dall'Arena:
Il presidente dell’Unione musulmani d’Italia rinnova le accuse alla Chiesa nell’interrogatorio ai carabinieri
Tradizionalisti contro Smith
Pensano di costituirsi parte civile nel processo per vilipendio
È fissata per mercoledì prossimo la prima udienza d el processo a Adel Smith, il presidente dell’Unione musulmani d’Italia accusato di vilipendio alla religione cattolica per le sue affermazioni durante una trasmissione televisiva sull’emitente veronese Telenuovo. E nell’ambiente dei tradizionalisti cattolici si sta studiando la possibilità di far costituire parte civile almeno un’associazione che, qualora venisse ammessa, potrebbe chiedere il risarcimento danni.
La questione legale ha un precedente, anche se sarà il giudice Marco Zenatelli a valutare le sfumature in caso di richiesta di costituzione da parte di un’associazione. Il tribunale di Verona, infatti, e prima ancora il giudice per le indagini preliminari Sandro Sperandio, avevano ammesso le costituzioni di parte civile dell’associazione Opera nomadi e di singoli esponenti della comunità al procedimento nei confronti di sei leghisti accusati di incitamento all’odio e alla discriminazione razziale. Anche il processo a Adel Smith annovera nel capo d’imputazione uno dei cosiddetti reati ideologici, l’articolo 403 del codice penale. Il vilipendio alla religione, secondo l’accusa, è ravvisabile nelle affermazioni di Smith contro la Chiesa cattolica, da lui definita nella trasmissione dell’8 novembre 2002 «una grande associazione a delinquere» e in un termine offensivo usato nei confronti del cardinale Biffi.
Smith avrebbe potuto chiedere di oblare il reato, cioè di pagare una multa e ottenere la cancellazione della violazione della norma. Invece ha preferito sostenere il processo. Anzi, ha rincarato la dose contro la Chiesa durante un interrogatorio il 4 marzo dell’anno scorso. Davanti ai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura de L’Aquila che lo hanno ascoltato come indagato su rogatoria della procura di Verona, Adel Smith, difeso dall’avvocato Dario Visconti, ha sciorinato ancora una volta i pezzi forti del suo repertorio anticattolico.
Prima domanda dei carabinieri: «Riguardo alle espressioni riportate dalla trasmissione, lei vuole dare una spiegazione?».
Risposta di Smith: «Certamente. Desidero puntualizzare innanzitutto che qualcuno aveva detto "eppure gira". Io dirò: "Gira"». E così, dopo il riferimento alla famosa frase di Galileo Galilei, Adel Smith è partito in quarta. Ha attaccato il Papa, ha parlato di strumenti di tortura usati dagli ecclesiastici nel periodo dell’Inquisizione, è arrivato ai tempi moderni facendo riferimento agli scandali che coinvolsero la banca vaticana e monsignor Marcinkus.
Per ogni affermazione, ha depositato fotocopie di libri e documenti che, secondo lui, attesterebbero la bontà delle sue tesi. E ora è pronto a difendersi al processo.