Presentati i dati di una ricerca di Federabitazione. Solo dai comuni timidi segnali di sostegno.
Niente incentivi per le case ecologiche, il ministro Matteoli sotto accusa



La casa ecologica che garantisce risparmio energetico e un abitare sano deve diventare la regola e non restare più solo una sperimentazione. Un obiettivo che può essere raggiunto, dati i costi maggiorati della edilizia cosiddetta "sostenibile", solo attraverso l'aumento degli incentivi. La richiesta arriva chiara e decisa da Confcooperative/Federabitazione che ieri a Roma, nell'ambito della prima convention sull'abitare sostenibile, ha dato i numeri di un fenomeno in progressiva crescita presentando i risultati di una ricerca che ha interessato 249 Comuni in cui vivono circa 10 milioni di italiani pari al 17,5 per cento della popolazione. La ricerca, realizzata da Federabitazione in collaborazione con Anci, l'Istituto Nazionale di Bioarchitettura e Legambiente, evidenzia che il 55 per cento ha deliberato incentivi per case ecologiche o sta per farlo. L'incentivo al quale si fa maggiore ricorso (per il 28 per cento dei Comuni) è lo sconto sugli oneri di urbanizzazione. Un Comune su cinque (21 per cento) riconosce a chi costruisce ecologico premi di cubatura. Il 16 per cento dei Comuni interpellati vincola poi l'edificabilità di alcune aree alla sola edilizia sostenibile. Concedono poi sconti sull'Ici il 12 per cento dei Comuni. Stessa percentuale per le amministrazioni comunali che concedono finanziamenti con bandi di concorso.
Si è sulla buona strada ma non basta. «Per far sì che la casa ecologica passi dalla straordinarietà alla ordinarietà - ha sottolineato Angelo Grasso presidente di Federabitazione - gli incentivi previsti devono essere a regime». Ma il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, incalzato da più parti perchè prendesse un impegno preciso, si è trincerato dietro la cronica carenza di risorse. E' apparso come un ministro senza portafoglio. «Tremonti - ha detto Matteoli - non concede risorse». Una risposta che ha raggelato la platea riunita a Palazzo Altemps. Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, prendendo la parola poco dopo ha parlato di Tremonti come «un convitato di pietra» e ha ribadito la necessità di legare gli incentivi per le ristrutturazioni alla qualità edilizia. Il riferimento esplicito è a quella detrazione del 41 per cento dall'imposta sul reddito delle persone fisiche per chi effettua ristrutturazioni edilizie introdotta nel 1997 e prorogata dalla Finanziaria 2004. Per Legambiente si deve pretendere che le ristrutturazioni per le quali si concedono detrazioni rispondano a criteri di rispetto dell'ambiente e risparmio energetico. Ma il ministro dalle mani legate, che ha fatto passare il peggiore dei condoni edilizi della storia italiana che ha introdotto un becero spoil system nella Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale per le grandi opere, non ha saputo far altro, dopo il vivace mormorio della sala, che assumere due timidissimi impegni. «Mi faccio carico - ha detto Matteoli - di attivare un tavolo di concertazione». Il ministro ha poi avanzato un possibile testo per un emendamento alla norma che prevede gli incentivi per le ristrutturazioni sottolineando che, la dove è possibile, ovvero in quei Comuni nei quali si possono rispettare i parametri di casa ecologica, questa deve essere necessariamente tale.

Ma Matteoli è stato attaccato su vari fronti: amianto (alti costi di smaltimento a carico dei privati), idrogeno (Stefano Cimicchi, presidente di Cittàslow ha accennato al manifesto per una economia all'idrogeno "verde"), sperperi di riscaldamento nelle strutture pubbliche.

L'incontro è stato poi l'occasione per presentare gli sviluppi del progetto pilota europeo "abitare sostenibile in Europa (Sustainable Housing in Europe) coordinato da Federabitazione Europe. Nell'ambito di questa iniziativa sono previsti 336 alloggi ecologici, 40 a Mazzano (Brescia), 16 a Ozzano (Bologna), 70 a Preganziol (Venezia), 130 a Pesaro, 80 a Teramo.

Graziarosa Villani_
Liberazione 21 01 04