Da uno scritto di Platone:

Caso volle che, in seguito, alcuni potenti trascinassero in giudizio il nostro amico Socrate, agitando contro di lui un'accusa la più infamante per disonestà e la più lontana dalla sua indole; lo perseguirono infatti per empietà, lo condannarono, l'uccisero, lui che non aveva voluto prendere parte alla cattura illegale di uno dei loro amici, al tempo in cui anch'essi soffrivano delle miserie dell'esilio. Indotto di nuovo a riflessione su queste vicende, su chi si occupa di politica, sulle leggi e sugli usi in generale, quanto più passava il tempo e andavo avanti nell'età facendo di queste considerazioni, tanto più mi sembrava difficile riuscire a far qualcosa con la politica. Senza amici e compagni, impossibile realizzare niente...

Se non è possibile una filosofia per la città, occorre creare una città per la filosofia.

Platone, ammaestrato dalla vicenda di Socrate in politica, imbocca un'altra via: visto che è impossibile il dialogo nella città, esso va portato fuori dalla città, in una triplice maniera:

!)nel testo scritto
2)in radicali progetti riformatori, teoretici e pratici (gli sfortunati viaggi a Siracusa del 389, 367, 360 a.C.)
3)tramite la fondazione di scuole (l'Accademia, che sopravvisse fino al 529 d.C., quando fu soppressa per volere di Giustiniano)

...fui costretto a limitarmi a fare gli elogi della retta filosofia, come quella da cui sola può venire la capacità di scorgere ciò che è giusto nella vita pubblica e in quella privata; mai le generazioni degli uomini avrebbero potuto liberarsi dai mali, fino a che non fossero giunti ai vertici del potere politico i filosofi veri e schietti, o i governanti della città non diventassero, per un destino [moira] divino, filosofi.

Ciao amotex …
Nel principio politico di Socrate di preparare la “città all’avvento”…portando nella “dialettica (secondo logica)” il mezzo vincente…(il tempo per i cambiamenti da parte di “politici” che detengono il potere non è mai il tempo per cambiare (demagogia)…perciò più volte la Storia si morde la coda innaffiando la terra di sangue innocente!) è caduto nel vuoto pagando di persona…
L’allievo più “attento” Platone cerca di non prendere di petto il potere…ma lavorarlo ai fianchi…(il filosofo non fa la guerra…è presenza viva con la sua “dialettica” di etica Sociale con coloro che si abbeverano alla sua (aperta) logica…) Il tempo corre e i “fianchi” furbescamente servano paradossalmente al potere o al “contro potere”…
Il Buon lavoro dell’allievo Platone è tentare con le scuole dell’Accademia…che riuscirono a sopravvivere per circa 900 anni…
I “Politici saggi” non possono che essere dei Filosofi…i Filosofi non possono che essere dei Politici saggi…per il semplice fatto che la loro “dialettica” sa quadrare il cerchio a vantaggio del Popolo che li Governa…(Globalizzazione)
Ciao amotex…
Il Poeta
15/12/03
N.B.
Tratto dal Forum di Filosofia di Fabiobo moderatore il Poeta