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Discussione: Attacco al potere!!

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    Predefinito Attacco al potere!!

    ATTACCO AL POTERE




    The Siege
    (Attacco al potere)

    regia di Edward Zwick
    prodotto nel 1998
    da E. Zwick e L. Obst
    per 20th Century Fox
    con Denzel Washington,
    Bruce Willis,
    Annette Bening



    UNA AGENZIA FEDERALE CHIAMATA HOLLYWOOD
    Solita premessa. Hollywood dipende dalla grande e semi segreta Agenzia federale USIA (United States Information Agency, 30.000 dipendenti), operativa sin dal 1° Agosto 1953 per lo scopo dichiarato, e cioè scritto nel suo atto costitutivo, di creare nel pubblico internazionale una certa voluta e falsa immagine degli Stati Uniti. In poche parole l'USIA è il Ministero della Propaganda americano. La necessità era - ed è - di occultare la reale natura dell'entità americana per poter condurre impunemente una politica estera micidiale: gli USA infatti non sono una democrazia, ma una dittatura dell'imprenditoriato che ha per obiettivo lo sfruttamento materiale ed umano dell'intero mondo. Hollywood, come del resto le altre entità aziendali americane del settore dei media (reti TV, case editrici e
    discografiche, eccetera), deve essere sia autoremunerativa che
    soddisfare le esigenze dell'USIA. Come minimo, nessun film deve
    contraddire la versione della medesima sulla realtà americana,
    versione consolidata in ciò che si chiama Retorica di Stato Americana
    (USA opulenti, democratici, libertari, buoni, eccetera; in breve gli
    USA della Retorica di Stato Americana sono esattamente quelli che voi
    vi figurate in mente). L'USIA può anche arrivare a far produrre dei
    film ex novo, perché ha bisogno di un contenitore per certi temi
    speciali che le premono, ma in genere approfitta delle occasioni che
    si presentano per far inserire i suoi messaggi di valenza
    propagandistica, o politica o culturale. I soggetti importanti di
    Hollywood, i VIP, collaborano alla sistemazione perché necessario per
    rimanere a galla, dopo che era stato necessario per emergere. I grandi
    attori e i grandi registi di Hollywood sono così dei Divi di Stato e
    dei Registi di Stato, perfettamente equiparabili a dei funzionari
    governativi, a dei G-men di rango abbastanza alto. Io dunque esamino i
    film di Hollywood per segnalare al pubblico gli elementi di propaganda
    intenzionale fatti inserire dall'USIA.

    LA TRAMA
    Attacco al potere, visto il soggetto, è uno di quei film in cui l'USIA
    interviene maggiormente, se non è proprio lei a idearli dall'inizio.
    La trama si svolge nei nostri anni a Brooklin, una frazione della
    città di New York che conta sui due milioni di abitanti. Dalle foto
    incorniciate appese in uffici pubblici si vede che il presidente in
    carica è Bill Clinton. Ad un certo momento si attivano in successione
    quattro cellule di terroristi arabi, che compiono attentati suicidi: è
    sequestrato e fatto saltare un autobus carico di passeggeri; è fatto
    saltare un teatro pieno di gente; un furgone-bomba irrompe ed esplode
    in un grande edificio. I morti a questo punto sono 900. Le indagini
    sono condotte sin dall'inizio dall'FBI (la polizia municipale di New
    York non compare), nella persona del funzionario Anthony Hubbard
    (Denzel Washington), che già era il "capo degli agenti speciali
    dell'FBI" del distretto di Brooklin. Partecipa anche, ma a titolo
    personale, l'agente della CIA Sharon Bridget (Annette Bening). Dopo il
    terzo attentato il Presidente (cioè Clinton) proclama la legge
    marziale a Brooklin. Arrivano così i soldati, comandati dal generale
    De Veraux (Bruce Willis), che compiono rastrellamenti di arabi e ne
    chiudono migliaia in campi sportivi dotati all'istante di recinzioni e
    catenacci. De Veraux tortura ed uccide personalmente un arabo, ma sono
    Hubbard e la Bridget a risolvere la situazione individuando la quarta
    ed ultima cellula terrorista, che era costituita dal solo giovane
    Shamir, che sino allora aveva finto di essere un confidente della
    polizia, un collaborazionista; nel conflitto a fuoco sia Shamir che la
    Bridget muoiono. Il film termina con Hubbard che arresta De Veraux per
    l'omicidio dell'arabo.

    IL TERRORISMO ARABO SECONDO L'USIA
    1) Il film tratta di terrorismo arabo. Già questo, considerato
    l'intero contesto hollywoodiano, è propaganda. Infatti Hollywood
    affronta l'argomento "terrorismo" in modo selettivo: sempre tratta il
    terrorismo altrui e mai quello americano. Storia e attualità offrono
    una profusione incredibile di atti terroristici made in USA. Solo
    quelli nei confronti di Cuba dovrebbero bastare: esplosione nel 1960
    del mercantile francese Le Coubre ancorato all'Avana; invio nell'isola
    dal 1961 al 1963 di almeno sei team di killer professionisti presi in
    prestito da Cosa Nostra per uccidere Castro; attacchi di aerei privi
    di insegne a pescherecci e manifatture cubane protratti per tutti i
    Sessanta e i Settanta, e cioè per vent'anni di seguito; contaminazione
    col Photoxin dei sacchi di iuta usati per imballare lo zucchero
    cubano, per sabotarne l'esportazione; invio nel 1969 e nel 1970 di
    aerei che sparsero cristalli per provocare siccità in zone fertili e
    piogge torrenziali in lande desertiche; diffusione nel 1961 di
    un'epidemia negli allevamenti di tacchini dell'isola; diffusione nel
    1971 di un'altra epidemia negli allevamenti di maiali; diffusione nel
    1981 di una influenza perniciosa che colpì 300.000 persone, delle
    quali 158 morirono (101 bambini); sabotaggio con bomba del 7 ottobre
    1973 del DC8 della Cubana Airlines in volo da Barbados all'Avana con
    73 persone a bordo, tutte morte; attentati dinamitardi agli alberghi
    cubani nel 1997 per danneggiare il turismo, in uno dei quali trovò la
    morte il turista italiano Fabio di Celmo. E potremmo portare migliaia
    di altri casi simili accertati che hanno riguardato e riguardano i
    quattro angoli del mondo: gli Air Commandos e i Navy Seals sono corpi
    speciali dedicati statutariamente ad attentati terroristici, per non
    parlare dei circa 80.000 agenti di campo della CIA, e tutta questa
    gente è sempre in missione, a fare o preparare qualche cosa contro
    qualcuno. Orbene, mai Hollywood ha preso spunto da uno di quei fatti
    per fare un film. Lo avesse fatto direi che sarebbero normali anche
    film sul terrorismo arabo, o nord irlandese, o che altro. Ma non lo ha
    fatto ed allora tutti i film di Hollywood sul terrorismo altrui sono
    automaticamente propaganda, realizzati come sono non per trattare
    storie di terrorismo in sé ma per colpire selettivamente qualcuno.
    2) In ogni caso terrorismo arabo, e rivolto contro gli Stati Uniti.
    Come tratta Hollywood il fenomeno? Per valutare ciò dobbiamo sapere
    come stanno le cose. Le cose stanno come nessun telegiornale qua in
    Europa Occidentale dice ma come ognuno dentro di sé realizza: gli
    Stati Uniti opprimono obiettivamente gli arabi in generale e i
    palestinesi in particolare, e questi e quelli operano le ritorsioni
    che possono. Non ci sono dubbi sull'oppressione. Gli USA sostengono
    regimi arabi invisi alle popolazioni come in Egitto, Giordania, Arabia
    Saudita, eccetera, perché gli permettono un conveniente uso del
    petrolio mediorientale, e tormentano regimi popolari come in Libia,
    Iran e Iraq perché non glielo permettono. L'Iran si è liberato solo
    nel 1979 della tremenda dittatura esercitata dagli USA tramite lo
    Scià, mentre gli stessi USA nel 1991 hanno guidato una coalizione che
    ha provocato 300.000 morti in Iraq. E 300.000 morti non sono una cosa
    da nulla. Come non lo erano stati del resto i 290 passeggeri
    dell'aereo di linea iraniano abbattuto intenzionalmente (a scopo
    intimidatorio) nel 1988 dall'incrociatore americano Vincennes. Inoltre
    c'è naturalmente la questione di Israele, che solo gli Stati Uniti
    tengono in vita, partecipando ogni tanto ai massacri: nel 1982 i
    cannoni da 400 mm della corazzata New Jersey aprirono il fuoco sui
    campi profughi palestinesi in Libano facendo migliaia di morti, le
    solite donne, i soliti bambini, eccetera. Neanche queste sono cose da
    nulla. I terroristi arabi che colpiscono gli Stati Uniti pensano
    dunque di avere motivi validi e concreti per le loro azioni. Non ho
    detto che li hanno; ho detto che sono convinti di averli. Il che solo
    concorda con la natura umana: nessuno si dedica a tali cose senza
    essere convinto di avere motivi validi e concreti. Il governo
    statunitense sa benissimo tutto ciò, così come lo sa l'intero
    establishment dominante nel paese. Sono anzi i primi a saperlo. Ma non
    va detto. L'USIA ha così preparato la sua versione sull'argomento "
    Terrorismo arabo anti-americano e anti-israeliano ". E' una versione
    semplice: i terroristi arabi sono giusto dei pazzi fanatici religiosi,
    che si danno da fare non per vendicare - sia pure dal loro punto di
    vista - concreti morti e concreto sangue ma solo perché odiano la
    civiltà Occidentale. La odiano perché percepiscono che tale civiltà,
    data la sua forza oggettiva, è destinata a disgregare il loro fasullo
    mondo islamico fatto di curiosi muezzin, di donne velate, di paradisi
    dove schiere di vergini urie attendono i giusti. In poche parole
    odiano il Progresso. Questi terroristi se la prendono specialmente con
    l'America non perché questa abbia fatto loro torti particolari, ma
    perché l'America è il simbolo dell'Occidente, la sua punta di
    diamante. Se la prendono anche con Israele non perché li ha spodestati
    dalla loro terra, torturati a migliaia e assassinati a decine di
    migliaia, ma perché è una testa di ponte dell'Occidente nel loro
    mondo. Si può verificare che tale versione è stata imposta in tutti i
    film di Hollywood che hanno trattato il soggetto del terrorismo arabo,
    e ricordo in particolare Delta Force (1986) di Menahem Golan, con
    Chuck Norris; Wanted, vivo o morto (1987) di Cary Sherman; Frantic
    (1988) di Roman Polansky con Harrison Ford; Navy Seals: pagati per
    morire (1990) di Lewis Teague con Charlie Sheen; True Lies (1994) di
    James Cameron con Arnold Schwarzenegger. La versione è stata IMPOSTA:
    i registi, gli sceneggiatori e i produttori di Hollywood sanno
    benissimo come stanno le cose, proprio come lo sa il più sprovveduto
    di noi, ma appunto c'è la supervisione e la censura finale dell'USIA.
    Non ci sono dubbi che la versione sia stata imposta anche per Attacco
    al potere. Per tutto il film i giovani arabi sospettati e spiati dagli
    investigatori dell'FBI sono presentati come esagitati carichi di un
    odio che non si sa da dove provenga. Dobbiamo essere vigili e notare
    anche quello che non c'è ma che logicamente avrebbe potuto e dovuto
    esserci: un bel monologo di uno di quei terroristi, magari diretto
    alla sua ragazza come si fa normalmente nei film, dove spiega la sua
    versione della storia, le sue motivazioni. MANCA. Solo nel finale
    Shamir dice qualcosa in merito all'agente della CIA Bridget che si
    accinge ad uccidere. E cosa dice? Solo questo (è un monologo di 8
    secondi): qualche farfugliamento isterico, sconclusionato, e poi
    chiara la frase che preme al regista e a chi dietro di lui, e cioè
    l'accusa all'America di "voler insegnare al mondo come vivere". Questo
    sarebbe il motivo di tutto, l'unica colpa dell'America: essere troppo
    grande, troppo forte, troppo attraente. Essere il Progresso. Il
    regista ci mostra come Shamir prima di accingersi a compiere il suo
    attentato suicida e sanguinosissimo (ed inoltre perverso: vuole fare
    una strage nella folla che protesta contro gli internamenti per farne
    ricadere la colpa sul governo) pratichi abluzioni rituali islamiche e
    indossi un sudario: chiara indicazione per il pubblico della natura
    religiosa-culturale delle sue motivazioni. Il particolare del sudario
    è macabro, inserito per colpire il subconscio del pubblico e caricare
    di negatività questi attentatori.
    3) Gli arabi sono presentati come una razza inferiore. Ciò perché sia
    così sono ritenuti dagli americani, e sia perché utile per togliere
    valore a qualunque loro rivendicazione. Sono presentati esattamente
    come gli indiani nei famigerati western di Hollywood: cenciosi,
    velleitari e fanatici, portatori di una cultura in estinzione perché
    non all'altezza. Sono anche sporchissimi, evidentemente abituati a
    vivere sotto le tende: l'appartamento in cui sono sorpresi dall'FBI i
    tre membri della cellula N°3 non potrebbe essere più lercio. Si è
    trattato di una indicazione precisa data allo scenografo, per
    convogliare il messaggio per via subliminale. Per contro la regia ci
    fa sapere che i tre della cellula passavano il tempo a guardare la
    televisione, mangiare pizza e bere drinks: inveiscono contro l'America
    ma i suoi agi piacciono anche a loro. Come gli indiani, che ululavano
    ma ricercavano i buoni utensili e il buon whisky.
    4) Si è detto che il generale De Veraux tortura e uccide un arabo. Lo
    fa in un gabinetto, dove l'uomo è sistemato nudo su una sedia. La
    scelta del gabinetto - precisamente un orinatoio - non è casuale ed ha
    valenza subliminale: quello è il posto per tale gente. Fatto il lavoro
    De Veraux esce e si toglie i guanti: guanti di gomma, sanitari.
    Vedremo che c'è molto ma molto d'altro su questo episodio.
    5) Assai curato il personaggio di Faruk Haddad, detto Frank, il vice
    di Hubbard all'FBI. E' un arabo americano inserito nella vicenda
    ostensibilmente perché conosce arabi e lingua, ma in realtà per fargli
    ricoprire il ruolo dell'arabo buono, esattamente così come nei western
    c'era sempre l'indiano buono, quello voglioso di integrazione e
    collaborazionista (indiano buono che poi, la Storia insegna, ha fatto
    la stessa fine degli altri; in effetti, non erano indiani "buoni",
    erano indiani deficienti). Durante i rastrellamenti dell'esercito
    anche suo figlio viene internato, lui ha un momento di ripensamento
    (l'America lo ha tradito) e lascia l'FBI dopo quindici anni di
    servizio. Ma l'America gli piace troppo: può dare dei dispiaceri,
    creare delle incomprensioni, ma è sempre la società migliore e più
    avanzata del mondo. Così riprende il distintivo che gli porge Hubbard
    e torna con entusiasmo a combattere per il Bene. La regia ci
    suggerisce anche cosa piaccia in particolare a Frank dell'America: il
    fantastico sviluppo tecnologico (Frank adora i marchingegni
    elettronici e invidia il rilevatore a microonde in dotazione
    all'esercito; al contrario degli arabi cattivi e testoni lui il
    Progresso lo capisce, e quindi lo apprezza).
    6) Si parla nel film di un certo sceicco Ahmed Bin Talem, famigerato
    sponsor del terrorismo. Evidentemente voleva ricordare lo sceicco
    Osama Bin Laden, ora famosissimo perché accusato dagli USA
    dell'attentato dell'11 settembre 2001 e già allora indicato dalla CIA
    come principale mandante degli attacchi terroristici antiamericani, e
    cioè come Mostro Internazionale N°1. Citare Ahmed Bin Talem era un
    elemento di propaganda perché così il film non solo sosteneva
    intenzionalmente le accuse della CIA, già una presa di posizione, ma
    anche voleva fare ciò senza parere, in modo nascosto, subliminale (il
    nome Bin Talem invece di Bin Laden).



    ALTRA PROPAGANDA
    7) Il paese sembra impreparato agli attentati terroristici. Questi non
    mobilitano una burocrazia poliziesca precisa, che sembra non esistere:
    le indagini rimangono nelle mani del funzionario FBI del quartiere;
    non arrivano personaggi con tutti i tipi di divisa e di qualifica,
    ognuno dei quali sappia perfettamente cosa fare. Evidentemente è
    impreparato perché tali attentati qui sono rari, trattandosi di un
    Paese così in armonia con se stesso e col mondo. Invece questo non è
    il Paese dell'armonia: ogni anno si verificano mediamente 150
    attentati terroristici, solo i più clamorosi dei quali giungono ad
    avere un'eco all'estero (come gli attentati alle Twin Towers di New
    York del 1993, di Oklahoma City del 1995 che provocò 169 morti, di
    Atlanta durante le Olimpiadi del 1996, per non parlare di quello
    epocale dell'11 settembre 2001 che ha raso al suolo le medesime Twin
    Towers facendo 2.700 morti; Theodore Kaczinski, Unabomber, prima di
    essere arrestato nel 1996 aveva compiuto 16 attentati), ed una
    burocrazia poliziesca precisa in merito non solo esiste ma è anche
    elefantiaca. Altro che funzionario di quartiere dell'FBI.
    8) Agli Stati Uniti fa comodo fare credere che i loro Presidenti
    comandano. Così allontanano la cognizione del loro vero sistema
    politico, che è una dittatura dell'imprenditoriato esercitata
    collegialmente tramite il Congresso, e possono eventualmente incolpare
    un singolo uomo per i misfatti di una categoria. E' così una legge
    dell'USIA per Hollywood che i Presidenti siano presentati come
    ammantati di potenza suprema. Attacco al potere non è eccezione, e
    l'unica entità pubblica che interviene al di sopra del funzionario
    Hubbard saltando ogni grado intermedio che come appena detto sembra
    non esistere è il Presidente, che ordina la legge marziale per Brooklin.
    9) C'è un omaggio subliminale al becero senatore Jesse Helms, noto per
    la sua spietatezza all'interno contro i dissidenti politici, che fa
    finta di credere "comunisti" o "nazisti", e all'estero contro i paesi
    che non chinano il collo, che fa finta di credere "nazisti" o
    "comunisti": c'è una riunione di alti papaveri ed un senatore, che
    prende la parola e gode di qualche inquadratura, è impersonato da un
    attore che somiglia a Helms. Vecchio trucco: in Furore John Ford aveva
    fatto impersonare il direttore di un ostello per poveri a una comparsa
    che somigliava al presidente Delano Roosevelt.
    10) Gli Stati Uniti vogliono propagandare un'immagine di società
    multirazziale in armonia, dove tutti hanno pari opportunità e
    partecipano con pari entusiasmo alla vita civile, orgogliosi di far
    parte di una tale Great Society. E' ciò che ci si aspetta da un paese
    multirazziale e democratico. Balle naturalmente. Stiamo parlando di
    una Nazione che è stata schiavista sino al 1865 (sino a ieri, cioè);
    che ha dato nominalmente diritto di voto a tutti solo nel 1964 (un'ora
    fa, praticamente); che in questo preciso istante esclude ogni
    minoranza riconoscibile da qualunque posizione di potere effettivo,
    sia politico che economico; ed il cui gruppo etnico dominante WASP (
    White Anglo Saxon Protestant ) si crede il popolo eletto. Così, come
    nei film di guerra di Hollywood i reparti presentano una composizione
    che riflette rigorosamente la percentuale nella popolazione (tot
    anglosassoni, tot caucasici, tot neri, e se c'è posto un ispanico, un
    giallo, un ebreo, quant'altro), allo stesso modo si presenta in
    Attacco al potere la sezione dell'FBI di Brooklin comandata da
    Hubbard, arricchita per l'occasione dall'arabo Faruk-Frank. (Il film
    La sottile linea rossa fa eccezione, perché i soldati sono tutti
    bianchi; ma c'è un motivo, per il quale rimando alla mia analisi del
    film pubblicata anche su questo stesso giornale). Si fa di più in
    questo film: l'attore Denzel Washington è infatti un nero. E' lui, un
    nero, il protagonista del film; la parte di Bruce Willis è del tutto
    secondaria. Come ognuno sa è una rarità per Hollywood concedere la
    parte di protagonista a un nero. Perché non rende al botteghino. Le
    cose sono andate presumibilmente nel seguente modo. Si tratta di un
    film altamente politico, la cui stesura è caduta quindi completamente
    nelle mani dell'USIA, se come già detto non è stata lei ad avviarlo.
    Questa voleva presentare il Paese nel modo più innocuo possibile,
    vittima innocente di un malvagio e ingiustificato terrorismo arabo.
    Cosa di meglio che affidare la parte del capo investigatore americano
    a un nero? E' come dire: I neri stessi ci amano al punto di combattere
    in nostra difesa, tanto li rispettiamo e siamo delicati con loro; che
    motivi possono mai avere gli arabi per odiarci? La scelta avrebbe però
    comportato sacrifici al botteghino per la 20th Century Fox e allora il
    Divo di Stato Bruce Willis accettò una particina per fornire un nome
    nei manifesti. O più probabilmente dovette accettare, perché si
    trattava di una comparsata davvero poco attraente: come vedremo De
    Veraux-Willis è utilizzato per riabilitare un mostro.
    11) Hubbard trova modo in un rapido scambio di battute di dirci cosa è
    l'FBI: lo scopo dell'FBI, dice, è "opporsi al crimine". Non è vero.
    L'FBI - Federal Bureau of Investigations - è la polizia politica
    americana e il suo scopo è di controllare e reprimere il dissenso
    politico interno. Fu l'FBI a condurre tutte le grandi repressioni
    sociali americane del Novecento: la Red Scare del 1920-22; la
    neutralizzazione del movimento sindacale del 1945-47; l'Era McCarthy
    del 1950-60; la soppressione del movimento per i diritti civili dei
    neri e delle Pantere Nere del 1964-72.
    12) L'FBI represse il movimento delle Pantere Nere nel seguente modo:
    suoi anonimi agenti tendevano agguati in strada ai leader del
    movimento e li uccidevano. Gli agguati dell'FBI avvenivano spesso
    all'uscita di bar, di notte. Con questo sistema furono eliminate
    alcune decine di persone. Bobby Seale, scampato ai sicari dell'FBI ma
    tenuto in carcere sino al 1997 con pretesti, appena uscito ha
    rilasciato una intervista, diffusa anche da Rete 2, dove ha confermato
    quelle procedure. Ebbene il film contiene una scena designata
    specificatamente a riabilitare l'operato dell'FBI del periodo: la
    cattura da parte della squadra di Hubbard di un sospetto terrorista, che
    avviene all'uscita di un bar, di notte. La scena ricorda gli agguati
    omicidi di allora ma li colloca adesso in un contesto positivo. Ciò ha
    valenza subliminale: il subconscio dello spettatore conclude che anche
    gli agguati di allora erano a fin di bene.
    13) Diversi elementi di propaganda riguardano la CIA. C'è un suo
    agente nel film, ed è una donna, e di aspetto dolce e fragile; morendo
    cerca di recitare il Padre Nostro, aiutata da Hubbard. Ci sono agenti
    della CIA donne e con un dolce aspetto, ma visto il tipo di film si è
    certamente trattato di una scelta precisa, allo scopo di porre in
    buona luce l'Agenzia. Invece il fatto che la medesima reciti il Padre
    Nostro è una invenzione propagandistica completa: gli agenti della CIA
    - specie quelli operativi sul campo - non sono tipi da preghiere, per
    quanto delicato sia il loro aspetto; sono dei mercenari, dei veri
    assassini di professione, e senza dubbio ciò vale anche per gli agenti
    donna. Quindi Hubbard - da funzionario dell'FBI ligio alla legge come
    sono certamente tutti i funzionari dell'FBI, non è vero? - vuole
    arrestarla perché per legge la CIA non può operare sul territorio
    nazionale statunitense. E' vero che così è per legge, ma è altrettanto
    vero che all'atto pratico la legge è ignorata, come tutti sanno negli
    Stati Uniti, compreso Edward Zwick. Potrei fare decine di esempi a
    supporto, non ultimo l'assassinio dell'ex ambasciatore cileno Orlando
    Letelier compiuto nel 1973 a Washington - la capitale, sita ben
    all'interno del territorio degli StatiUniti - da un team di agenti
    della CIA guidato dal funzionario della stessa Orlando Bosch (un
    collega della nostra dolce Sharon Bridget). Ricordo solo che le
    Pentagon Papers nel 1972 rivelarono che la CIA stava spiando negli
    Stati Uniti circa 200.000 cittadini, mentre circa 400 suoi agenti
    erano infiltrati nei media nazionali. Oggi come oggi non ci sono
    Pentagon Papers che facciano rivelazioni ma non è impensabile
    immaginare che i cittadini spiati siano 400.000 e gli infiltrati nei
    media 800. E nel film Hubbard vuole arrestare la Bridget. Questa è
    ancora più grossa di quella dell'agente CIA che recita il Pater Noster.
    14) Un grande cavallo di battaglia della propaganda di Stato americana
    è il seguente: i misfatti ed efferatezze varie compiute dagli Stati
    Uniti all'estero sono sempre dovuti all'eccesso di zelo personale di
    singoli militari, agenti o funzionari, o alla loro sempre personale
    crudeltà o corruzione. Mai, come ovviamente invece è, i medesimi
    misfatti ed efferatezze sono il risultato di una volontà cosciente del
    governo americano. Così quando il funzionario della CIA Dan Mitrione
    alla fine dei Sessanta organizzava gli Squadroni della Morte in
    Uruguay e istruiva i poliziotti locali nelle tecniche di tortura
    tenendo corsi di addestramento nella cantina della sua villetta di
    Montevideo dove martoriava personalmente sino alla morte delle persone
    innocenti, ebbene tutto ciò lui non lo faceva eseguendo gli ordini del
    superiore e del superiore del superiore e così via sino al Congresso;
    no, per carità, lui lo faceva per eccesso di zelo personale
    anticomunista, unito forse a un certo sadismo congenito ( altrettanto
    sadicamente Mutrione fu poi rapito e giustiziato dai Tupamaros ). Così
    per i 16.500 oppositori politici sud vietnamiti torturati e uccisi
    dalla CIA con la collaborazione della polizia locale nell'ambito del
    programma Phenix voluto da John F. Kennedy: eccesso di zelo dei
    funzionari CIA sul posto. Quando le Pentagon Papers rivelarono che
    erano aerei della CIA e del Pentagono che esportavano alle Hawaii
    l'eroina del Triangolo d'Oro, eroina che poi da là andava in tutto il
    mondo coi proventi di ritorno che finivano in banche della Florida, la
    commissione d'inchiesta senatoriale concluse: alcuni funzionari della
    CIA e alcuni generali del Pentagono corrotti. Al solito si potrebbero
    fare decine e decine di esempi. Il generale De Veraux-Bruce Willis è
    appunto uno di questi personaggi cari alla propaganda dell'USIA. Un
    funzionario statale - nel caso un generale operativo dell'esercito -
    troppo compreso del proprio ruolo, che per eccesso di zelo nel
    difendere quella cosa grande, buona, irripetibile che è la sua Patria,
    l'America, travalica gli ordini (sempre troppo moderati, inadeguati a
    quel mondo cattivo che c'è là fuori) sino a infrangere la legge, sino
    a compiere crimini aborriti dalla sua stessa America. Ecco - ci dice
    il film - sono tipi del genere che hanno creato gli Squadroni della
    Morte in America Latina; che hanno fatto mitragliare da elicotteri i
    raccoglitori di banane guatemaltechi in sciopero contro la United
    Fruits; che hanno fatto torturare a morte 16.500 oppositori politici
    sud vietnamiti; che hanno eseguito la strage di My Lai; che hanno
    fatto bombardare ospedali in Corea, Vietnam e Iraq; che hanno fatto 4
    milioni di morti in Corea e 6 milioni di orti in Vietnam; che hanno
    fatto bombardare i campi di palestinesi in Libano; che hanno... che
    hanno... che hanno. Chi ha fatto tutto ciò è sempre stato il governo
    americano, sapendo ciò che faceva, ed il regista del nostro film in
    merito non fa che fare propaganda, quella che gli impone lo
    stessissimo governo. La scena finale riassume la versione dell'USIA:
    Hubbard rinfaccia a De Veraux il suo comportamento illegale e lo sfida
    ad ordinare ai suoi soldati di ucciderlo; De Veraux, pure perverso,
    non vuole spingersi a tanto (Hubbard in quel momento rappresenta la
    Vera America, che lui rispetta) e si fa arrestare per l'omicidio
    dell'arabo.

    CHI SI RIVEDE, DAN MITRIONE
    15) Ed ecco la parte per cui dovremo sempre ricordare Bruce Willis, se
    non come attore almeno come uomo. L'episodio in cui De Veraux tortura
    l'arabo nel gabinetto vuole premeditatamente rievocare le torture
    eseguite da Dan Mitrione nella sua cantina di Montevideo, che lui
    aveva fatto attrezzare come un orinatoio - con rubinetti, scarichi a
    terra e piastrelle alle pareti - per gli schizzi di sangue delle
    vittime e le altre perdite corporali. E' lui il mostro che Willis
    riabilita. La già buona ( e non casualmente ) somiglianza fisica di
    Willis con il fu Mitrione, un uomo di 50 anni di origini italiane,
    stempiato, è esaltata aumentando con ritocchi la sporgenza del naso
    dell'attore. Al tempo sui giornali comparvero foto di Mitrione in
    divisa ( prima di entrare nella CIA era stato il capo della polizia
    municipale di Richmond, Indiana ), e anche De Veraux è in divisa. Il
    messaggio subliminale per il pubblico è che Dan Mitrione era giusto un
    elemento come De Veraux e che le sue vittime erano dopotutto dei
    terroristi. Invece Mitrione obbediva agli ordini dei superiori nel
    quadro del Public Safety Program varato dal Congresso per l'America
    Latina e le sue vittime erano accattoni e accattone fatti rapire a
    caso nelle strade di Montevideo. L'episodio costituisce dunque una
    riabilitazione surrettizia di Dan Mitrione, la cui vicenda al tempo
    fece molto e negativo clamore per gli USA. Una operazione analoga a
    quanto fatto nel film Forrest Gump con l'attrice scomparsa Jean
    Seberg, anche se in scala assai ridotta e all'incontrario: Mitrione è
    riabilitato mentre la Seberg è diffamata. Bravo Willis. Il pubblico
    italiano potrà dire di non aver mai sentito nominare Dan Mitrione. Ma
    Hollywood-USIA non produce solo per l'Italia; produce per il mondo e
    ci sono paesi dove l'episodio ha lasciato lunghi strascichi nella
    memoria. Negli stessi USA ad esempio, dove ai funerali di Mitrione a
    Richmond parteciparono Frank Sinatra e Jerry Lewis, o in Francia, che
    produsse un film sulla vicenda: Etat de siege ( L'amerikano, 1973 )
    di Costantin Costa Gavras, con Yves Montand e Renato Salvatori.



    ANCORA PROPAGANDA
    16) Invece il fatto che De Veraux fa rastrellare gli arabi di Brooklin
    e li fa rinchiudere in campi sportivi attrezzati con recinzioni vuole
    rievocare il colpo di Stato in Cile del 1973, quando come tutti
    ricordano i sospetti oppositori furono rinchiusi negli stadi a decine
    di migliaia. E' una riabilitazione perché suggerisce che anche in
    quell'occasione ci fosse qualche valido motivo. Non c'erano invece
    validi motivi: occorreva solo ribaltare un governo Allende che rendeva
    difficile alle Multinazionali statunitensi lo sfruttamento del Paese.
    Si sa tutto sulla vicenda: il colpo del '73 in Cile fu richiesto da 10
    Multinazionali statunitensi operanti in loco, che poi contribuirono
    con fondi; fu deciso dal Congresso; fu approvato da Nixon; fu diretto
    da Kissinger; e fu fatto eseguire al generale Augusto Pinochet. Anche
    questo episodio rivela dunque dei collegamenti con Etat de siege, un
    film dedicato al sovvertimento violento statunitense dell'America
    Latina. In effetti questo film è stato un riferimento importante per i
    congegnatori di Attacco al potere: volevano anche riabilitare - dato
    che vi era l'occasione - i misfatti compiuti dagli Stati Uniti in
    America Latina ed un sistema ottimo era di richiamare surrettiziamente
    un film critico ma famoso sull'argomento e quindi di ribaltarne
    altrettanto surrettiziamente le tesi.
    E' un po' complicato, ma tutta la propaganda americana è complicata,
    sofisticata, basata com'è su una scienza psicologica avanzatissima, e
    se ci si vuole difendere occorre essere all'altezza. Per quegli stessi
    congegnatori il collegamento con Etat de siege è stato così importante
    da condizionare il titolo stesso dell'opera, che in originale è The
    Siege, una parola che compare uguale, anche come pronuncia, nel titolo
    del film di Costa Gavras. Per il pubblico italiano l'aggancio è venuto
    a mancare, o per questioni di lingua o perché qui L'amerikano non ha
    lasciato tracce (per forza : in questo Bel Paese tutto libertà e senza
    censura il film è stato ritirato subito dopo l'uscita nel 1973).
    17) De Veraux è dunque un generale dell'esercito e l'USIA non manca
    l'occasione di fargli dire qualche utile falsità in proposito. Gliene
    fa dire due. De Veraux dice testualmente che l'Army è "la più temibile
    macchina bellica della storia del mondo". Le forze armate di terra
    americane sono ben lungi da questo livello. Anzi, sono e sono sempre
    state di una debolezza stupefacente. Marina e Aviazione sono
    fortissime, ma l'Army è così. Per la dimostrazione di questa
    affermazione rimando al mio Sacrifici Umani del 1993 (Edizioni Il
    Cerchio), dove è anche contenuta la spiegazione del fenomeno. Qui mi
    devo limitare a fare osservare che gli Stati Uniti hanno sempre perso
    o non vinto tutte le guerre che potevano risolversi solo con le forze
    di terra (Corea, Vietnam, anche Guerra del Golfo del 1991), pur avendo
    sempre goduto di una ampia superiorità sia numerica che naturalmente
    di mezzi (in Vietnam 51 divisioni contro 10 divisioni nord vietnamite
    e 120.000 guerriglieri). I vertici militari e politici americani lo
    sanno benissimo (sono i primi a saperlo) ma non vogliono certo che il
    mondo se ne accorga: nei conflitti evitano con varie scuse gli scontri
    di terra e fanno polverone con l'aviazione, e per il resto ci pensa
    l'USIA con la propaganda, tramite soprattutto Hollywood. La seconda
    falsità è la seguente. Sempre De Veraux dice che l'Army non è adatta
    per gli interventi di polizia, benché sia stata costretta a farne
    qualcuno "all'estero", "ad Haiti e in Somalia". E' una falsità doppia.
    Dal 1945 ad oggi gli Stati Uniti hanno compiuto circa 500 interventi
    armati all'estero, 218 documentati uno per uno dal 1945 al 1975 ;
    altro che "qualche intervento". Quindi questi interventi non sono
    certo a scopi di polizia: sono nell'ambito della politica neo
    coloniale statunitense nel mondo a favore delle loro Multinazionali.
    18) Il pericoloso generale americano si chiama De Veraux. Non si
    chiama Jones, Brown o Smith; si chiama De Veraux. Non è per caso e
    vuole suggerire per via subliminale che i funzionari americani che
    travalicando gli ordini fanno del male all'estero non sono veri
    americani; non sono WASP anglosassoni ma di altre etnie, del caso
    francese. Anche Mitrione, ammicca infatti la regia, non era un WASP,
    perché di origini italiane. I WASP sono buoni.

    ATTACCO ALLA VERITA'
    Così, passo dopo passo, inquadratura dopo inquadratura e senza che noi
    ce ne
    accorgiamo minimamente, il film ci propina un numero insospettabile di
    menzogne. E cioè:
    - che il terrorismo arabo antiamericano è un fatto religioso-culturale;
    - che gli USA non hanno fatto torti agli arabi;
    - che gli arabi sono una razza inferiore;
    - che gli USA non sono abituati al terrorismo interno;
    - che gli USA sono una democrazia;
    - che il Presidente ha grande potere;
    - che l'FBI è una normale polizia civile;
    - che la CIA non opera nel territorio nazionale;
    - che gli agenti della CIA sono persone brave e anche religiose;
    - che il sen. Jesse Helms è un benintenzionato;
    - che negli USA c'è una perfetta integrazione e armonia razziale;
    - che le nefandezze americane nel mondo sono dovute a iniziative di
    singoli;
    - che Dan Mitrione era giusto uno di questi singoli;
    - che questi singoli non sono normalmente dei WASP;
    - che il colpo di Stato in Cile aveva validi motivi;
    - che le forze di terra americane sono forti;
    - che gli interventi armati americani all'estero sono pochi;
    - che gli stessi sono motivati da esigenze di " polizia internazionale ".
    Già notevole ma non basta. Come tutti i film di propaganda, oltre ai
    singoli e isolabili elementi di falsità appena visti, Attacco al
    potere contiene infatti anche dei messaggi subliminali di sintesi,
    ottenuti convogliando tramite tanti particolari e dialoghi
    opportunamente strutturati e connessi delle impressioni generali
    agli spettatori. Nel caso i messaggi sono i seguenti:
    a) che l'America è oltremodo preoccupata e impreparata di fronte agli
    attacchi terroristici ( che trova del tutto immotivati ) e può reagire
    dissennatamente ricorrendo alle Forze Armate e a elementi come De
    Veraux, che poi fanno sfracelli e colpiscono anche gli innocenti, in
    patria e può capitare anche all'estero.
    b) che gli arabi americani si devono guardare dal coprire i terroristi
    arabi perché il governo potrebbe perdere la testa a tal punto da
    considerare nei loro confronti gli stessi provvedimenti presi a suo
    tempo con i giapponesi americani (internamento coatto). Non sarebbero
    quindi dei provvedimenti tipici di uno stato totalitario, ma dettati
    solo da isteria e inesperienza.
    Sono delle minacce al mondo, e agli arabi americani, convogliate
    tramite Hollywood.

    DOPO L'11 SETTEMBRE 2001
    Tranne qualche aggiustamento per la sincronizzazione, l'analisi
    precedente risale al 1998, quando la scrissi per l'uscita del film in
    Italia. Ora siamo alla fine del 2001 e non possiamo non notare come
    quelle minacce dei messaggi di sintesi si siano realizzate nella vera
    pratica. C'è stato l'attacco alle Twin Towers e gli USA hanno reagito
    ricorrendo veramente alle Forze Armate e facendo veramente sfracelli
    all'estero: hanno addirittura portato la guerra ad un Paese,
    l'Afghanistan, e sembra ne preparino altre contro la Somalia, il
    Sudan, l'Iraq, chissà quanti altri. Gli arabi americani non sono stati
    dimenticati: in base all'USA Patriot Act introdotto dal governo
    americano il 13 novembre 2001 già 5.000 di loro sono stati convocati,
    questionati e debitamente intimoriti dalla polizia, mentre 1.200 sono
    stati arrestati arbitrariamente; tutta la comunità sa di essere una
    sorvegliata speciale, un altro passo e c'è il campo di concentramento,
    magari in Alaska dato che l'America non ha una Siberia. La precisione
    con cui il film ha anticipato una tale reazione in una tale evenienza
    – una reazione non scontata, non ovvia - lascia dei sospetti: captava forse questo film gli echi di strategie politiche che filtravano dalle stanze del potere, di scenari che si stavano preparando, compresi magari gli attentati? Non lo sappiamo; è un'altro dei tanti dubbi lasciati dall'attentato dell'11 settembre.
    http://www.studio2001vpm.com

  2. #2
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    Predefinito Complimenti, Mr. Roiaco...

    ...un msg veramente interessante e dettagliato. Spero che l'85 %
    del sito lo legga attentamente, sopratutto quelli che hanno avuto
    la possibilità di vedere il film.

  3. #3
    Totila
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    Predefinito

    Che Holywood abbia capacità di preveggenza è risaputo.
    Il film, se non vado errato si chiama "Terrore nei cieli"o qualcosa di simile.
    Dove un aereo a cui è stato manomesso il sistema di guida, viene eterodiretto da un terrorista a terra e, se non fosse per l'immancabile eroe a bordo, destinato a sfracellarsi su una centrale atomica.
    Un po' come è successo l'11/9.

    Altro film interessante sulla manipolazione mentale è "Ipotesi di complotto" con Mel Gibson e Julia Roberts.

  4. #4
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    Predefinito

    Hollywood è piena zeppa di jews. Siamo sicuri che sia preveggenza e non semplice consapevolezza?
    Riaffiorano i ricordi degli anni di passione
    ritorna il vecchio sogno per la rivoluzione.
    Racconti senza fine di gente che ha pagato
    non puoi mollare adesso la lotta a questo stato.
    La rivoluzione è come il vento, la rivoluzione è come il vento.

  5. #5
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    Predefinito Hollywood, Hollywood...

    In Origine Postato da Fenris
    Hollywood è piena zeppa di jews. Siamo sicuri che sia preveggenza e non semplice consapevolezza?
    Sarebbe meglio chiamarla con il suo vero nome...(o come la defini-
    va Klassenkampf).

  6. #6
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    Predefinito Re: Hollywood, Hollywood...

    In Origine Postato da Jackal
    Sarebbe meglio chiamarla con il suo vero nome...(o come la defini-
    va Klassenkampf).
    Cioè?
    Riaffiorano i ricordi degli anni di passione
    ritorna il vecchio sogno per la rivoluzione.
    Racconti senza fine di gente che ha pagato
    non puoi mollare adesso la lotta a questo stato.
    La rivoluzione è come il vento, la rivoluzione è come il vento.

  7. #7
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    Predefinito Mahh

    In Origine Postato da Totila
    Che Holywood abbia capacità di preveggenza è risaputo.
    Il film, se non vado errato si chiama "Terrore nei cieli"o qualcosa di simile.
    Dove un aereo a cui è stato manomesso il sistema di guida, viene eterodiretto da un terrorista a terra e, se non fosse per l'immancabile eroe a bordo, destinato a sfracellarsi su una centrale atomica.
    Un po' come è successo l'11/9.

    Altro film interessante sulla manipolazione mentale è "Ipotesi di complotto" con Mel Gibson e Julia Roberts.
    http://www.studio2001vpm.com

  8. #8
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    Predefinito Mahhh

    In Origine Postato da Totila
    Che Holywood abbia capacità di preveggenza è risaputo.
    Il film, se non vado errato si chiama "Terrore nei cieli"o qualcosa di simile.
    Dove un aereo a cui è stato manomesso il sistema di guida, viene eterodiretto da un terrorista a terra e, se non fosse per l'immancabile eroe a bordo, destinato a sfracellarsi su una centrale atomica.
    Un po' come è successo l'11/9.

    Altro film interessante sulla manipolazione mentale è "Ipotesi di complotto" con Mel Gibson e Julia Roberts.
    Secondo me non si tratta assolutamente di preveggenza, si tratta che essendo un popolo arretrato, si fanno dei FILM in testa come quelli che vedono per TELEVISIONE ed essendo dei FANATICI estremisti religiosi, si attengono a quando viene pubblicizzato dal loro "nemico" ed agiscono di conseguenza.NON investono soldi investono solamente il loro "FANATISMO KAMIKAZE. "
    http://www.studio2001vpm.com

  9. #9
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    Predefinito Re: Re: Hollywood, Hollywood...

    In Origine Postato da Fenris
    Cioè?
    Holly-bull-shit !

 

 

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