ROMA - La "legge Concia" sull'omofobia è stata affossata alla Camera. La maggioranza ha votato l'incostituzionalità del provvedimento dopo essere stata sconfitta sul tentativo di rinviare tutto in commissione. La pregiudiziale di incostituzionalità, sollevata dall'Udc, ha ricevuto 285 voti favorevoli, 222 contrari e 13 astenuti. Decisione che ha aperto una scia di polemiche tra maggioranza e opposizione, ma anche nello stesso Pd.
Questa la successione dei fatti. Otto deputati del Pdl, in un testo congiunto, avevano espresso la loro disapprovazione per il testo, che vorrebbe introdurre l'aggravante della discriminazione sessuale per le aggressioni personali. Lega, Pdl e Udc avevano chiesto che il testo tornasse in commissione per una serie di "limature al testo". Ma la proposta non ha ottenuto la maggioranza alla Camera, che prosegue così l'esame del provvedimento. Contro il rinvio in Commissione giustizia hanno votato non solo i deputati di Pd e Idv, ma anche numerosi deputati del Pdl.
Poi la svolta. A sorpresa. Basta leggere la dichiarazione della stessa relatrice: "Mi vergogno di far parte di questo Parlamento". Anna Paola Concia esce furibonda dall'aula della Camera, che ha appena bocciato per incostituzionalità la proposta di legge sull'omofobia di cui la deputata Pd era relatrice che ne ha per tutti: il Pdl, che "ha detto bugie", ma anche per il suo gruppo, che "senza avvertirmi ha cambiato idea e ha votato contro la possibilità di tenere in vita questa legge con il suo ritorno in commissione".
In realtà - denunciano i parlamentari Pdl - era stato raggiunto un accordo "per rimediare ai vizi di costituzionalità della norma, rinviandola all'esame della commissione e arrivando in tempi brevissimi a riportare il testo in aula". Violato il patto, "anche noi abbiamo votato contro".
Una ricostruzione contestata dal segretario Pd Franceschini: "Il dato politico è che la destra e
l'Udc hanno affossato il provvedimento contro l'omofobia. Noi abbiamo votato contro il
rinvio perchè non ci è stato garantito dalla maggioranza un impegno su tempi". Polemica cui si aggiunge quella con la deputata Pd Binetti che ha votato insieme alla maggioranza, cosa che Franceschini commenta: "E' un problema, un signor problema".
Il sindaco di Roma. Il primo cittadino della capitale, Gianni Alemanno, si è dichiarato favorevole alla legge. Dopo le aggressioni subite nell'ultimo periodo a Roma da coppie omosessuali, il sindaco dice "sì alle aggravanti per violenze personali, reati fisici reali". Ma con riserva: "Sono contrario quando si parla di aggravanti nei casi di violenze morali, cose un po' indefinite che devono essere precisate".
(13 ottobre 2009)