Krugman sul NYT: La ripresa economica? "Artistica" ed artefatta come un reality show

[Carmine (POL)]

http://www.nytimes.com/2003/12/30/opinion/30KRUG.html

E' stato un buon Natale per Sharper Image e Neiman Marcus, che hanno dichiarato un grand eincremento nelle vendite rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. E' stato notevolmente meno allegro per Wal-Mart e altre catene di negozi a basso prezzo. Non conosciamo ancora i dati finali delle vendite, ma e' chiaro che i negozi di fascia alta hanno fatto molto bene, mentre quelli che si rivolgono alle famiglie con redditi medi o bassi hanno avuto solo modesti guadagni.

Sulla base di questi dati, potreste pensare che la ripresa economica sia un club esclusivo, e che la maggior parte della gente non vi sia invitata. E avreste ragione.

I dati del Ministero del Commercio rivelano uno strano squilibrio tra i dati della crescita economica generale, che sono impressionanti a partire dalla scorsa primavera, e la ricchezza della grande maggioranza degli americani. Nel terzo trimestre 2003, come sanno tutti, il PIL reale e' cresciuto ad un tasso annuale dell'8,2%. Ma il tasso di crescita dei salari, al netto dell'inflazione, e' cresciuto solo dello 0.8%. I dati piu' recenti non cambiano le cose: negliultimi sei mesi, fino a Novembre, i salari erano cresciuti solo dello 0,65%.

Perche' i lavoratori non partecipano al boom? Cominciamo con i posti di lavoro.

L'occupazione e' cominciata a crescere da Agosto, ma il tasso di crescita resta modesto, in media circa 90,000 posti di lavoro al mese. Molto meno dei 225,000 che furono la media sotto Clinton, e anche al di sotto dei 150,000 posti necessari per stare al passo con l'aumento della popolazione in eta' lavorativa.

Ma anche se il numero di posti di lavoro non cresce, non e' possibile che i lavoratori impiegati guadagnino di piu'? Dopo tutto, le aziende sono state in grado di aumentare la produzione senza assumere piu' lavoratori, grazie all'aumento della produttivita' (lo so: sto dicendo un'ovvieta'). Storicamente un aumento della produttivita' e coinciso con un aumento dei salari. Ma non questa volta: a causa di un mercato del lavoro fiacco, i lavoratori non hanno avuto nessuno stimolo ad aumentare la produttivita'. I calcoli dell' Economic Policy Institute mostrano che per la maggioranza dei lavoratori i salari sono piatti o in diminuzione, anche se l'economia si espande.

Tra parentesi: quanto e' debole il mercato del lavoro? Il tasso di disoccupazione ufficiale e' al 5,9%, che non e' molto alto in termini storici, ma c'e' qualcosa di strano in questo numero. Un numero inusuale di lavoratori ha semplicemente smesso di cercare lavoro, e percio' non vengono contati come disoccupati, e molti di quelli che hann o lavoro sono impiegati solo parzialmente. Questi dati, come anche il lasso di tempo che intercorre ai disoccupati per trovare un nuovo lavoro, mostrano il peggior andamento del mercato del lavoro degli ultimi 20 anni.

Percio', se il lavoro e' scarso e i salari sono piatti, chi beneficia dell'espansione economica? I guadagni vanno direttamente ai profitti delle aziende, che salgono a ritmi del 40% su base annuale nell'ultimo trimestre. Cio' significa, indirettamente, che i guadagni vanno agli azionisti, che sono in ultima analisi i beneficiari dei profitti delle societa'. (Questo sempre che essi non vadano ai vertici esecutivi delle aziende, ma di questo parleremo un'altra volta).

E allora? Non stiamo forse andando nella direzione di diventare quella che i difensori dell'Amministrazione Bush chiamano una "societa' di proprietari"? Ehm, no. E' vero che circa la meta' delle famiglie americane partecipano al mercato azionario, direttamente o atttraverso i fondi di investimento. Ma la maggior parte di esse possiede poche migliaia di dollari di azioni.

Un buon indicatore della percentuale di profitti maggiorati che vanno a diversi settori sociali e' la stima dell'Ufficio di Bilancio del Congresso, che mostra la percentuale delle tasse sui profitti delle aziende. Secondo le stime piu' recenti, solo l'8% delle tasse sui profitti delle societa' sono stati pagati dal 60% delle famiglie, mentre il 67% di queste tasse sono state pagate dal 5%, e il 49% dall'1% delle famiglie. ("Lotta di classe" grida la destra). Per cui una ripresa che aumenta i profitti ma non i salari consegna la grande maggioranza dei suoi benefici a una piccola minoranza di gente gia' ricca.

In pratica, allora, per molti americani la presente ripresa economica e' come un reality show: qualcosa di interessante, che accade pero' a qualcun altro. La musica puo' cambiare solo nel caso vi sia una seria creazione di nuovi posti di lavoro, ma finora questo non e' successo.

La domanda vera e': una ripresa che fa cosi' poco per la maggioranza degli americani puo' davvero durare a lungo? Puo' un'economia basarsi solo sui beni di lusso? Lo scopriremo presto.

[Amati75]

Secondo me, la produttivita' era cresciuta troppo durante gl'anni 90, al presente si puo' produrre piu' servizzi e beni tangibili con lo stesso numero di lavoratori, e quindi le aziende non hanno la necessita' di assumere, fino a quando la produttivita' non sara' minore della domanda, dubito che cambiera' qualcosa. Oppure succedera' lo stesso che a principio degl'anni 90, ovvro le aziende erano diventate dei mastodonti in sovracappacita' e si sono ridotte, mandando a casa letteralmente centinaia di migliaia di persone, ma allo stesso tmepo sono state creeate anche migliaia di nuove azienda che col tempo hanno assorbito il lavoratori. Per un Americano e' normale avere anche dai 5 ai 8 (e piu') lavori nel corso della vita lavorativa.