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  1. #21
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    In origine postato da Pieffebi
    da www.corriere.it

    " RETROSCENA


    Le sei lettere del carteggio con Bankitalia e la lezione Enron

    Nella relazione del ministro l’accusa sui «materiali inquinanti e inquinati»


    ...
    La seconda parte della relazione è dedicata alla corrispondenza intercorsa negli ultimi mesi tra Bankitalia e il ministero del Tesoro: una mezza dozzina di lettere, forse meno, e i verbali della riunione del Cicr dell’8 luglio scorso. Documenti che, nelle intenzioni del ministro, dovrebbero provare come da mesi, sul caso Parmalat, via XX Settembre avesse allertato Bankitalia. ...
    Maria Latella
    "
    ...
    Cioè Tremonti *LO SAPEVA* e si è limitato a scrivere sei letterine a Bankitalia?

    Non poteva allertare anche i risparmiatori e la Guardia di Finanza?

  2. #22
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    In origine postato da Pieffebi
    Ecco, ora che hai detto la battuta del secolo, vedi un po' se ti riesce di dire qualcosa di sensato.

    Hasta la Pasta
    Caro agitprop, tu sei agitprop proprio perche' sai e fingi di non sapere....

    Comunque, se proprio vuoi una domanda seria, cerca almeno di rispondere, invece di sparire, lucchettare, o annaquare la discussione con i tuoi articoli spazzatura...

    Chi e' responsabile per la GdF? Babbo Natale?

    Attendo risposta...

    Ti do un piccolo indizio...

    La Guardia di Finanza è uno speciale Corpo di Polizia che dipende direttamente dal Ministro dell'Economia e delle Finanze (D.Lvo 300/99). E' organizzato secondo un assetto militare e fa parte integrante delle Forze Armate dello Stato oltre che della Forza Pubblica.

    I compiti della Guardia di Finanza sono sanciti dalla legge di ordinamento del 23 aprile 1959, n. 189.

    I compiti prioritari sono la prevenzione, la ricerca e la denunzia delle evasioni e delle violazioni finanziarie, la vigilanza sull?osservanza delle disposizioni di interesse politico-economico e la sorveglianza in mare per fini di polizia finanziaria.

    Inoltre concorre al mantenimento dell?ordine e della sicurezza pubblica e la difesa politico-militare delle frontiere.

    Sin dalle origini, il ruolo di polizia tributaria costituisce il primo e prioritario impegno istituzionale della Guardia di Finanza.

    In tale contesto, la lotta all?evasione fiscale è andata progressivamente ampliandosi per ricomprendere tutte quelle forme di illegalità che recano pregiudizio al bilancio dello Stato e dell?Unione Europea (area finanziaria) ed all?economia legale (area economica).

    Questo processo graduale di evoluzione si è affermato nel tempo ed ha ricevuto il naturale riconoscimento ordinamentale con l?emanazione della legge delega 31 marzo 2000, n. 78, in materia di riordino delle Forze di polizia, che all?art. 4 ha previsto l?adeguamento e l?integrazione dei compiti istituzionali ? fermo restando l?art. 1 della legge di ordinamento n. 189/1959 ? con l?espressa previsione che al Corpo compete l?esercizio delle ?funzioni di polizia economica e finanziaria a tutela del bilancio dello Stato, dell'Unione Europea, delle Regioni e degli Enti locali?.

    In tal modo, la fisionomia istituzionale si è allineata alla realtà operativa che caratterizza l?azione ispettiva tipica dei Reparti.

    Risulta così esattamente delimitata l?area di primario interesse del Corpo rispetto alle altre Forze di Polizia, che è basata sull?esercizio di potestà d?indagine esclusive ed unitarie ai fini della protezione degli interessi nazionali e comunitari.

    Da ultimo, il decreto legislativo 19 marzo 2001, n. 68, ha completato la riforma prevedendo, in attuazione dei principi direttivi della legge n. 78/2000:
    la missione della Guardia di Finanza come Forza di polizia a competenza generale su tutta la materia economica e finanziaria;
    l?estensione delle facoltà e dei poteri riconosciuti per legge ai militari del Corpo in campo tributario a tutti i settori in cui si esplicano le proiezioni operative della polizia economica e finanziaria;
    l?affermazione del ruolo esclusivo della Guardia di Finanza quale polizia economica e finanziaria in mare;
    la legittimazione del Corpo a promuovere e sviluppare, coma autorità competente nazionale, iniziative di cooperazione internazionale con gli organi collaterali esteri ai fini del contrasto degli illeciti economici e finanziari, avvalendosi anche di dodici ufficiali da distaccare in qualità di esperti presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari.

    Per lo svolgimento dei compiti assegnati sono attribuite ai militari del Corpo le qualifiche di:
    Ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria;
    Ufficiali ed agenti di polizia tributaria;
    Agenti di pubblica sicurezza.

  3. #23
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    Il Responsabile della GDF è il Comandante della Guardia di Finanza. Forse a Vossignoria sfugge la ripartizione fra responsabilità politiche e responsabilità gestionali, tecniche e amministrative. Il signor Ministro (che non fa indagini, non fa il pubblico ministero, e nemmeno l'alto ufficiale della GdF) ha informato di certi dubbi l'organo preposto ad effettuare determinati controlli (sul sistema bancario...ecc...), nel rispetto dell'autonomia di questo ultimo. Autonomia ora agitata a protezione della propria....evidente.....inerzia (di detto organo). Non siamo a Cuba dove il ministro ordina direttamente a qualsiasi agente di polizia di arrestare qualcuno o anche....di accopparlo. Per fortuna la sinistretta anticapitalista è stata fermata in tempo in questo paese, anche se è riuscita a far nominare ministro, pochi anni fa, un tizio che regalava mazzi di fiori alle terroriste.

    Aspetto ancora che ti riesca di dire qualcosa di serio, se non proprio di sensato.

    Saluti liberali

  4. #24
    SENATORE di POL
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    da www.giornale.it

    " Tremonti: su Cirio e Parmalat informai Fazio

    Per le vicende Cirio e Parmalat ci sono responsabilità della Banca d’Italia, degli istituti di credito e, in misura minore, della Consob. Questo il succo delle tre ore di audizione parlamentare del ministro dell’Economia. Giulio Tremonti, infatti, presenta un carteggio dal quale emerge che l’istituto guidato da Antonio Fazio venne informato dal suo ministero fin dal novembre 2002 delle anomalie in Cirio e, poi, in Parmalat.
    In particolare il ministro, producendo la documentazione di 18 comunicazioni tra lui e il governatore, ricorda le sue richieste, ritenute "illegittime" da Fazio, sull'irresistibile espansione dell'istituto che ha come ad Gianpiero Fiorani e sullo stato patrimoniale della banca guidata da Cesare Geronzi.
    A Fazio, Tremonti imputa di non avere reagito alle sue sollecitazioni a partire da quella del novembre 2002 sulla crisi di Cirio e sull'assolutamente "impropria dipendenza con una banca romana", facilmente identificabile con Capitalia.
    Su Parmalat, Tremonti afferma che Bankitalia "forse avrebbe dovuto rilevare anomalie" e ricorda la riunione del Cicr dell'8 luglio in cui la discussione sul gruppo alimentare avrebbe avuto un rilievo "non incidentale" in quanto "esempio di casi che potevano avere effetti di crisi sistemica".
    Da quel momento, dice il ministro, la Consob si fece parte attiva, mentre, lascia chiaramente intendere, altrettanto non si può dire della banca centrale.
    Sempre in tema di Parmalat Tremonti chiede di verificare la regolarità delle autorizzazioni di Bankitalia delle emissioni di bond Parmalat, in particolare dei due bond trentennali emessi nell'aprile 2002 e nel febbraio 2003.
    "C'è da chiedersi se le condizioni di regolarità siano davvero state tutte presenti nelle emissioni autorizzate. Ad esempio se siano state effettivamente presenti nelle 18 emissioni Parmalat che finora risulterebbero collocate in Italia; ovvero specificamente nelle due emissioni trentennali Parmalat (aprile 2002 e ancora febbraio 2003)" ha detto nel corso dell'audizione.
    Ed al sistema bancario più in generale Tremonti imputa di aver trasferito ai risparmiatori, tramite lo strumento dei corporate bond che pure rimane fondamentale, un eccessivo rischio di credito.
    L’analisi di quanto accaduto rafforza in Tremonti l’opinione di dare il via al più presto a una riforma del sistema di controlli a tutela dei risparmiatori.
    La tutela del risparmio, avverte il ministro, è una priorità che dovrà essere attuata con una riforma del sistema dei controlli che eviti un'unica authority e sia basata su tre soggetti: una nuova Consob potenziata che controlli operatori e strumenti finanziari, Bankitalia per la stabilità delle banche e l'Antitrust per la tutela della concorrenza.
    "La tutela non va fatta con l'unificazione degli organi. La strategia della riforma non deve essere dogmatica ma articolata", ha detto Tremonti aggiungendo che "la tutela del risparmio ha la priorità sulla tutela delle istituzioni".
    Nella nuova autorità di supervisione delle società quotate e dei mercati finanziari, che eredita ed espande gli attuali poteri della Consob, sarà opportuno concentrare anche l'Isvap e la Covip, che vigilano rispettivamente su assicurazioni e fondi pensione.
    Tremonti ha chiarito che è opportuno assegnare all'attuale Authority antitrust anche la competenza sulla concorrenza tra le banche che ora è assegnata a Bankitalia.
    Tra le nuove regole da introdurre il ministro ha detto che nei consigli di amministrazione delle banche ci dovrà anche essere incompatibilità tra consiglieri e imprenditori.
    La nuova autorità di supervisione sulle società quotate che il governo sta mettendo a punto dovrà essere indipendente dal potere dell'esecutivo e "baricentrata" sul Parlamento.
    Tra i punti della riforma in fase di definizione che ha illustrato Tremonti c'è anche un rafforzamento delle sanzioni.
    La revisione servirà "sia per aumentare le misure delle sanzioni sia per introdurre nuove sanzioni accessorie a carico dei trasgressori consistenti nella sospensione o decadenza delle cariche ricoperte, nella pubblicità delle misure afflittive e nella confisca dei beni", ha detto il ministro, che ha anche confermato che tra i capitoli della riforma ci sarà anche il recepimento della direttiva sul market abuse, di cui ha recentemente sottolineato l'importanza il ministro delle politiche comunitarie Rocco Buttiglione.

    16 Gen 2004
    "


    Saluti liberali

  5. #25
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    dal sito di IDEAZIONE

    " Parmalat al gusto d'Ulivo
    di Arturo Diaconale

    Tutti sanno che Calisto Tanzi è sempre stato vicino, prima alla sinistra democrisiana e poi all’Ulivo. I rapporti tra il patron di Parmalat e Ciriaco De Mita sono entrati nella leggenda. Sia quando l’intellettuale della Magna Grecia è caduto nella polvere accontentandosi di essere un semplice deputato del Ppi. Sia quando era al massimo degli altari ricoprendo contemporaneamente la carica di presidente del Consiglio e di segretario della Democrazia Cristiana. Tutti sanno, inoltre, che dopo l’amicizia con De Mita l’artefice del più gigantesco ed incredibile buco nero mai avvenuto nella storia delle aziende italiane era buon amico di Romano Prodi. Al punto da entrare nella struttura di Nomisma, la società di consulenze e di ricerche cara al leader dell’Ulivo.

    E’ moto, inoltre, che lo stesso Tanzi non abbia lesinato un suo contributo a Forza Italia. Ma si è trattato di una largizione aperta, trasparente e fin troppo ostentata. Quasi a voler rassicurare il maggior partito dell’attuale maggioranza che la conclamata amicizia della Parmalat per gli uomini di spicco dell’opposizione non doveva essere considerata come una dichiarazione di ostilità e di guerra al centrodestra. Ora, nessuno è in grado di ipotizzare se Tanzi abbia manifestato la sua simpatia per la sinistra Dc e per l’Ulivo in maniera più concreta e diversa da quella adottata per manifestare attenzione a Forza Italia. Uno dei magistrati che indagano sulla bancarotta, ha affermato che nel corso degli interrogatori degli imputati è stato affrontato il tema delle eventuali tangenti alla politica ma non è emerso nulla di particolarmente rilevante.
    Ma basta questa battuta per dare una risposta all’interrogativo su quali coperture di massimo livello pubblico abbia potuto contare il padrone di Parmalat per portare avanti per circa una ventina d’anni il suo gigantesco imbroglio ai danni degli investitori e dell’immagine complessiva del “sistema Italia”. Con tutto il rispetto che si deve al magistrato in questione, non è possibile liquidare il fatto con una semplice battuta. Già una volta il capitolo delle tangenti di Tanzi è stato chiuso in maniera frettolosa. Non è forse vero che il tesoriere della Dc Citaristi rivelò l’esistenza di finanziamenti della Parmalat, senza però suscitare alcun interesse tra gli inquirenti? Quella fretta superficiale non è più riproponibile ed accettabile.

    Il bubbone scoppiato è troppo grande per poter pensare di non verificare gli eventuali intrecci d’interesse tra l’azienda di Parma e la politica. Di qui la necessità di fare luce su questo aspetto importante e fin troppo inquietante della faccenda. E l’esigenza che il compito di realizzare questa “operazione verità” non venga lasciato solo alla magistratura ma venga portato avanti anche dal Parlamento. Con l’indagine conoscitiva proposta da Marcello Pera e Pierferdinando Casini. Nessuno propone di dare vita ad una nuova ondata giustizialista. Di cacce alle streghe ne abbiamo fin sopra i capelli. Ma, nel rispetto delle garanzie di tutti, è indispensabile fare luce e trasparenza. Per dimostrare che la legge è effettivamente uguale per tutti. Anche per gli intoccabili della vecchia nomenklatura.

    (da L'opinione del 9/01/2004)

    16 gennaio 2004
    "

    Cordiali saluti

  6. #26
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    In origine postato da Pieffebi
    Il Responsabile della GDF è il Comandante della Guardia di Finanza. Forse a Vossignoria sfugge la ripartizione fra responsabilità politiche e responsabilità gestionali, tecniche e amministrative.
    E poi non ci dire che non sei un agit-prop

    Spiegaci esattamente in cosa consistono le responsabilita' "politiche" del Ministro delle dell'Economia e delle Finanze per quanto concerne la GdF che da lui dipende DIRETTAMENTE...

    Perche' ha mandato lettere a istituti independenti e si e' "dimenticato" degli istituti che da lui DIPENDONO DIRETTAMENTE?

    Forse perche' per quanto riguarda gli stituti che da lui DIPENDONO DIRETTAMENTE lui non aveva responsabilita' "gestionale, tecnica e amministrativa"?

    3Colli ha forse responsabilita' "gestionale, tecnica e amministrativa" per quanto riguarda la BdI?

    O forse intendi dire "irresponsabilita' politica"?

    Inoltre, e' forse compito della GdF indagare dei reati in questione o e' solo ed esclusivamente compito della BdI?

    Vuoi un indizio anche in questo caso, agit-prop?

  7. #27
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    Sorprendente. Vuoi farmi credere che se la polizia arresta un ladruncolo è perchè le indagini e le misure cautelari le ha disposte il ministro dell'interno?
    O che il ministro della giustizia ordina ai magistrati chi indagare?
    O che il ministro dei trasporti decide l'orario dei treni o le misure disciplinari nei confronti dei macchinisti sfaticati?
    Forse hai le idee un po' confuse.
    La Guardia di Finanza è una delle tante.....polizie......di questo paese......


    Cordiali saluti

  8. #28
    SENATORE di POL
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    P.S. l'unica cosa che si sta annacquando su questo forum appartiene al tuo corpo.

    Vedi di rispettare il regolamento....

    Saluti liberali

  9. #29
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    In origine postato da Pieffebi
    O che il ministro della giustizia ordina ai magistrati chi indagare?
    Non mi risulta che i magistati DIPENDANO DIRETTAMENTE dal ministro di grazia e giustizia....

    Pero' mi risulta che la GdF DIPENDE DIRETTAMENTE dal ministro dell'economia e delle finanze...

  10. #30
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    In origine postato da Pieffebi
    P.S. l'unica cosa che si sta annacquando su questo forum appartiene al tuo corpo.

    Vedi di rispettare il regolamento....

    Saluti liberali
    Io ho solo fatto una profezia che si e' immancabilmente avverata... Vero agit-prop?

 

 
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