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    brescianofobo
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    Eurispes: per 65% fallimentare politica economica Governo

    Giovedì 22 Gennaio 2004, 11:16


    Eurispes: per 65% fallimentare politica economica Governo
    Di Radiocor

    Scarso affidamento su risanamento e riforma equa pensioni


    Radiocor - Roma, 22 gen - Gli italiani bocciano la
    politica economica del Governo. E' questo il risultato che
    emerge dal sondaggio condotto dall'Eurispes su un campione
    di 1.500 soggetti. Per il 65,7% degli interpellati il
    Governo Berlusconi sta attuando un politica economica
    "fallimentare e densa di promesse non mantenute" mentre per
    il 44,6% degli italiani i punti previsti dal programma
    elettorale della CdL non sono stati realizzati. Sfiora il
    18%, invece, la percentuale di quanti ritengono appropriata
    la politica dell'esecutivo.
    Giudizi critici piovono su
    diversi aspetti della politica economica dell'Esecutivo. Il
    32,7% degli intervistati afferma, infatti, di non fare
    nessun affidamento sul Governo in materia di risanamento dei
    conti pubblici mentre il 29,9% e' dello stesso parere per
    quanto riguarda la realizzazione di una equa riforma delle
    pensioni. Scetticismo piu' contenuto, invece, per quanto
    riguarda le politiche indirizzate alla lotta alla
    disoccupazione e alla capacita' di gestire i processi
    inflazionistici (in quest'ultimo caso il 41,7% esprime una
    moderata fiducia). Ad essere critiche verso la politica
    economica del Governo sono soprattutto le donne: il 47,6%
    delle intervistate la giudica fallimentare (contro il 41,4%
    degli uomini) ed il 21,2% la ritiene inadeguata (a fronte di
    un dato maschile del 20,9%). Nel complesso, dunque, il 68,8%
    delle donne ed il 62,3% degli uomini esprimono un giudizio
    negativo. Tra gli uomini, poco piu' di un cittadino su
    cinque (il 20,5%) giudica appropriata la politica economica
    governativa, e ritiene che gli effetti si vedranno nel lungo
    periodo, contro il 15,3% delle donne.
    Una lettura dei dati su base geografica restituisce un
    quadro abbastanza omogeneo tra le diverse ripartizioni
    territoriali. Nel Nord-Ovest e nelle Isole, oltre due
    cittadini su tre ritengono che la politica economica
    governativa non corrisponda ai bisogni del Paese o sia
    addirittura fallimentare (con percentuali di risposta pari
    rispettivamente al 67,7% e al 69,8%). Leggermente meno
    elevati i giudizi negativi espressi dai cittadini residenti
    al Sud (65,6%), al Centro (64,8%) e al Nord-Est (63,2%).
    Il sondaggio dell'Eurispes ha anche chiesto agli italiani
    una valutazione sulle attuali condizioni finanziarie.
    Rispetto al 2003 dalle risposte emerge un crescente
    pessimismo. Se l'anno scorso la maggioranza degli
    intervistati avvertiva un lieve peggioramento dell'economia
    italiana (32,5%), nel 2004 la situazione si aggrava
    ulteriormente: il 48,2% degli intervistati, infatti,
    percepisce un netto peggioramento. Solamente lo 0,6%,
    inoltre, avverte un netto miglioramento e il 6,8% un leggero
    miglioramento.
    Cel


  2. #2
    brescianofobo
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    Giovedì 22 Gennaio 2004, 12:48

    Fiducia Isae minimo record,rischi impatto Parmalat su Pil





    MILANO (Reuters) - Cala ancora l'indice di fiducia dei consumatori Isae, toccando a gennaio un nuovo minimo storico. Lo dice Isae in una nota che indica tra le cause della flessione l'effetto degli scioperi nel settore del trasporto pubblico a gennaio, ma, soprattutto, l'impatto della crisi del gruppo Parmalat (Milano: PRFI.MI - notizie - bacheca) .


    Nel mese in corso, l'indice corretto dagli effetti stagionali ed erratici, ha toccato un nuovo minimo dall'introduzione della serie storica nel 1996, scedendo a 102,6 da 104,6 (rivisto da 104,8) di dicembre.


    "Data la dimensione della distruzione della ricchezza finanziaria provocata dal crack della Parmalat, potrebbe esserci un impatto sul Pil, via minore fiducia, maggiore risparmio e, quindi, minori consumi" commenta Gianluigi Mandruzzato, economista di Banca Intesa (Milano: BIN.MI - notizie - bacheca) .


    Un eventuale effetto sull'economia reale va, comunque, verificato nei prossimi mesi, dicono gli economisti.


    Secondo l'Isae, "Le variabili maggiormente depresse [...] sono giudizi e previsioni sulla situazione economica generale dell'Italia e attese sul mercato del lavoro".


    "Flettono in materia significativa anche le valutazioni sul risparmio, sia presente che futuro, e sulla convenienza agli acquisti di beni durevoli" si legge nel comunicato Isae.


    DIFFICILE VALUTAZIONE IMPATTO MINOR FIDUCIA SU CONSUMI


    "E' difficile valutare questo impatto, molto dipende dalle classi di reddito dei risparmiatori rimasti coinvolti e da quanto le famiglie sono sensibili all'impatto Parmalat che si è scaricato sul valore dei fondi d'investimento" dice Mandruzzato.


    Secondo il ministro dell'Economia Giulio Tremonti l'ampiezza del caso Parmalat è simile a quella di una manovra finanziaria, circa 11 miliardi di euro. In un'intervista alla Reuters il suo vice Mario Baldassarri ha detto lunedì scorso che "se il risparmiatore percepisce che ha perso un pezzo del patrimonio mari aumenta il risparmio e diminuisce i consumi perchè vuole ricostituire la perdita subita: questo può avere effetto sull'economia reale".


    Luigi Speranza di Bnp Paribas (Parigi: FR0000131104 - notizie) sottolinea, però, che, nel recente passato la correlazione tra fiducia e consumi non è mai stata molto forte.


    "Detto ciò non bisogna trascurare questo dato sulla fiducia che è un segnale inatteso e davvero importante" dice l'economista. "La ripresa del ciclo italiano dovrà ancora una volta basarsi sulla dinamica delle esportazioni, settore che al momento sembra tenere, ma è sottoposto all'incognita cambio che penalizza l'Italia più degli altri partner europei" aggiunge.


    Per la crescita 2004 Bnp Paribas ha una stima dell'1,6% a fronte dell'1,8% della zona euro.


  3. #3
    brescianofobo
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    COMUNICATI STAMPA

    Fara replica a Forza Italia

    Il presidente dell’Eurispes, prof. Gian Maria Fara, replica all’on. Antonio Leone, vicepresidente del Gruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati e alla senatrice Elisabetta Alberti Casellati, vicepresidente vicario dei senatori di Forza Italia «Mi sorprendono le dichiarazioni dei due esponenti di Forza Italia che ci accusano di esserci messi al servizio dell’opposizione e di aver aperto con il nostro sondaggio su “L’opinione degli italiani sull’andamento dell’economia e sulla politica economica del Governo” la campagna per le prossime consultazioni elettorali. Vorrei segnalare all’onorevole Leone e alla senatrice Alberti Casellati che l’Eurispes è lo stesso istituto che la loro parte politica tanto apprezzava quando rivolgeva le sue critiche all’allora governo di centrosinistra, e al quale venivano dedicate intere pagine di plauso da parte dei giornali del centrodestra. Chi governa, e mi dispiace di doverlo ricordare proprio alla Casa delle Libertà, dovrebbe accettare l’idea che possano esistere luoghi liberi da pregiudizi ideologici e non schierati politicamente né da una parte né dall’altra e che hanno come unica missione quella di descrivere la realtà così com’è, indipendentemente dal dispiacere che si può dare di volta in volta all’uno o all’altro schieramento».
    Roma 22 Gennaio 2004

 

 

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