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  1. #1
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    Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza e in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta!
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    Wink Una tradizione...politicamente scorretta

    Si discuteva tra amici di questo argomento tra il serio e il faceto: che ruolo rivestono i "sani" bestemmioni all'interno della tradizione e specificatamente delle lingue locali padane, cioè nel linguaggio del popolo? A fronte di esaltazioni apologetiche di presunte tradizioni "paolottiche" con relativi annessi e connessi si ragionava su un dato di fatto incontrovertibile (anche agli occhi dei novelli inquisitori da dopolavoro) ovvero che la bestemmia è parte integrante della società padana, la si ritorva puntualmente a livello popolare, il suo utilizzo “coniugata” nelle relative lingue locali è qualcosa di tradizionale. E’ innegabilmente una parte della società, una tradizione “speculare” a quella di croci e campanili e parimenti radicata…checchè se ne dica Che derivino dalla dura vita di campagna di una volta o meno, gli smoccolamenti sono davvero frequenti e anche caratteristici, penso solo alle “creazioni” del milanese oppure alle opere d’ingegno dei bestemmioni veneti o “peggio” ancora friulani.

    Tutto politicamente scorretto, ovvio.




  2. #2
    Sposo di Teodolinda
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    Ricordo, o meglio mio padre ricorda, contadini che smoccolavano da mattina a sera (probabilmente come reazione alla povertà e alle dure condizioni di vita in campagna nella prima metà del secolo scorso) ma che poi erano capaci di dedicare gran parte del loro, poco, tempo libero ad erigere le piccole cappelle votive che disseminano le nostre terre.
    Questo apparente contrasto di comportamenti pùò trovare spiegazione nel fatto che nell'intendimento di chi le pronunciava non vi era affatto un contenuto offensivo ma, semmai, uno sfogo, un intercalare che spesso si ritrova nelle culture popolari come, ad sempio, il "belin" ligure la "maremma bucaiola" toscana.

  3. #3
    R.i.P. quorthon
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    Guardate, conosco una persona a me vicina che ogni 3 parole ci infila una bestemmia....è bresciano ed è tutto fuorchè una cattiva persona oppure un uomo che si comporti in modo anti-cristiano.
    E' semplicemente Padano...e la bestemmia è connaturata nella sua persona...
    --------------
    The Warrior

  4. #4
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    Dalle mie parti gli unici che non bestemmiano sono i preti... (quanto meno non lo fanno in pubblico).

  5. #5
    PADANIA LIBERA!
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    Predefinito

    In origine postato da Autari
    Ricordo, o meglio mio padre ricorda, contadini che smoccolavano da mattina a sera (probabilmente come reazione alla povertà e alle dure condizioni di vita in campagna nella prima metà del secolo scorso) ma che poi erano capaci di dedicare gran parte del loro, poco, tempo libero ad erigere le piccole cappelle votive che disseminano le nostre terre.
    Questo apparente contrasto di comportamenti pùò trovare spiegazione nel fatto che nell'intendimento di chi le pronunciava non vi era affatto un contenuto offensivo ma, semmai, uno sfogo, un intercalare che spesso si ritrova nelle culture popolari come, ad sempio, il "belin" ligure la "maremma bucaiola" toscana.
    Concordo in pieno.
    Hai fatto la descrizione del mio paese...che è un piccolo paese agricolo.
    Saluti Padani

  6. #6
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    Secondo me dipende dalle zone, per la mia esperienza personale i veronesi sono dei gran bestemmiatori, i mantovani molto meno. Cmq la gente educata evita di bestemmiare ad ogni latitudine anche se non ne nego che a me a volte ne scappi una quando parlo in dialetto veronese.

  7. #7
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    Predefinito Re: Una tradizione...politicamente scorretta

    In origine postato da Nanths
    Si discuteva tra amici di questo argomento tra il serio e il faceto: che ruolo rivestono i "sani" bestemmioni all'interno della tradizione e specificatamente delle lingue locali padane, cioè nel linguaggio del popolo? A fronte di esaltazioni apologetiche di presunte tradizioni "paolottiche" con relativi annessi e connessi si ragionava su un dato di fatto incontrovertibile (anche agli occhi dei novelli inquisitori da dopolavoro) ovvero che la bestemmia è parte integrante della società padana, la si ritorva puntualmente a livello popolare, il suo utilizzo “coniugata” nelle relative lingue locali è qualcosa di tradizionale. E’ innegabilmente una parte della società, una tradizione “speculare” a quella di croci e campanili e parimenti radicata…checchè se ne dica Che derivino dalla dura vita di campagna di una volta o meno, gli smoccolamenti sono davvero frequenti e anche caratteristici, penso solo alle “creazioni” del milanese oppure alle opere d’ingegno dei bestemmioni veneti o “peggio” ancora friulani.

    Tutto politicamente scorretto, ovvio.



    _________________________________
    L'osservazione è sicuramente azzeccata, anche se mi pare giusto aggiungere che l'uso della bestemmia frequentemente intercalata nel discorso era più diffuso nella parlata in lingua locale che non in itagliano.
    I bestemmiatori che ho conosciuto io erano, per la gran parte, persone normalissime, credenti e che frequentavano la chiesa; la bestemmia veniva di regola pronunciata senza malizia alcuna e senza pensare di offendere chicchessia, tantomeno Dio.
    La bestemmia era per loro un semplice sfogo a uno scatto di rabbia o un vezzo che voleva rafforzare l'espressività del discorso: in tal caso la bestemmia veniva intercalata alle altre parole pronunciandola con toni di voce appropriati che, insieme alla mimica facciale e alla gestualità, faceva raggiungere alla parlata il massimo di espressività: un effetto assolutamente inimitabile, e anche poco comprensibile, da chi non fosse nativo del luogo.
    E' chiaro che l'uso di intercalare la parlata veneta con "adeguate" bestemmie non è esportabile o traducibile in altre lingue, come, ad esempio, itagliano, inglese, ecc., senza che il suo significato venga completamente stravolto e involgarito: le bestemmie assumerebbero in tal caso solo il loro significato letterale, cioè di gratuita offesa alla divinità.

  8. #8
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    Predefinito Re: Una tradizione...politicamente scorretta

    In origine postato da Nanths
    Si discuteva tra amici di questo argomento tra il serio e il faceto: che ruolo rivestono i "sani" bestemmioni all'interno della tradizione e specificatamente delle lingue locali padane, cioè nel linguaggio del popolo? A fronte di esaltazioni apologetiche di presunte tradizioni "paolottiche" con relativi annessi e connessi si ragionava su un dato di fatto incontrovertibile (anche agli occhi dei novelli inquisitori da dopolavoro) ovvero che la bestemmia è parte integrante della società padana, la si ritorva puntualmente a livello popolare, il suo utilizzo “coniugata” nelle relative lingue locali è qualcosa di tradizionale. E’ innegabilmente una parte della società, una tradizione “speculare” a quella di croci e campanili e parimenti radicata…checchè se ne dica Che derivino dalla dura vita di campagna di una volta o meno, gli smoccolamenti sono davvero frequenti e anche caratteristici, penso solo alle “creazioni” del milanese oppure alle opere d’ingegno dei bestemmioni veneti o “peggio” ancora friulani.

    Tutto politicamente scorretto, ovvio.




    Chi usa bestemmiare, o chi usa qualche parola ogni tanto che, oggi può turbare la sensibilità di una persona, non necessariamente è anti-cristiano, ateo, o quant'altro: semplicemente le usa perchè è abituato così sia in casa che fuori.
    E' una questione di "eredità", dipende da molti fattori.
    Non si possono definire persone buone o cattive, semplicemente persone che hanno vissuto in un certo ambiente dove si usava più la lingua natia che non quella italiana.
    Si sa, d'altro canto, che in milanese, ad esempio, si usano ancora oggi, come le usavano i nostri nonni e bisnonni, singole parole "blasfeme" e/o "offensive" per qualcuno, all'interno di una frase.
    Questo però non implica che quella persona voglia offendere o essere un "diavolaccio", semplicemente usa quegli intercalari.
    Molto spesso si usano termini come "ciombia" o "ostia" in una conversazione del tutto amichevole e scherzosa.
    E' ovvio che qualcuno alla lunga può offendersi, ma bisogna anche considerare che forse chi parla o scrive a quel modo, non è intenzionato ad offendere nessuno: semplicemente sta dialogando a modo suo.

  9. #9
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    Predefinito Re: Re: Una tradizione...politicamente scorretta

    In origine postato da elenailinn
    Chi usa bestemmiare, o chi usa qualche parola ogni tanto che, oggi può turbare la sensibilità di una persona, non necessariamente è anti-cristiano, ateo, o quant'altro: semplicemente le usa perchè è abituato così sia in casa che fuori.
    E' una questione di "eredità", dipende da molti fattori.
    Non si possono definire persone buone o cattive, semplicemente persone che hanno vissuto in un certo ambiente dove si usava più la lingua natia che non quella italiana.
    Si sa, d'altro canto, che in milanese, ad esempio, si usano ancora oggi, come le usavano i nostri nonni e bisnonni, singole parole "blasfeme" e/o "offensive" per qualcuno, all'interno di una frase.
    Questo però non implica che quella persona voglia offendere o essere un "diavolaccio", semplicemente usa quegli intercalari.
    Molto spesso si usano termini come "ciombia" o "ostia" in una conversazione del tutto amichevole e scherzosa.
    E' ovvio che qualcuno alla lunga può offendersi, ma bisogna anche considerare che forse chi parla o scrive a quel modo, non è intenzionato ad offendere nessuno: semplicemente sta dialogando a modo suo.
    sì, hai reso il concetto esattamente e anche con delicatezza.
    I "sacramentoni" sono parte dell'espressività e del colore delle lingue naturali padane. E' una espressività che manca nell'itagliano standard, cavia da laboratorio ma che se traslata in questo diverso contesto linguistico perde tutta la sua carica espressiva e di significato.Insomma se non inseirta nel periodare solo per fofendere (qualcuna o qualcosa che esista o meno) non si può non considerare parte integrante della cultura linguistica popolare e da cui non si può prescindere a meno di essere dei bacchettoni o dei milanesisti da sagrestia (e elenailinn sa a chi mi riferisco...non sarà certo un'ostia a destare scandalo, suvvia, ma dove vivono ste persone...).
    Inoltre con riferimento alla creatività vi invito ad esaminare le varie koinè utilizzate per non turbare il senso del divino...ergo la "maremma" dei toscani diventa da noi "madoi", "madocina", "madontina" ecc. ecc., e come dimenticare il "cramentu veh!!!" del padanissimo zio Natalin (nomen omen )

    e cmq buon natale

  10. #10
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    Ben detto Quorthon!
    per noi Bresciani la bestemmia fa parte del linguaggio di tutti i giorni...d'altronde basta fare un giretto nelle ns officine artigianali per sentire che corollario per noi è una tradizione DOP cosi' come i fucili e i tondini.
    salucc



    In origine postato da quorthon
    Guardate, conosco una persona a me vicina che ogni 3 parole ci infila una bestemmia....è bresciano ed è tutto fuorchè una cattiva persona oppure un uomo che si comporti in modo anti-cristiano.
    E' semplicemente Padano...e la bestemmia è connaturata nella sua persona...

 

 
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