ROMA - Paola Binetti sulla via del passaggio all'Udc? «Smentisco assolutamente, è una delle poche cose di cui sono sicura». Così la teodem che è diventata un caso all'interno del Pd, per aver votato con il centrodestra il documento che affondava il provvedimentocontro l'omofobia, replica alle voci di Montecitorio che la vorrebbero in uscita da Pd per approdare nell'Udc di Pier Ferdinando Casini.
L'UDC - «Riconosco che l'Udc sta facendo un buon lavoro - spiega la Binetti - ma aspetto di vedere cosa sarà il Pd dopo le primarie, e in particolare come agirà il nuovo segretario di fronte di fronte alle diversità all'interno del partito». Si sente a disagio dopo quello che è successo ieri sull'omofobia? «No, non mi sento a disagio, ma penso che il Pd debba rivedere il modo in cui si prendono le decisioni. Se di disagio si tratta - aggiunge - lo definirei un disagio adolescenziale, perhè aspettiamo tutti di vedere cosa diventerà questo partito, perchè è fattore di grande democraticità la capacità di includere posizioni diverse».
IL SEGRETARIO - «Bersani ha avuto una reazione più equilibrata, sto pensando di votare per lui alle primarie. Certamente non voterò Franceschini che propone la mia espulsione, nè voterò scheda bianca». «Il disegno di legge sull'omofobia - sostiene la deputata teodem - aveva punti nebulosi. Ora mi sento anche io una minoranza, anche io voglio essere tutelata. Martedì Bersani ha reagito in modo molto diverso da Franceschini. Io fino a martedì ho sostenuto Franceschini, ma non può allontanarmi dal partito per una questione di mia coerenza personale. E ora sto pensando di votare Bersani, certo non voterò chi propone come Franceschini la mia espulsione dal partito».
IL DISAGIO NEL PD - «Voglio sapere cosa farà il Pd: ammetterà libertà di coscienza o ogni volta che qualcuno la invocherà sarà buttato via?». «Nel Pd - aggiunge la parlamentare teodem - la libertà di coscienza è un optional o è la struttura stessa di un partito che vuole essere plurale, multiculturale, aperto alle differenze? Il disagio nel Pd è un fatto reale. Se ieri il voto fosse stato segreto, parecchi avrebbero votato diversamente». E conclude: «In questo momento nel Pd è in atto un forte pressing per mettere tutti all'interno di un cerchio che si stringe sempre di più».
SORO (PD) - Ma Paola Binetti «dovrebbe andar via, in ogni caso, siccome ci sono anche aspetti formali, lo valuteremo nel gruppo e nel partito in questi giorni». Così il capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro, al quotidiano online Affaritaliani.it. «Trovo intollerabile il comportamento dell'onorevole Binetti- prosegue Soro- penso che al di là degli aspetti formali, di cui ci occuperemo insieme al partito nella sua nuova dirigenza che verrà fuori nei prossimi giorni, ci sia un dato politico: la mia impressione è che Paola Binetti abbia poco a che fare con il nostro partito».
LA CONCIA - Sull’omofobia «o la mia posizione o quella di Paola Binetti: che il Pd decida». All'attacco anche Paola Concia dopo che sulla sua proposta sull’omofobia la Binetti ha votato contro le indicazioni del partito. Parlando a «Omnibus» su La7 Concia sottolinea che «il Pd mi deve dire da che parte sta anche se mi pare chiaro che il segretario l'abbia detto. Lo stato deve dire ai suoi cittadini che l`omofobia è un reato». La Concia, riferendosi alle reazioni politiche, ha poi aggiunto: «Il Ministro Carfagna ha detto che farà una proposta di legge, il mio gruppo dice che farà una proposta di legge. Una legge ieri c`era e si poteva votare. Una legge bipartisan che aveva fatto un lungo percorso in Parlamento. Ma il problema è che in questo paese ognuno vuole mettere la sua bandierina». Intanto i Democratici riprendono la battaglia per la difesa dei diritti delle persone omosessuali. Dopo la bocciatura il gruppo del Pd ha appena presentato alla Camera una nuova proposta di legge.
14 ottobre 2009