/Athens/Thebes/8042/) in dialetto lombardo e ligure, ma esistono anche versioni in altri dialetti. Siti in genovese sono quelli del signor Franco Bampi (www.francobampi.it/zeneise/) e www.zeneize.net/index.html.
pbitta@libero.it
PESCANDO NELLA RETE di Paolo Dal Ben