Forse ai più scappò quello che diceva il Ministro.
Secondo il ministro dell'Economia servono riforme strutturali
che ridiano fiducia alla gente che oggi ha paura di spendere"
Tremonti: "Non taglio le tasse
gli italiani risparmiano..."
"Io ho ridotto le imposte e sono aumentati i depositi"
Il ministro dell'Economia
Giulio Tremonti
CERNOBBIO (COMO)- La vecchia ricetta di diminuire le tasse per aumentare i consumi non funziona più. O almeno non funziona più nell'Italia del 2000, popolata di persone che hanno paura del futuro e che a ogni riduzione delle tasse invece di aprire il portafogli per darsi agli acquisti, vanno in banca a depositare il "regalo" del governo sul proprio conto corrente. Ne è convinto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti che da Cernobbio constata, con un po' di amarezza, che il calo delle tasse non ha aumentato i consumi ma i depositi bancari. "Non avrei mai pensato - ha detto il ministro - che alla riduzione delle imposte non corrispondesse un aumento dei consumi. Io ho ridotto le imposte e sono aumentati i depositi in banca, perché la gente ha paura".
Il ragionamento di Tremonti parte da lontano, dalla necessità di fare le riforme strutturali per dare o ridare fiducia alla gente. "Se tu dici a uno che riduci le imposte, ma il collega perde il posto, quello non mette i soldi nella busta della spesa ma in banca". Quindi, sembra essere la conclusione del ministro, oggi come oggi, parlare di un nuovo taglio alle tasse non avrebbe alcun senso perché non aiuterebbe la crescita economica, ma avrebbe l'effetto di aumentare i risparmi degli italiani, che tra l'altro sono uno tra i popoli più risparmiatori del mondo.
Le politiche di deficit fiscale, ha spiegato Tremonti, "possono essere importanti, ma non sono la cosa principale da fare in questo momento". Per aumentare la domanda, per far tornare gli italiani a spendere ci vuole altro. "Ci sono due ragioni per le riforme strutturali - ha detto Tremonti - una generale, rappresentata dal patto tra le generazione e una più specifica. Nella strategia delle riforme strutturali è necessario trasmettere ai cittadini la fiducia. La fiducia serve per la domanda".
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(7 settembre 2003) La Repubblica.
ISTAT 2003/FAMIGLIE PREOCCUPATE PER LA LORO SITUAZIONE ECONOMICA
16/12/2003 - 12:10
Disagio anche per i servizi di pubblica utilità
Roma, 15 dic. (Apcom) - Poco soddisfatte della propria situazione economica, abbastanza soddisfatte della salute, molto soddisfatte dei rapporti interpersonali: questo è il ritratto delle famiglie italiane che emerge dalle indagini Multiscopo sulle famiglie alle quali è dedicato un intero capitolo dell'Annuario statistico italiano 2003.
La percentuale delle famiglie che ritengono ottime o adeguate le proprie risorse economiche è infatti scesa dal 71.9% del 2001 al 63.5% dell'anno successivo. Poco soddisfatti sono 31% delle famiglie e per niente soddisfatte il 9.4% (nel 2001 erano il 6.9%). Al malessere per la diminuzione delle proprie risorse si aggiunge quello per la difficoltà di accesso a servizi di pubblica utilità, come uffici postali, farmacie e ospedali.
I disagi maggiori sono registrati rispetto alla fruizione del Pronto soccorso (58.3% delle indicazioni) e delle forze dell'ordine (41.9%), in particolare nel Mezzogiorno. Seguono delle indicazioni negative per la funzionalità degli uffici comunali (37.2%) e per la raggiungibilità dei supermercati (32.2%).
Denunciati anche i tempi di attesa per alcuni sportelli pubblici: il 39.3% di color che si sono rivolti ad una Asl hanno dovuto attendere in fila almeno 20 minuti. La percentuale è del 11.8% per gli utenti delle anagrafi. La maglia nera sono però gli uffici postali, anche a seconda del servizio richiesto: ha aspettato più di 20 minuti il 48,4% di chi vi si è recato per ritirare la pensione e il 40.1% di chi doveva pagare un conto corrente.
A peggiorare l'umore degli italiani sono la loro diminuita capacita di risparmio. Il 74.9 dichiara di non essere in grado di mettere da parte nulla. Il dato raggiunge l'80% se si prendono in considerazione solo i pensionati.
Fortunatamente, è invece in lieve crescita l'indice di soddisfazione sul proprio stato di salute (il 83.7 è molto o abbastanza soddisfatto) e sulle proprie relazioni familiari (molto o abbastanza soddisfatti il 91.6% degli italiani).
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Ammesso che sia come dice Tremonti che sono aumentati i depositi bancari .................... visto che dalle rilevazioni dell' Istat si ricava una diminuita capacità di risparmio degli italiani ( provata dall' aumento dei prezzi) ............... non sarà , per caso, che quei depositi siano aumentati a causa di qualche provvedimento che faceva rientrare capitali precedentemente esportati ILLEGALMENTE e fatti rientrare dietro pagamento di una penale corrispondente nè più e nè meno che ad una commissione bancaria?
Se fosse così, al ministro non sorge il dubbio che un provvedimento del tipo sia la giustificazione delle sue affermazioni ....... con tutto quello che ne consegue e, cioè, che la stragrande maggioranza dei cittadini non beneficerà di tagli fiscali ( sarebbe poi sempre da vedere di quale si sarebbe trattato) ....... perchè magari lui prende a riferimento dati determinati da pochi che hanno beneficiato del suo provvedimento ............ mentre la stragrande maggioranza di essi ha vista diminuita la sua capacità di risparmio?
E'ovvio, infine, che dei suoi tagli fiscali quasi nessuno si sia accorto.
Balocchi per Farlocchi.
Saluti