La Consulta dà ragione alla Lega:
è illegittima la perquisizione di via Bellerio
MILANO Era necessaria l'autorizzazione della Camera dei deputati per eseguire la perquisizione degli uffici di Roberto Maroni, nella sede della Lega Nord in via Bellerio, a Milano, dove nel 1996 avvennero colluttazioni tra esponenti leghisti (tra cui Umberto Bossi) e gli uomini della Digos inviati dal pubblico ministero di Verona, Guido Papalia.
La decisione della Corte Costituzionale sarà formalizzata al momento del deposito della sentenza, che verrà pubblicata nei prossimi giorni. Stando alle indiscrezioni è e stata adottata a maggioranza, al termine di una vivace camera di consiglio. Alla fine i giudici della Consulta hanno dato ragione alla Camera che, nel sollevare conflitto di attribuzioni, riteneva illegittima la perquisizione in via Bellerio perché eseguita senza autorizzazione nell'ufficio di Maroni. Relatore della causa, discussa martedì scorso nell'udienza pubblica presieduta dal vicepresidente Gustavo Zagrebelsky, è Franco Bile. A livello processuale la decisione della Consulta avrà quasi certamente effetti favorevoli agli esponenti della Lega Nord che sono stati condannati, anche in appello, per resistenza a pubblico ufficiale (4 mesi di carcere a Bossi, e 4 mesi e 20 giorni a Maroni, Borghezio, Caparini, Martinelli e Calderoli).
L'ultima parola spetta ora alla Corte di Cassazione, che ha fissato per 9 febbraio prossimo l'udienza di impugnazione delle condanne dei leghisti. Il 18 marzo prossimo i reati cadono in prescrizione.
I Giudici sono tornati ad essere "terzi"...