Dal Corriere:

Il «Gandhi dei Balcani» indica come sua priorità la vera tolleranza fra le confessioni diverse nella provincia serba a maggioranza albanese
Rugova, il Kosovo e la conversione «Simpatia per il cristianesimo»
«È stata la prima fede del nostro popolo. Le moschee sono venute dopo»
DAL NOSTRO INVIATO
PRISTINA (Kosovo) -Presidente Rugova, è vero che si è convertito al cristianesimo?Un sorriso, un lungo silenzio. Ibrahim Rugova è pur sempre il capo d'uno Stato «multietnico» al 90 per cento musulmano, sostenuto dai soldi (anche) di molti Paesi islamici. L'antico allievo di Roland Barthes sa pesare le parole: «Diciamo così: oggi nutro una certa simpatia nei confronti dell'educazione cristiana e occidentale».

Possiamo chiamarlo un percorso spirituale, quello che sta compiendo?

«La nostra educazione di provenienza è occidentale. E anche storicamente, la prima fede praticata dal popolo albanese è stata il cristianesimo. Le moschee e il resto sono arrivati dopo. Già con gli Illiri, coi Romani ci furono in questa terra fermenti di cristianesimo. E invece, con gli Ottomani, una parte di questa popolazione è stata portata all'Islam con la violenza. Questo è accaduto anche dopo Skanderbeg e la sua resistenza all'
invasione dei Turchi».

Un ritorno alle radici...

«C'è stata una penetrazione musulmana molto profonda e questa, ancora oggi,si traduce nei nomi e nei costumi del nostro popolo. Cristiani e musulmani si sono integrati con una certa armonia. L'unico presupposto della nostra esistenza è la tolleranza reciproca. Senza questa, saremmo scomparsi: noi
kosovari, ma anche gli albanesi e i macedoni. Così oggi, in questo clima,ciascuno di noi può scegliere la religione, la tradizione che meglio lo rappresenta».

Lei però è il presidente del Kosovo...

«Il mio è un interesse culturale e spirituale del tutto personale. Vede quel quadro? (indica l'olio d'un ritratto su sfondo verde, opera d'un pittore kosovaro) È un ritratto di Pjeter Bogdani. Fu un grande vescovo del Kosovo,nel '600 combatté la penetrazione islamica in questa terra. Una figura straordinaria, molto attuale per chi vuole capire queste epoche di confronto
tra civiltà».

Quando si farà battezzare?

Altro sorriso: «Si vedrà... Ora il mio obbiettivo è soprattutto politico:voglio mirare a una vera tolleranza fra cristiani e musulmani».
Rugova folgorato sulla via di Pristina. È da almeno un anno che circolano voci sulla conversione del «Gandhi dei Balcani», capo storico contestato dalla leadership kosovara, ma ancora forte d'una maggioranza politica. Un sacerdote italiano segue questo cammino di fede fin dal '99, dai tempi dell'esilio romano di Rugova, quando questa terra veniva «serbizzata» dalle truppe di Milosevic e bombardata dalla Nato: «Se si è convertito? - si
schermì il prete, mesi fa, alla nostra domanda -. Non so se sia opportuno rivelarlo. In ogni caso, chiedetelo a lui». Fatto: una mattina di novembre il presidente del Kosovo, anziché sottrarsi, s'alza dalla sua poltrona rosso impero, primo piano del palazzo sui colli di Pristina, e ci accompagna in una sala vicina, davanti al plastico color alabastro d'una cattedrale. «È il mio sogno: un mausoleo per Madre Teresa di Calcutta, grande cristiana e
grande albanese. L'hanno disegnato due architetti italiani, Bruno Valente e Giuseppe Durastanti. Sono stato in Vaticano. Ho mostrato il progetto anche al vostro ministro Buttiglione».

Ma quei soldi non si potrebbero usare per cose più urgenti?

«Il progetto sarà finanziato con le donazioni individuali. In ogni caso, a noi servono questi simboli. E non è con la somma destinata a una chiesa che si cambia l'economia di un Paese».
(..)
Ma come sarà, questo Kosovo indipendente? Che bandiera avrà? E i confini saranno quelli di adesso? Gli albanesi della Serbia meridionale vorrebbero annettersi a voi, la piazza di Pristina chiede l'annessione a Tirana...

«La bandiera è già pronta (Rugova ne mostra una nella sala, vicina a quella albanese) . L'aquila schipetara in un cerchio rosso su sfondo blu, che è il colore del nostro cielo, della tolleranza e dell'Europa. Ci sono anche la scritta "Dardania", antico nome del Kosovo, e una stella a sei punte, quella di Skanderbeg. I confini? No, sono intoccabili. Se li toccassimo, si riaprirebbero contenziosi in tutti i Balcani».

La bandiera sventolerà sulla cattedrale di Madre Teresa?

«È presto per dirlo. Il terreno c'è, la prima pietra della chiesa è già
stata posata. Nel 2004 cominceranno i lavori. Abbiamo fretta di finirla».

Perché?

«Ho chiesto al Papa di venire a inaugurarla».
Francesco Battistini


Mi sembrano dichiarazioni interessanti.