Allora riassumiamo:

Il miracolo economico che, secondo i nostri eroi, era dietro l'angolo nel 2001 ancora non si vede proprio.... Anzi, anche per gli investimenti, le cose non sono andate mai cosi' male in 10 anni...

Veniamo invece a sapere che gli investimenti erano letteralmente esplosi nel periodo 1998-2001 (quando governavano gli incapaci e, secondo le leggende metropolitane polliste, l'economia andava a rotoli).

Poi sono arrivati gli uomini del fare....

Cosa fa un superministro dell'economia competente dopo che gli investimenti sono arrivati a livelli record?

Non ci vuole il nobel per capire che bisogna incentivare la domanda, sopratutto se ci sono chiari segnali di declino della stessa. Come vi dicevo io, gia' nel lontano 2001.

Cosa fa invece il tributarista 3colli, che i manuali di economia non li ha visti neanche in fotografia? Il volpone pensa bene di incentivare gli investimenti.... Ed e' cosi' convinto di aver trovato la chiave di volta che decide addirittura di dare il suo nome a questa geniale manovra.

Ma, come da me previsto sin dall'inizio l'eroe pollista 3colli, con la sua rifoma, fa solo uno splendido buco nell'acqua.... Ricordiamo che allora i pollisti mi prendevano per il culo difendendo a spada tratta il loro "grande esperto di economia" e la sua "geniale manovra che avrebbe rilanciato l'economia italiana"...


Il Sole
CONGIUNTURA 2003-2004 / IL COMMENTO
Investimenti, dopo la caduta

L'anno che sta per concludersi è senza dubbio il periodo peggiore dell'ultimo decennio per la domanda di beni strumentali. Le imprese, tra diffusa incertezza e ripetute revisioni al ribasso, hanno drasticamente ridotto i loro programmi di spesa. Ma il peggio sembra oggi passato.
di Michele De Gaspari

Il 2003 si è ormai configurato, per l'economia italiana, come l'anno nero degli investimenti, il peggiore periodo dell'ultimo decennio, dopo il crollo registrato nel 1993. E' quanto risulta dall'inchiesta semestrale Isae, condotta fra ottobre e novembre presso il consueto ampio campione di imprese industriali manifatturiere; un dato che trova riscontro nell'analoga indagine congiunturale d'autunno a cura del Servizio studi della Banca d'Italia e nei conti economici trimestrali Istat, relativi ai primi tre quarti di quest'anno. La fase di caduta dovrebbe, tuttavia, avere toccato il fondo: il peggio sembra oggi passato e le imprese prevedono per il 2004 una graduale, anche se lenta, accelerazione dei programmi di spesa in beni strumentali. Gli investimenti, insieme alle esportazioni nette, hanno fornito un contributo negativo alla crescita (modesta, quasi trascurabile) del Pil italiano nel 2003. La variazione media annua, pur in recupero nel secondo semestre nel dato congiunturale, è stimata infatti significativamente in calo (-2,5% circa), con flessioni piuttosto rilevanti per le componenti macchinari-attrezzature e mezzi di trasporto. Il loro andamento ha rappresentato uno degli elementi di maggiore preoccupazione nel consuntivo dell'anno che sta per concludersi, perché la caduta nella domanda di beni strumentali è solo in parte riconducibile al venire meno delle agevolazioni della legge Tremonti bis, in scadenza alla fine del 2002. Mentre negli altri maggior paesi il ciclo degli investimenti si può consoderare ormai in via di ripresa, in Italia la dinamica dell'accumulazione di capitale ha dunque scontato, nel corso del 2003, la rilevante espansione del quadriennio 1998-2001, sostenuta poi nel 2002 dagli sgravi fiscali, che ne hanno solo rinviato il declino di alcuni trimestri. Gli investimenti in costruzioni (edilizia residenziale e non), per contro, hanno continuato a fornire positivi contributi alla dinamica complessiva, anche se hanno incominciato a mostrare segnali di rallentamento nella parte centrale di quest'anno. La proroga degli incentivi alle ristrutturazioni per l'intero 2004 ne affievolirà prevedibilmente l'impatto, diluendolo nel tempo.

Revisioni al ribasso La spesa per investimenti appare a tutt'oggi la principale variabile in controtendenza con la schiarita che si delinea nelle più recenti indagini congiunturali condotte presso le imprese. Il Bollettino economico di novembre (pag. 34-35) della Banca d'Italia, a fronte del maggiore ottimismo sulle prospettive di crescita a breve termine rilevato nel consueto sondaggio autunnale, registra la nota dolente proprio sul fronte delle intenzioni a investire da parte delle aziende interpellate. Gli imprenditori hanno rivisto al ribasso i loro programmi d'investimento, sia rispetto all'anno precedente sia ai piani iniziali; e questo per fattori di natura tecnico-organizzativa, ma anche per inattesi cali della domanda e il conseguente aumento dell'incertezza. Pur in presenza di favorevoli condizioni di finanziamento, con i tassi d'interesse al loro minimo storico e destinati a rimanere tali per un periodo non breve - come sottolinea il sondaggio congiunturale della Banca d'Italia - la prolungata flessione della domanda di beni strumentali risente, soprattutto, del perdurante modesto grado di utilizzo della capacità produttiva, a cominciare dalle imprese in prevalenza esportatrici. Ciò lascerebbe intravedere una dinamica tendenzialmente debole degli investimenti per il medio termine, perché le imprese sarebbero in tale contesto orientate a rimpiazzare solo gli impianti invecchiati.

Un 2004 in lenta risalita La produzione nel comparto della meccanica strumentale - senza dubbio il più rappresentativo nel descrivere il ciclo degli investimenti - risulta in flessione nei primi tre quarti del 2003, a causa soprattutto delll'andamento della domanda interna, in sostanziale ristagno. Le esportazioni a loro volta, pur registrando progressi su alcuni mercati di sbocco emergenti, risentono del freno costituito dal forte apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro. La recente crisi del settore dell'auto e del suo indotto ha, poi, contribuito ad aggravare la negativa congiuntura in atto. Un recupero degli investimenti è, tuttavia, prevedibile a partire dall'inizio del 2004, favorito dal miglioramento delle prospettive economiche interne e internazionali, dalla ripresa delle esportazioni, dall'aumentato grado di utilizzo degli impianti, a cui si aggiunge il perdurante basso costo del denaro. Segnali positivi sono, del resto, già in vista nell'ultimo scorcio del 2003, se si guarda all'andamento del portafoglio ordini delle imprese, in particolare di quelle che producono beni strumentali. Non si tratterebbe di una nuova fase di crescita a ritmi vivaci, ma di una moderata accelerazione, compresa fra il 2,5% e il 3%, della domanda di beni d'investimento, trainata dalla componente macchine e attrezzature, mentre rimarrebbero prevalentamente stabili le costruzioni.

11 dicembre 2003