Dal Corriere
ECONOMIA
Tremonti alla Commissione Finanze porta le lettere inviate a Fazio
«Bankitalia ha sottovalutato il caso Parmalat»
Il Ministro dell'Economia accusa Banca d'Italia e Consob per il mancato intervento e propone l'authority per il risparmio
ROMA - Accuse dure a Banca d'Italia. Sul caso Parmalat e in generale sulle emissioni di bond (come anche per Ciriop), doveva intervenire prima e in altro modo. Giulio Tremonti, nel corso dell'audizione davanti alle commissioni Finanze e Attivitá Produttive di Camera e Senato sul caso Parmalat, non risparmia gli attacchi al Governatore di Bankitalia, Antonio Fazio. E mette sul tavolo le lettere, delle quali aveva già parlato, che secondo lui dimostrano che il ministero dell'Economia aveva avvisato Banca d'Italia dei rischi. Poi guarda al futuro e alle garanzie per i risparmiatori. «serve non un'autorità unica ma, tra altre autorità, un'unica autorità funzionalmente competente sul bene costituzionale fondamentale del risparmio».
Giulio Tremonti (Infophoto)
IL CARTEGGIO - Tremonti ha duramente criticato sia la Consob (la commissione di sorveglianza sulle società e la Borsa) sia la Banca d'Italia per il comportamento tenuto sul caso Parmalat. «Bankitalia avrebbe forse dovuto rilevare nel corso degli anni e nel corso delle sue ispezioni almeno qualcosa di anomalo - ha detto il ministro dell'Economia - e le anomalie da rilevare se non sulle emissioni erano quelle sul lato delle banche attive sulle emissioni». Le accuse a Bankitalia erano previste: all'inizio del caso Parmalat, fra Tremonti e Fazio era stata polemica sia sul merito dell'azione di controllo sia su un «avviso» che il ministro soteneva di aver inviato ben prima alla Banca d'Italia. Tremonti al Senato ha portato le carte per provare questa sua tesi e ha consegnato ai parlamentari il carteggio avuto con il Governatore della Banca d'Italia. Il carteggio parte dal caso Cirio e tocca anche la più recente crisi Parmalat. Si tratta in tutto di 18 lettere. Il ministro, riassumendo la situazione, ha affermato che in più occasioni alle sue reiterate richieste e allarmi, vi è stata una sottovalutazione» dei problemi da parte del Governatore. Critiche anche alla Consob, la cui attività di controllo, secondo Tremonti, è stata insufficiente almeno fino al primo semestre del 2003.
COMPETENZA UNICA - Fra «la tutela del risparmio e la tutela delle istituzioni la priorità assoluta va alla tutela del risparmio» ha poi aggiunto Tremonti che ha annunciato la presentazione di un disegno di legge che dia vita ad authority che operino per funzioni ed in primo luogo ad un'autorità unica che abbia la competenza sul risparmio. Il ddl di riforma delle Authority «sarà aperto al dibattito sia in Consiglio dei ministri che in Parlamento».
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«Caro Governatore... Caro Ministro»
Il contenuto delle lettere rese note
Diciotto lettere, un confronto durato mesi. E che ora Tremonti mette sul tavolo, offrendolo alla Commissione, proprio il carteggio tra lui e il Governatore della Banca d'Italia, Fazio. Un botta e risposta tra i due (insieme nella foto Ansa) che parte da lontano, dal caso Cirio, dai criteri di collocazione dei bond, gli stessi che hanno tradito migliaia di risparmiatori sia nella vicenda Cirio, sia poi nel caso Parmalat e in modo anche maggiore. Tremonti nell'esposizione alla Commissione ha parlato di una risposta «de minimis» data verbalmente da Fazio dopo una prima informativa nel novembre 2002 sull'esposizione Cirio e in particolare «su una banca romana» ma anche la comunicazione sulla «illegittimità delle richieste e sull' impossibilità a rispondere» in relazione ad alcune lettere che riguardavano sempre la Cirio e la vicenda Myway.
Le lettere - Si parte dal 20 novembre 2002 quando viene fatta una prima informativa da parte del ministero «sulla crisi finanziaria potenziale della Cirio e sul rapporto di assoluta e assolutamente impropria dipendenza con una banca romana». È qui che Tremonti avrebbe avuto da parte del Governatore una «risposta verbale, de minimis». Tremonti invia ulteriori lettere il 3 e il 24 aprile, sempre sul caso Cirio. La Banca d' Italia - ricostruisce il ministro - risponde il 14 maggio in modo tranquillizzante sul quadro normativo. Ci sono poi altre tre lettere da parte del Tesoro all'istituto di Via Nazionale: la prima è su Capitalia, la seconda è sulla Popolare di Lodi e la terza è su tutti e due gli istituti. La Banca d'Italia risponde il mese successivo affermando «l'illegittimità della richiesta e l'impossibilità di dare una risposta». Lo stesso accade su altre lettere relative anche il caso Myway, il prodotto finanziario del Monte dei Paschi che creò danni per i consumatori. Questo accade prima del Cicr dell'8 luglio del quale Tremonti riporta parte dei verbali, che spiega sono scritti in modo sintetico. «Alla riunione dell' 8 luglio - ricorda il Ministro - si fece specificamente riferimento al caso Parmalat, suscettibile di ricadute negative sul mercato finanziario». E spiega a più riprese, «non si fecero riferimenti incidentali». Si discusse anche di un articolo pubblicato il giorno precedente e da lì partì un primo accertamento. Tanto che secondo il ministro da questa data si attivò anche la Consob. Ulteriori contatti ci furono il 23 luglio: il ministero dell' Economia voleva convocare un nuovo Cicr per fare il punto sulle crisi dei bond «prima della pausa estiva». Il 24 luglio il Governatore rispose che «che erano in atto approfondimenti, ma che una riunione era opportuna solo dopo la fine degli accertamenti». Nasce poi un battibecco sulle modalità di funzionamento del Cicr che per Fazio «ha un potere di intervento in risposta alle delibere proposte dalla Banca d' Italia». «Ho qualche difficoltà a convenire su questa versione», replica Tremonti. Al Cicr si arrivò poi solo qualche giorno prima di Natale.
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