“Mi raccomando che in nessuna maniera si possa supporre che io abbia affrontato la morte con altre disposizioni filosofiche se non quelle che sono state sempre le mie, ovvero di un agnosticismo totale (…). Chiedo di non essere presentato come una “vittima delle circostanze”, né come un innocente”.
Sono le parole di commiato prima della morte di Pierre-Antoine Cousteau, trasmesse al suo amico Rebatet, perché siano pubblicate dalla rivista “Rivarol”(1). E’ il suo testamento e viatico ai camerati. Fratello del celebre oceanografo Jacques-Yves Cousteau, Pierra-Antoine studia negli Stati Uniti, “gli anni peggiori della mia vita”. Quell’esperienza lo porterà a scrivere il libro L’America Ebraica, (2) ora pubblicato in italiano, ma di difficile reperimento. Pacifista negli anni Trenta si allontana dai circoli della sinistra a causa del loro antifascismo guerrafondaio. Nel 1943 diviene direttore del giornale dei duri di Parigi, “Je suit partout”, assumendone la direzione dopo le dimissioni di Brasillach; aderisce alla Milice nel 1944 (più o meno le nostre Brigate Nere) quando tutto sembra perduto. Condannato a morte riesce ad ottenere l’ergastolo grazie ai tentativi del fratello che ha combattuto con De Gaulle. Esce di prigione nel 1954 entrando subito in contatto con i suoi camerati. (3)
(1)Settimanale francese dell’opposizione nazionale ed europea fondato nel 1951 e tuttora in edicola.
Rivarol, 1, rue d’Hauteville, F 75010 Paris www.rivarol.com e-mail : galic@rivarol.com
(2)Pierre-Antoine Cousteau L’America Ebraica, Genova 2003, Effepi Edizioni, 13 euro.
Effepi Edizioni tel. 3389195220 e-mail: effepiedizioni@hotmail.com
(3) segnalazione da Orion n. 231 dicembre 2003, pag. 62
Orion, c.p. 136, 20095 Cusano Dilanino (MI) e-mail: orionseb@libero.it