Non c' è nulla da fare: per quante prove addurremo dell' inadeguatezza di Silvio a ricoprire la carica di Premier, noi sinistri non riusciremo a scalfire le granitiche certezze degli amici azzurri. Del resto è comprensibile: essi vogliono, fortissimamente vogliono, che Berlusconi non fallisca, giacché egli è la loro ultima speranza. La loro ultima Thule. Le colonne d' Ercole oltre le quali c' è il magno oceano popolato di mostri rossi pronti a ghermirli. Dopo la disillusione patita ad opera dei malandrini del CAF, è necessario che almeno Silvio non li tradisca perché poi non saprebbero a che santo votarsi.
Loro non hanno un Prodi, un Cofferati, un Amato di riserva. Finito Silvio, nichts, nothing, nada de nada.

E quindi è inutile gli si rinfacci la Gasparri, le rogatorie, la legge sull' immunità. Essi chiuderanno entrambi gli occhi e trangugeranno qualsiasi vergognosa legge salva-Berlusconi, sperando che, alla fine, Silvio riesca a produrre qualcosa. Magari anche solo il 10% di quanto promesso, bastevole a giustificare la fiducia ch' hanno riposto in lui.
Ma già abbiamo oltrepassato la metà della legislatura e Silvio ancora s' arrabatta tra le pastoie parlamentari. Purtroppo Montecitorio non è il C.d.A. della Fininvest dove tutti gli dicono sempre di si, tanto se sbaglia paga lui. A Montecitorio bisogna pur che si misuri coll' opposizione, non può svicolare come fece con Rutelli in campagna elettorale. E cosi, vedendolo finalmente all' opera fuor degli studi Mediaset, fuor delle compiacenti conventions di F.I., vediamo di che pasta politica è fatto l' uomo: mediocre, desolatamente mediocre. Oltre ad aver prodotto quella manciata di leggi che sappiamo, le quali andranno a beneficio suo e di 100 mila italiani o poco più, è ancora al palo.
Finiti i sogni di gloria, gli inni cantati con la mano sul cuore, le lavagnette di Vespa, ora Berlusconi ci appare finalmente nudo e per quel che è: minidotato. E non parlo di centimetri.

G. Guelfi