Ricevo ed inoltro:

Apprendo da un articolo di Galli della Loggia su "Sette" ("I cattolici hanno
due anime ma certi laici ne vorrebbero una sola") che in occasione della
celebrazione della Giornata della Memoria le Acli e le Paoline hanno deciso
di presentare agli studenti delle superiori un noto film del filone
trash-demenziale. Ma sì, sto parlando di "Amen" di Costa Gravas, il remake
cinematografico del già demenziale"Vicario". Ricordo che sulla locandina del
"film" campeggiava trionfale una croce con tanto di svastica sovrapposta.
Ora, penso ci sia poco da aggiungere alle considerazioni di Galli della
Loggia, se non un senso di pietà e compassione per i poveri studenti vittime
della miseria umana, culturale e spirituale altrui, oltre un irreferenabile
istinto di prendere a schiaffi gli organizzatori "cattolici" di un simile
evento. Senza scadere nel triviale segnalo che mons. Maggiolini, appena
operato di cancro, ha avuto la forza di dire la sua al riguardo in un
comunicato. E naturalmente non sono state parole d'incoraggiamento per la
brillante iniziativa...

IL VESCOVO TORNA
E VA ALL'ATTACCO

COMO - Quasi un diario del ricovero nel policlinico milanese e dell’intervento chirurgico subìto. Ma il vescovo Alessandro Maggiolini, che ieri per la prima volta ha ripreso i contatti con la comunità attraverso un comunicato di proprio pugno, ha voluto intervenire nella polemica suscitata dalla decisione di Acli, Associazione “In dialogo “ e Librerie Paoline” di proporre agli studenti di Como la visione del film «Amen» di Costa Gravas in occasione della Giornata della Memoria. Polemica che, proprio ieri, è stata commentata da Ernesto Galli della Loggia sulle colonne del magazine «Sette»: ha parlato - l’opinionista del Corriere - della «subalternità al “politicamente corretto” che sembra andare per la maggiore in quel di Como». E anche il vescovo Maggiolini ha avuto parole nette sull’episodio condannando le organizzazioni cattoliche che l’hanno promosso: «I cattolici non vogliono limitare la libertà di nessuno, nè porre censure. Ma qui si tratta di ben altro: non è lecito spacciarsi come cattolici e staccarsi totalmente da un giudizio autorevole della stessa chiesa».