Quello che avevo previsto e preannunciato in precedenti e numerosi thread sta trovando le più odiose conferme: il Paese è in svendita, una svendita preorganizzata che puzza di zolfo e di multinazionali!
Tratto da un post di barbanera sul Principale:
http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=79732
L'ente che si occupa della svendita si chiama "Società Cartolarizzazione Immobili Pubblici" (SCIP, per chi non se ne fosse accorto: altro che i miei acrostici...).
Diciamo le cose come stanno: è come se una famiglia, trovandosi in difficoltà economiche che ritiene di non poter più rimediare, decidesse di vendere parte dei suoi gioielli per tirare avanti un altro po’.
Ma questo non basta, al signor Giulio TreMonti. e alla cricca di ricettatori del signor Ban... Non solo bisogna disfare il settore pubblico italiano dalle fondamenta (termine in questo caso appropriato), bisogna anche farlo in modo torbido e possibilmente favorendo qualche amico miliardario, l'occasione è troppo ghiotta per farsela sfuggire: insomma, la strada percorsa negli anni scorsi dall'Argentina.
Non solo si vendono pezzi importanti di patrimonio immobiliare pubblico, ma lo si fa a prezzi stracciati e, guarda caso, a favore di una grande, e piuttosto misteriosa, finanziaria multinazionale americana, la Carlyle, strettamente legata alla politica della destra americana più reazionaria (già: proprio quella ammanicata a doppio filo con la junta Bush, presieduta in Europa dall'ex primo ministro inglese John Major, con un consiglio di amministrazione farcito di guerrafondai del calibro di Frank Carlucci e James Baker, membri dell'amministrazione Reagan, e in passato partecipata da membri della famiglia Bin Laden).
Un esempio:
Questa è Villa Manzoni a Roma, un edificio sulla via Cassia costruito sopra una struttura romana (la villa di Lucio Vero) all'interno di un vasto parco, vicino alla tomba di Nerone.
Per quanto è stata "venduta"? 230.000 euro, cioè la base d'asta.
Chi se l'è aggiudicata? La Carlyle.
Quello è forse il prezzo di un appartamento di 100 metri quadrati in un quartiere popolare di Roma.
Qualunque agenzia immobiliare avrebbe sicuramente offerto una cifra di tre o quattro volte superiore.
Eppure, i più ricchi di tutti, quelli della Carlyle, l'hanno comprata ad una cifra irrisoria.
Come mai? Possibile non fosse interessato nessun altro?
Un altro esempio, sempre restando a Roma: la Carlyle ha acquistato nello stesso modo un palazzo in stile umbertino in via XX Settembre per poco più di 400 milioni di lire (ancora, la base d'asta, non una lira in più). Un prezzo totalmente insensato, anche solo come base d'asta.
Prescindendo dalla discutibilissima scelta di disfarsi di parti così significative del patrimonio pubblico (che personalmente trovo tragica), queste cosiddette vendite dovevano servire a ricavare grandi risorse economiche per nuove infrastrutture pubbliche: per ora sono stati grandi affari per la Carlyle, non certo per lo Stato, che sta rovinosamente svendendo i propri beni ad un banco dei pegni: stanno silenziosamente regalando ciò che è di tutti noi, e che non riavremo mai più, ai loro amici, altro che grandi opere pubbliche.