Raga, il propagandista Feltri si è incazzato col capo perchè ha capito (con un congruo ritardo, a cose ormai fatte) che la legge Gasparri provocherà la rovina della carta stampata, e quindi anche la sua.
Bravo Feltrone, e pensarci prima no?
Comunque mi è piaciuto quando ha detto che il Berlusca è un bugiardo naturale e vendicativo, ce l'ha coi giornali perchè l'80% sarebbe contro di lui, ma che un vero premier è il presidente anche di quelli che non lo hanno votato, come sarà Brunik (sia presidente che non votante di Berlusconi).
Bravo Feltrone, potevi dirla tutta però che da un male puo' nascere un bene: se i giornali chiuderanno, il bene che ne puo' uscire è una Mediaset sempre con più soldi, non fare il cattivo, pensa al futuro di Piersilvio e Marina un pochino pure tu.
Libero 11.12.03
Mi consenta
Cavaliere...
DI VITTORIOFELTRI
Silvio Berlusconi è di nuovo loquace. Si vede che la vicinanza di Bruno Vespa gli fa bene. Fu a Porta a Porta che il Cavaliere firmò, alla vigilia delle elezioni, il contratto con gli italiani, una trovata mediatica di sicura presa sul pubblico nonostante le critiche dell'Ulivo. E ieri, presentando il libro del suo giornalista televisivo preferito, ha sciolto la lingua apparentemente inceppata da qualche tempo. Ne ha avute per tutti, alleati ed avversari, e ha tolto loro ogni illusione. Lui non molla, lo ha detto con brutale chiarezza, dunque ogni manovra per succedergli oltre che prematura è velleitaria. Berlusconi non si pone il problema di sloggiare da Palazzo Chigi, contrariamente a quanto parecchi speravano. Hic manebimus optime. Il premier farà il premier fino a scadenza naturale della legislatura, poi riproporrà la sua candidatura per il successivo quinquennio. Il Quirinale può aspettare.
C'è da credergli? In parte sì, però solo in parte, perché l'uomo è bugiardo, sinceramente bugiardo. Le bugie sono per lui un'esigenza spirituale ed esistenziale. Quando ancora mi telefonava (sia pure raramente), cominciava così la conversazione: «Caro direttore, lei è sempre il migliore; la prima cosa che faccio la mattina è leggere il suo articolo». Balla soave ma gigantesca. Ha fatto lo stesso complimento almeno ad altri dieci giornalisti, tra cui mio figlio Mattia che, essendo un tipino riservato quanto il padre, me lo ha subito riferito.
A proposito di carta stampata, Berlusconi non si è lasciato sfuggire l'occasione per attaccarla con una punta di disprezzo. Non conta più niente, ha detto. E superata, si rivolge a una élite, non regge il confronto con la televisione, che è vista da milioni e milioni di persone, quindi più potente e incisiva anche in ambito pubblicitario, sicché è giusto sia favorita dalla legge Gasparri. Le massaie d'altronde decidono gli acquisti godendosi gli spot, non certo sfogliando i quotidiani.
Boia di un Berlusconi, prima azzoppa noi gazzettieri e infine ci decapita. Grazie di cuore. Mi consenta tuttavia di farle notare che sbaglia. È vero che la tivù entra in ogni casa e si impone. Ed è vero che gli spot sono assai suggestivi, nel senso che suggestionano e basta. Esempio. Mostrano una bella ragazza, ne inquadrano il piede e relativa gamba mozzafiato; poi una portiera che sbatte, e la ragazza sparisce per regalare la scena intera alt auto di gran marca. Chessò, una Lancia, un'Audi o una Mercedes. Nasce in te il desiderio di averla. Ma se vuoi sapere il prezzo, la cilindrata, le prestazioni, eccetera devi comprare un giornale, perché la tivù, dati i listini, non entra nei dettagli (importanti). Si limita appunto a suggestionare. Quotidiani e periodici invece, nelle loro inserzioni, sono informativi, soddisfano ogni curiosità. Ergo. La pubblicità cartacea è complementare a quella del piccolo schermo. Lo chieda a quelli della Mondadori, che è roba sua. Ammetta piuttosto, Cavaliere, che i giornali le sono antipatici perché (8 su 10) parlano maluccio di lei. E desidera (inconsciamente?) punirli. È umano. Però il presidente del Consiglio di tutti gli italiani dovrebbe esserlo anche di quelli che non lo votano, perfino dei giornalisti ostili.
Berlusconi ostenta scarsa considerazione per qualsiasi foglio, e cita la Thatcher, che gli avrebbe consigliato di non leggerli. Ma è sicuro di non leggerli? Fosse così, perché dovrebbe pagare una squadretta di "amanuensi" che gli compilano la rassegna stampa, riportando gli articoli 'meritevoli"? Via, Cavaliere, non ce la racconta giusta. Se fosse giornalista, farebbe concorrenza alla categoria sparandone di più grosse. Vabbé, transeat.
Prendiamo atto dei suoi progetti: cambiare la legge elettorale per non imbarcare nelle coalizioni (di destra e di sinistra, l'è istess) le ali estreme e rompiscatole; non accantonare l'idea del listone unico per le europee; procedere in gennaio a una verifica delle opere realizzate dal governo e, se occorre, cambiare qualche cavallo imbolsito. Coraggio. Malgrado il requiem che ha dedicato a noi poveri "pennini", le faccio tanti auguri.
Oddio, la salute non le manca, i soldi nemmeno (pare), sorvolo sul sesso; gli auguri dunque valgono solo per la tranquillità, sua e del governo, e magari nostra. Ciao.