Pablo Picasso, a circa 30 anni dalla scomparsa, riesce ancora a riservare sorprese. Ora si tratta delle opere che egli donò all'amata seconda moglie «legittima», la giovane Jacqueline Roque, colei che gli fu vicina nella vecchiaia, lo amò, accudì con devozione, umiltà, fra le quinte e fu, scrive lui, più o meno «la perfetta moglie per un artista: si occupa degli aspetti pratici, del tener ordine fra le cose del pittore». Insieme, dal 1955 (si sposarono nel '61) sino alla fine (lui morì nel '73, lei si suicidò nel 1985) vissero nelle diverse dimore di Vaullaris, Cannes, Vauvenargue, Mougins, mentre lui tracciava disegni, creava dipinti in continuazione, parecchi dei quali ritraggono Jacqueline o se stesso anziano.
In oltre lui, restio alle foto negli anni della vecchiaia, dapprima la indirizzò con inquadrature, prospettive per scattargli immagini al lavoro, nello studio, mentre creava, poi vista la capacità la lasciò libera di fotografarlo come voleva. Così la vasta mostra (90 opere, fra disegni, dipinti, collages, sculture) prende l'avvio da una serie di foto significative «di famiglia» pressochè sconosciute, con un Picasso rilassato, al lavoro o nei vari studi e dimore, com amici quali Cocteau, la Parmeline con Pignon e altri. Insomma una felice sopresa.
Le opere sono presentate dalla nuova Pinacothéque de Paris, museo privato, diretto da Marc Restellini, in imponente sede che fu museo e boutique Baccarat. Esposti sono i regali che Picasso donò a Jacqueline, taluni mai visti. Magnifico, il noto minuscolo Autoritratto del 1906, come la superba Testa di donna del 1907, studio per Les Demoiselles d'Avignon; poi il carboncino, studio per le Tre Donne del 1908, e il prezioso disegno per la donna cubista in poltrona del '14, il ritratto del figlio Paul del 22, minotauri, Il bacio, Il circo del 33, insomma una ventina di opere storiche di pregio.
Poi Jacqueline, fissata in ogni stile, versione, posa immagine, compreso il celebre Ritratto di Mme Z, con fiori di profilo, dal collo lunghissimo, alla Modigliani. Eccola, di nuovo, seduta in costume turco nel '73, in stile alla Ingres nel 54 con le gambe ripiegate, poi nuda, o seduta sulla sedia in paglia a dondolo nel '54; cubista, con il cane afghano nel 64,un lungo fiore candido dedicato a lei nel 65, infine una quantità di Autoritratti o ritratti di uomini del '600, o toreador. Insomma un dono in ricordo d'un grande amore, che oggi appartiene agli eredi di Jacqueline. Valido aiuto viene dal catalogo di Skira.