E da due anni che vi seguo e mi piacete, Solo ora ho deciso di inserirmi.
Sono emiliano emigrato in Insubria da anni, ex militante. Ho partecipato all’adunata sul Po e la marcia a Modena per i serenissimi, cosa di cui mi sento onorato ed anche preso per i fondelli.
Mi si puo’ dire di ogni, ma non che darei tutto di me stesso per un ideale.
Credo nella parola Padania e tutto a quello ad essa connesso, ma se si volesse veramente analizzare l’idea e le conseguenze del messaggio racchiuso in essa non vedo molti aspetti positivi.
Se per Padania intendiamo quella terra, una volta ricca di tradizioni ed ora trasformata in cloaca e ricettacolo di allogeni italici ed umanoidi, cosa possiamo fare per renderla libera ed indipendente.
Lottare per la liberazione della Padania significa eliminare un 60-70 % dei Padani stessi, quelli autoctoni di origine come noi. Sono coloro che ci odiano , sono coloro che nonostante il disfacimento dei valori continuano a remare contro.. e sono tanti, circa 7-8 milioni.
Poi dobbiamo eliminare almeno 4/5 degli italioni venuti su e sono un altro 7-8 milioni.
Infine ci mettiamo i 3-4 milioni di extra ed alla fine rimarremmo un 7-8 milioni di padani dei quali la meta’ rappresentano da sempre, e lo saranno per sempre, lo zoccolo duro ed un altra meta’ sono quelli che per varie ragioni, pur comprendendoci e condividendo alcune istanze,sono ancora impregnati di coltura (la o e’ voluta) clericale e nazionalista.
Dato che, ed e’ palese, che non possiamo fare pulizia etnica od invitare i signori sopra elencati a ritornarsene nelle loro felici aree di provenienza che sempre decantano e rimpiangono, dobbiamo continuare a lottare per un qualcosa che materialmente non potra’ mai avverarsi dato che la penetrazione di altre culture e’ ormai la realta’ della Padania?
Noi siamo minoranza a casa nostra questo deve essere chiaro.
E se il movimento politico potra’ portare a casa qualche cosa in termini di federalismo ben venga, ma sara’ sempre un minusvalore se paragonato a quello che si sarebbe voluto e dovuto fare 10 anni fa, ossia l’indipendenza piena.
Oltre tutto, qualora si ottengano significativi miglioramenti per le popolazioni del nord, saremo poi contenti che di questi benefici se ne avvantaggi tutta la pletora di etnie sopra descritte.
In Friuli stanno dando 5000 euro alle extracomunitarie che sgravano in quella regione, e se questo viene inteso come beneficio ed aiuto alle popolazioni del nord non oso pensare a quello che accadra’ in futuro, qualora si ottengano significativi risultati in termine di federalismo fiscale e sanita’, perche’ diventeremo sempre piu’ terra di richiamo di italioni e islamici.
A mio parere non rimane che arroccarci sulle nostre Alpi e talune aree degli Appennini, creare presidi di forte autonomia a maggioranza esclusiva nostra ed a poco a poco, in un modo o nell’altro, ottenere l’indipendenza, magari nell’ ambito di ridisegno federalista dell’europa.
Allora, e solo cosi’, saremo sicuri che la terra in cui i pochi fortunati potranno continuare a vivere sara’ solo ed esclusivamente terra Padana abitata e coltivata dalle nostre genti, dove ognuno sara’ libero.
La cloaca della pianura, e mi dispiace dirlo, ormai e’ persa ed occorrerebbero decenni di bonifiche ambientali e di altra natura per recuperare un minimo del tanto perso. Ma la storia ha un corso irreversibile.
Lasciamo che il movimento combatta sul territorio, ma la nostra gente deve mettersi in testa che dobbiamo ripercorrere in senso inverso cio’ che fece Belloveso scendendo verso la pianura per fondare Milano e dovremo quindi risalire verso i nostri alpeggi, magari piu’ poveri di soldi, di auto e telefonini, di fabbrichette e capannoni, ma piu’ ricchi nella certezza di vivere la nostra epicita’ che dura, alla faccia della bandiera italiota, da 2600 anni.
Viva la nostra gente ed il nostro popolo!