Martedì, 6 Gennaio 2004
«IN VENETO I NOMI DEI PAESI»: FIRMATO PATRIK
«Lustrisimo sior sindaco...». Inizia così, con rimembranze goldoniane di un tempo che fu, la lettera con cui il Coordinamento delle associazioni venete chiede ai primi cittadini della regione uno sforzo particolare: indicare nei cartelli che segnalano i nomi di città e paesi anche la dizione in dialetto. Un po' come avviene in Friuli-Venezia Giulia o in Trentino Alto Adige, tanto per intenderci. Non si tratta di un'iniziativa estemporanea, perché questa possibilità è espressamente prevista dal nuovo codice della strada, che all'articolo 37 comma 2 bis recita: "Gli enti possono utilizzare, sui segnali di localizzazione territoriale del confine del Comune, lingue regionali o idiomi locali presenti nella zona di riferimento, in aggiunta alla denominazione nella lingua italiana".
Il Coordinamento, quindi, si è limitato a ricordare ai sindaci questa possibilità, mettendo in campo tutto il proprio peso, perché l'organismo, oltre ad avere un suo sito internet (www.culturaveneta.org) raggruppa un gran numero di associazioni delle sette province della regione, ma anche realtà "foreste", come l'Union ladina del Cadore de Medio (Uruguay), Veneto.org (Stati Uniti) e i Club Veneti della Germania.
«Fasemo notar - recita la lettera spedita ai sindaci - che no la xe mia na inisiativa politica, ma sol che na inisiativa culturale, prevista da da leje del Stato italian, in modo da poder valorixar le parlade locali. Sémo sicuri che anca la So aministrasiòn comunal la sostegnerà da subito 'sta nova inisiativa, ùtile asè par darghe valor e protesiòn ala léngoa veneta, patrimonio de tuti i abitanti de la nostra Rejon». La firma è del presidente del Coordinamento, tale Riondato. Che di nome, però, porta un poco veneto Patrik. Forse in attesa di una legge che lo autorizzi a chiamarsi "Patrissio