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Discussione: info su toghe rosse

  1. #31
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    Predefinito Re: info su toghe rosse

    In Origine Postato da S.P.Q.R.
    Qualcuno sa niente della lettera segreta ma scoperta mandata a tutti i magistrati di remare contro, non applicando le decisioni , di castelli?
    il problema è Castelli, non la magistratura.

  2. #32
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    Predefinito

    In Origine Postato da brunik
    ECCO COME BERLUSCONI CERCO' DI ELIMINARE IL PDS PER VIA GIUDIZIARIA

    Corriere della Sera (4 marzo, 1992)
    Sezione: reati - Rilevanza: 5%
    assessore PDS arrestato (811 bytes)

    Corriere della Sera (1 maggio, 1992)
    Sezione: varie - Rilevanza: 4%
    Milano tangenti, arrestati due del PDS (2016 bytes)

    Corriere della Sera (1 maggio, 1992)
    Sezione: varie - Rilevanza: 3%
    Quercia e Garofano nella bufera (4738 bytes

    Corriere della Sera (1 maggio, 1992)
    Sezione: varie - Rilevanza: 2%
    Soave: ex presidente delle Cooperative (1218 bytes

    Corriere della Sera (3 maggio, 1992)
    Sezione: reati - Rilevanza: 7%
    e dagli interrogatori tirati in ballo anche DC e PDS (4045 bytes)

    Corriere della Sera (7 maggio, 1992)
    Sezione: reati - Rilevanza: 5%
    Ferlini, ascesa e caduta di un bocconiano. con il PDS dai Lavori pubblici all' Ecologia (3295 bytes)

    Corriere della Sera (17 maggio, 1992)
    Sezione: varie - Rilevanza: 3%
    la Quercia nel ciclone tangenti (2452 bytes)

    Corriere della Sera (17 maggio, 1992)
    Sezione: reati - Rilevanza: 6%
    il sabato nero del PDS milanese (5492 bytes)

    Corriere della Sera (17 maggio, 1992)
    Sezione: varie - Rilevanza: 7%
    la Quercia e' tornata nella bufera (4131 bytes)

    Sezione: varie - Rilevanza: 6%
    Milano, in casa PDS un altro arrestato (1674 bytes)

    Corriere della Sera (22 maggio, 1992)
    Sezione: reati - Rilevanza: 3%
    cade la sesta foglia della Quercia (375 bytes)

    Corriere della Sera (28 maggio, 1992)
    Sezione: varie - Rilevanza: 2%
    " a Cervetti mazzette da 700 milioni " (5491 bytes)

    Corriere della Sera (7 luglio, 1992)
    Sezione: reati - Rilevanza: 2%
    tangentopoli pavese. Inzaghi sotto torchio (1526 bytes)

    Corriere della Sera (17 gennaio, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 5%
    mani pulite, tocca a uomini PDS e PRI (7103 bytes)

    Corriere della Sera (18 gennaio, 1993)
    Sezione: enti locali - Rilevanza: 20%
    Varese, il travaglio del PDS lumbard (8681 bytes)

    Corriere della Sera (4 febbraio, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 6%
    arrestato un sindaco del PDS (1499 bytes

    Corriere della Sera (11 febbraio, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 8%
    in cella Flavio Vicario, assessore ai Trasporti e responsabile immobili del PDS (4416 bytes)

    Corriere della Sera (16 febbraio, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 6%
    esponente pds in manette (790 bytes)

    Corriere della Sera (2 marzo, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 10%
    arrestato il cassiere del PDS (2995 bytes

    Corriere della Sera (3 marzo, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 3%
    Greganti per ora tace. interrogatorio la prossima settimana (4443 bytes)

    Corriere della Sera (9 marzo, 1993)
    Sezione: giustizia. partiti - Rilevanza: 4%
    in cinquemila a Milano, dalla Rete al Msi: Di Pietro non tornare indietro (5802 bytes)

    Corriere della Sera (23 marzo, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 4%
    Busto Arsizio. in prigione il vicesindaco pds (367 bytes)

    Corriere della Sera (27 marzo, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 2%
    la prima volta di Rifondazione comunista (1956 bytes)

    Corriere della Sera (2 aprile, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 10%
    ciclone Mani pulite su PDS e USSL (4859 bytes)

    Corriere della Sera (4 aprile, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 4%
    a Napoli fermato per corruzione e poi rilasciato il segretario provinciale del PDS (839 bytes)

    Corriere della Sera (5 aprile, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 7%
    la Quercia squassata dal caso Visca (5515 bytes)

    Corriere della Sera (8 maggio, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 6%
    Mani pulite bussa a Botteghe Oscure (4826 bytes)

    Corriere della Sera (12 maggio, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 6%
    arrestato l' ex tesoriere del PCI (1210 bytes)

    Corriere della Sera (12 maggio, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 9%
    panico nel Pds che nega disperatamente (11255 bytes)

    Corriere della Sera (14 maggio, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 5%
    energia, tangenti rosse a Como (5519 bytes)

    Corriere della Sera (16 maggio, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 7%
    Pds, in cella capogruppo alla Regione Lombardia (3913

    Corriere della Sera (18 maggio, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 8%
    il Pds: c' e' una campagna contro di noi (5163 bytes)

    Corriere della Sera (20 maggio, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 10%
    Occhetto: siamo sotto attacco (5693 bytes)

    Corriere della Sera (20 maggio, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 5%
    il ciclone delle Colombiane sul Pds (4403 bytes)

    Corriere della Sera (22 maggio, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 2%
    tangentopoli pavese travolge Rifondazione (3332 bytes)

    Corriere della Sera (31 maggio, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 2%
    libero Greganti, l' ultimo degli irriducibili (6487 bytes)

    Corriere della Sera (23 giugno, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 3%
    Mani pulite arriva ai vertici Fininvest. una vita con re Silvio: solo lui puo' sgridarlo (9551 bytes)

    Corriere della Sera (27 giugno, 1993)
    Sezione: scandali - Rilevanza: 3%
    sul " compagno G " l' ombra della Stasi (6112 bytes)

    Corriere della Sera (19 settembre, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 8%
    tangenti, nuova bufera sul PDS (2006 bytes)

    Corriere della Sera (20 settembre, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 5%
    perquisita la sede del PDS (1695 bytes)

    Corriere della Sera (24 settembre, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 9%
    Di Pietro scopre nuovi conti " rossi " (9277 bytes)

    Corriere della Sera (26 settembre, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 6%
    Tangenti rosse, la resa dei conti (6000 bytes)

    Corriere della Sera (5 ottobre, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 15%
    crolla il teorema Greganti, PDS scagionato (12334 bytes)

    Corriere della Sera (6 ottobre, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 5%
    Coop, un altro arresto (2453 bytes)

    Corriere della Sera (12 ottobre, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 5%
    nel mirino di Di Pietro le grandi " coop " (4432 bytes)

    Corriere della Sera (12 ottobre, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 7%
    crolla il mattone coop (2550 bytes)

    Corriere della Sera (15 ottobre, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 8%
    Greganti libero, Di Pietro non si ferma (5225 bytes)

    Corriere della Sera (20 ottobre, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 12%
    su Stefanini i dodici " dubbi " di Ghitti (10035 bytes)

    Corriere della Sera (28 ottobre, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 3%
    e Ghitti non firma gli arresti voluti da Di Pietro: " tocca a Napoli " (4386 bytes)

    Corriere della Sera (31 ottobre, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 27%
    De Benedetti ricercato per corruzione (7313 bytes)

    Corriere della Sera (31 ottobre, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 21%
    Berlusconi " amareggiato " per l' avversario ma il suo Tg4 si scatena contro il latitante (3322 bytes)

    Corriere della Sera (3 novembre, 1993)
    Sezione: varie - Rilevanza: 47%
    De Benedetti agli arresti domiciliari (9535 bytes)

    Corriere della Sera (3 novembre, 1993)
    Sezione: reati - Rilevanza: 6%
    Letta e Galliani evitano il carcere (4019 bytes)
    Facci un pacchetto e mandalo a svicolone/natolibero/pollo.

  3. #33
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: info su toghe rosse

    In Origine Postato da Barbanera
    Ecco un tipico post liberale e democratico ... del tipo togli la pagliuzza nell'occhio del vicino ...

    Ci sono tre specie di ignoranza:
    sapere niente,
    sapere male,
    sapere quello che non vale...

    Al cantar l'uccello ...

    B.
    Hai mai letto, tu, un intervento di svicolibero che non parlasse di me o del mio modus vivendi?

    Poi parlano d'ossessione....

  4. #34
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    Predefinito

    Il fallimento della rivoluzione dei magistrati

    di Gianni Baget Bozzo

    L'Italia è un laboratorio politico, quello che accade in essa non ha precedenti. Il fascismo italiano, il comunismo italiano, il terrorismo italiano, persino la mafia italiana sono state punte iniziali di fenomeni che sono divenuti europei, occidentali, mondiali. L'emersione del potere giudiziario come potere politico è una possibilità implicita nella disaffezione alla democrazia che è caratteristica del mondo occidentale, soprattutto innanzi alla realtà della corruzione nel pubblico e la reazione del sentimento sociale dinanzi a questo fatto. Tuttavia proprio il fato italiano deve essere servito a mettere in luce i rischi impliciti nella esaltazione della magistratura come il potere che ha il controllo della politica. Non è definito il limite in cui il potere giudiziario deve imporsi innanzi al potere politico. Se si pone la questione sotto un profilo etico astratto, non si può dire che il politico debba essere al di sopra delle canzoni contro la corruzione. Ma se questo principio diviene il diritto dovere della magistratura di perseguire il reato, in chiave astratta, i danni che possono venire alla società sono molto più gravi del danno che può venire alla società dalla corruzione. In concreto, demolire un potere significa legittimarne un altro. La magistratura può divenire il soggetto politico di un colpo di Stato. E' quello che è avvenuto in Italia.

    E interessante notare che la critica del formalismo giuridico ed il prevalere della cultura sociologica ha spostato l'attenzione dal carattere formale del diritto, cioè dal contenuto giuridico della norma, alla definizione fatta in chiave sociologica dell'interesse che la norma vuol proteggere. All'interno stesso della formazione dei giudici il diritto come autorità e come forma ha ceduto il posto al diritto come potere e come interesse. La sociologia ha preso il posto dell'analisi formale della norma. Il mito della giustizia e la totalità di esso ha sostituito la parzialità ed il realismo del diritto. E' nella cultura stessa degli operatori giuridici che è avvenuto questo passaggio. La norma deve essere interpretata in funzione dell'interesse sociale che il giurista od il giudice sentono come interesse permanente. Per questo il caso italiano è un ammonimento a quanto potrebbe accadere in un momento in cui l'attaccamento alla democrazia non è, più mossa in confronto con la terribile assolutezza del totalitarismo e dell'autoritarismo, e in questo può porsi anch'esso come un principio assoluto. Ma quando la democrazia non è più fidata, allora si ha una certa disaffezione di fronte alla inevitabile mediocrità della politica (perché la democrazia svela i suoi mali mentre il totalitarismo e l'autoritarismo li nascondono o li fanno passare come beni) rende possibile che i giudici divengano il potere che cosa tra la libertà e colpisce la democrazia. In Italia questo è, accaduto. L'aver posto i magistrati come un potere etico al di sopra della politica ha ferito la libertà e la sola democrazia ad un punto che sarebbe potuto essere mortale se il popolo italiano non avesse resistito. Forza Italia è stata appunto il soggetto di tale resistenza.

    Nella storia del golpe dei magistrati si trova all'inizio la derivazione marxista leninista del'68 e la lettura fatta dai sessantottini del diritto come mero potere di interessi sociali su altri interessi sociali. Una minoranza di giudizi rivoluzionari avrebbe potuto prendere di mira il Palazzo di governo in nome della autorità dello Stato. Magistratura democratica nacque così, prima ancora della fusione cultura comunista e cultura sessantottina, che innalzò nell'equilibrio della sinistra italiana il patto della rivoluzione sia quello del compromesso.

    Ma poi vi furono altri fattori; Il primo è l'antidemocrazia della destra italiana, influenzata dalla eredità del fascismo. Ciò è espresso dalla figura di leader politico della magistratura dinanzi al mondo dell'opinione Antonio DiPietro, proveniente dai ranghi bassi della polizia. Di Pietro incarnò col linguaggio della destra autoritaria il rigetto della democrazia di fronte ad un caso di corruzione. Egli impersonò non il giudice ma il poliziotto, diede l'impressione che la legalità fosse colpita nei suoi livelli, più popolari, innescò una tensione del "basso" verso "l'alto", che fu un elemento determinante per far acquisire un senso di legge ad ordine ad un movimento che aveva avuto il suo primo impulso nel concetto di rivoluzione. Il terzo e più significativo è la stessa corporazione del procuratore della repubblica, impersonati dal procuratore Borrelli. Qui fu un magistrato non politicamente schierato ad assumere la figura del diritto dovere assoluto di perseguire il reato e di farlo sulla base di una concezione della corruzione politica come una associazione a delinquere. Le indagini furono condotte non con la forma di un processo ordinario ma di un vero processo, politico, che poteva contare nel paese dell'unione del riflesso di destra (legge ed ordine, critica della politica) e di quello di sinistra ( rigetto della Dc e del Psi). Fu un caso singolare a combinare l'esistenza di tutti questi fattori. Ma infine la democrazia italiana era stata fin dall'inizio costituita da un nucleo di partiti democratici quello cattolico, quelli laici, quelli socialisti) circondati da due opposizioni di sistema, quella fascista e quella comunista. La democrazia consociativa cioè la congestione del sistema politico mediante un accordo tra democratici e comunisti, non aveva cancellato questo dato d'origine. La democrazia occidentale italiana non aveva assorbito i suoi scismi, che rimanevano legati in forma diversa al concetto di rivoluzione.

    Il crollo del muro di Berlino aveva distrutto il fondamento più solido su cui si era costruita l'alleanza cioè l'alleanza con gli Stati Uniti contro il comunismo. Vi era più consenso nel paese sulla politica estera che non sulla figura politica dei partiti di centro e di centro sinistra. Furono queste le condizioni di base che permisero alla destra fascista ed alla sinistra postcomunista di combattere insieme i partiti democratici; Un simile evento si era verificato nella politica italiana solo nel'53, contro la legge elettorale maggioritaria di DeGasperi; Ed esso si verificò per la seconda volta. Questa alleanza tra fascisti e postcomunisti fu il supporto politico dell'azione dei magistrati. E la base del principio della legittimazione degli uni e degli altri come forza di governo. Ciò dimostrò la debolezza del consenso nazionale della democrazia italiana. L'elemento di autorità ultima era stato, dal'49 in poi tenuto in modo crescente dall'alleanza atlantica ed in concreto dagli Stati Uniti. I partiti di centro non erano stati capaci di costruire cattoironia e un consenso nazionale.

    I magistrati poterono agire con il supporto di destra postfascista e sinistra postcomunista, e ciò determinò un obiettivo legame tra la magistratura e quelle parti politiche. La Dc crollò moralmente, ponendo così la premessa per la fine del partito confessionale, sul piano morale e civile. Il presidente democristiano della Repubblica non difese l'infierire della magistratura milanese contro il suo partito. La sinistra democristiana prese il potere nel partito, ne cambiò il nome in partito popolare, si associò ai postcomunisti.

    Berlusconi, costruendo il Polo delle libertà a nord e con la Lega Nord e il Polo del buongoverno con il Msi nel centro sud costruì la contestazione di legittimità di tutto il processo che terminava consegnando ai postcomunisti il paese. Se questa contestazione non fosse avvenuta, i comunisti, nella firma anonima del Pds, avrebbero preso il potere: con il consenso della maggioranza grazie al supporto del PP. L'Italia era stata rovesciata come un guanto. L'opera dei procuratori milanesi concepita in nome della imparzialità della magistratura concepita come opera assoluta della subordinazione della politica alla magistratura si era realizzata come un colpo di Stato. Come si può chiamare con altro nome una operazione istituzionale che ha per effetto la rimozione di tutti i partiti della maggioranza di governo dalla scena politica? Solo i contemporanei non si accorgono quando i cambiamenti storici avvengono. Per la terza volta un sistema politico e la sua dirigenza erano stati decapitati nella storia del Novecento: i liberali dai fascisti i fascisti dagli antifascisti, i democratici dai procuratori e dai postcomunisti. La Dc ed il Psi non esistono più. Ed il cambiamento non è, avvenuto per un consenso democratico: fu il cortocircuito tra una gestione spettacolare e vessatoria ed una stampa che legittimava questo processo e si legittimava con esso. Era una nuova "tecnica del colpo di stato". Il colpo di stato poteva essere legittimato dal consenso popolare; Non lo fu: il successo del Polo alle elezioni del'94 aveva un significato maggiore che una scelta politica, era una contestazione di legittimità. Era impossibile che Berlusconi, homo novus interamente alla politica. Non c'era solo la contestazione dell'alleanza comunista democristiana che proponeva la ratifica di Mani Pulite e l'accettazione del colpo di Stato: c'era la contestazione del loro diritto a governare.

    Fu questo l'elemento non percepito nel successo di Forza Italia: la questione di legittimità. Nonostante il supporto della stampa a Mani Pulite, il paese aveva percepito la violenza, illustrati dai suicidi di socialisti qualificati come Moroni ed il presidente dell'Eni, Gabriele Cagliari e la chiara percezione del circolo stabilito tempo di detenzione e denuncia di altri cittadini, chiaramente non democratica né liberale fu la base del successo di Berlusconi. Berlusconi solo con il presentare si contestava la legittimità dell'alleanza democristiana comunista.

    Meglio dei comunisti, questo fatto fu percepito dai magistrati. E da allora cominciò la lotta contro Berlusconi. Non si comprende il tentativo violento di delegittimazione del Presidente del Consiglio inviandogli l'avviso di garanzia al congresso mondiale sulla criminalità a Napoli e facendolo sapere prima che all'interessato al Corriere della Sera, se non ci fosse stata una precisa decisione dei procuratori milanesi contro chi rappresentava la contestazione di legittimità del loro operato politico e del sistema politico che ne era nato. Il voto a Forza Italia non era un voto per un partito, contro gli stessi partiti comunisti e democristiani che appoggiavano il nuovo ordine, fu il voto contro l'alleanza tra le procure ed i comunisti. Fu ben chiaro che i comunisti giungevano al potere non per il consenso, ma per la distruzione del loro diritto fatta dai magistrati.

    Il voto a Berlusconi fu non solo una scelta contraria al Pds ed al PP di Martinazzoli, fu una contestazione di legittimità dell'intervento politico dei magistrati: aprendo la persecuzione giudiziaria la procura di Milano capì bene che il consenso del Polo non era dovuto al loro programma politico come tale ma al fatto che essi contestavano il modo dell'intervento dei magistrati e l'alleanza obiettiva che essi avevano costruito. Ed il fatto dell'alleanza appare ancora più evidente per la reazione dei magistrati; la procura milanese e la procura palermitana ebbero da allora un solo scopo: distruggere Berlusconi.

    Basterebbe la storia delle iniziative giudiziarie contro Berlusconi per comprendere come la procura di Milano e di Palermo capivano benissimo di aver fatto un preciso intervento politico, tanto da sentire la maggioranza guidata dai postcomunisti come la loro maggioranza. La Fininvest venne trattata come una associazione criminale, su di essa si concentrarono le inchieste giudiziarie, mentre quelle invece centrate sulle ferrovie attorno a Pacini Battaglia vennero lasciate cadere. Ormai la corruzione che non fosse politicamente qualificabile la corruzione quindi che non interessava il caso Berlusconi, era irrilevante.

    Ma il fatto che Berlusconi fosse divenuto un simbolo di legittimità determinava il fatto singolare che, più l'attenzione della procura milanese si accentrava attorno al caso Berlusconi, più il consenso popolare attorno a Berlusconi aumentava. E questo era l'evidente riflesso della questione di legittimità: non era solo il contenuto della maggioranza di sinistra, era il titolo di legittimità che gli elettori di centro destra chiedevano. E questo li costituiva come un elettorato a figura unitaria. Ciò appare nella caduta tra il centro e la destra della questione fascista. La frattura tra i partiti democratici ed il Msi era stata sempre sentita come una frattura di principio: ma Berlusconi riuscì a suturare definitivamente quella frattura creando una forma politica, il centro destra, che non era mai esistita nei giorni della Repubblica. Del resto, nel'94 Berlusconi era riuscito ad inserire nella sua maggioranza la Lega Nord, un'altra posizione che era critica dell'assetto istituzionale.

    Tutti questi fatti indicano che era proprio l'assunzione di un ruolo al di sopra delle istituzioni da parte della procura di Milano e, al tempo stesso, la sua evidente connessione politica con i comunisti e la maggioranza raccolta attorno ad essi che aveva creato il fondamento politico di un nuovo schieramento che nasceva dalla eliminazione delle forze democratiche.

    E così lo scandirsi delle iniziative della procura milanese contro Berlusconi venivano per mettere in luce proprio il leader milanese come leader alternativo, come guida dello schieramento. La selezione dell'obiettivo era evidente: mentre la guerra ai partiti di democrazia occidentale si esaurivano e si placavano nella esecuzione politica di Bettino Craxi, la lotta contro la Fininvest si intensificava sino a divenire un elemento centrale della lotta politica.

    L'avversario ultimo delle procure non era Berlusconi, ma quel popolo che, legittimandolo, delegittimava l'opera della procura. La procura milanese accusava Berlusconi di essere il centro della corruzione in Italia, la procura palermitana lo accusava di essere mafioso: e gli elettori continuavano a votare Berlusconi. La democrazia sconfessava le procure: e contestava il diritto, che il Parlamento non contestava loro, di essere il primo potere in Italia, quello che giudicava tutti gli altri. E ciò nonostante il fatto che il democristiano Scalfaro, espressione dell'anima illiberale del mondo cattolico, sposasse, con una partigianeria sconosciuta negli anni della Repubblica nemmeno nel caso di presidenti così politicamente schierati come Giovanni Gronchi ed Antonio Segni, la tesi della magistratura e dei comunisti.

    La delegittimazione finiva così per investire la presidenza della Repubblica, divenuta la camera di risonanza delle procure e dei comunisti. Si era creata così una frattura tra la democrazia e le istituzioni dello Stato. Il conflitto era sempre tra la lettura che i moderati facevano della crisi di Tangentopoli e quella sostenuta dal Quirinale e dai magistrati. Questa volta il centro destra non nasceva in funzione ostile alla libertà come critica della democrazia e nemmeno come espressioni di strati sociali alte, quindi con un connotato di classe, ma come espressione di forze popolari, della democrazia, in conflitto con le istituzioni segnate dal colpo di Stato. Questo conflitto radicale tra la democrazia e le procure finiva per consumare la stessa maggioranza a direzione postcomunista. Essa era, in ragione della sua politica economica e sociale, legata alle istituzioni finanziarie ed ai poteri economici, in conflitto la sua stessa base sociale. Il blocco sociale della sinistra era ormai costituito da una parte del pubblico impiego e dai pensionati, i sindacati rimanevano la maggior organizzazione sociale del paese, e di fatto erano divenute le uniche organizzazioni popolari della sinistra, dopo la fine dello stesso partito postcomunista come struttura di reale militanza. Per questo lo scontro con i sindacati era impossibile politicamente per il partito postcomunista nonostante esso si fosse fortemente impegnato sull'Euro, le cui regole contraddicevano le posizioni dei sindacati. Ciò creava una contraddizione tra la base politica e sociale del Ds con il sistema di alleanze con i poteri economici italiani ed europei su cui si fonda la strategia del Ds e soprattutto quella di D'Alema. La cultura di sinistra, che legittima la diversità comunista, non va d'accordo con una definizione gestionaria del partito rivoluzionario e con un'alleanza di principio con gli interessi storicamente nemici. La debolezza del consenso di sinistra (espresso nell'abbandono della maggioranza da parte di Rifondazione Comunista), e la complessità delle alleanze, erano un elemento che impediva all'alleanza postcomunista procure di diventare dominante. I democristiani non potevano divenire, oltre il limite cui erano già giunti, il partito delle procure e rompere la solidarietà con i democristiani inquisiti o condannati. Gli stessi rifondatori non potevano consentire ad una alleanza da cui potevano sentirsi minacciati, perché fuori della linea del comunismo storico, non così amico dei magistrati come il Ds. L'alleanza tra comunisti e le procure era stata possibile nei tempi forti di Mani Pulite quando si trattava di eliminare dalla scena i partiti democratici. Ma potevano i comunisti accettare la tesi delle procure di Milano e Palermo, che vedevano i procuratori della Repubblica diventare attraverso il controllo di legalità, la chiave della legittimità politica del paese? L'alleanza politica tra procure di punta e comunisti era stata una magnifica macchina da guerra, ma aveva in se stesso il suo punto di soluzione. Era interesse comune delle procure e di comunisti eliminare Berlusconi, ma non al prezzo, per i comunisti di divenire il braccio secolare delle procure. Se le procure avessero fatto fuori Berlusconi essi sarebbero state il potere che aveva dato ai comunisti il controllo delle istituzioni parlamentare e della politica. Ma inevitabilmente in quel modo le procure avrebbero stabilito il principio che niente può limitare il potere dei procuratori. Distrutte le immunità parlamentari un gravissimo errore da parte dei politici, i comunisti stessi sarebbero stati nelle mani dei procuratori. Ed un potere assoluto occorre assolutamente. Così che i comunisti erano interessati a che Berlusconi fosse sempre sotto processo. Ma che Berlusconi non fosse mai condannato; Perché da quel momento essi divenivano il partito portato sugli scudi delle procure oltre il corpo stesso dei magistrati era ormai ben lontano dal voler assumere un atteggiamento d'insieme omologo alle procure di punta. La politicizzazione della magistratura non aveva più il supporto del paese. Non solo dei moderati, ma anche di gran parte della sinistra. Il golpe comunista non era in grado di giungere al finale di tutti i golpe: il controllo assoluto del potere. L'abbandono da parte di Borrelli della procura milanese e quella di Palermo da parte di Caselli sono il segno che il grande tentativo della magistratura di divenire il potere supremo del paese è fallito. I comunisti non sono stati in grado di sostenerla. E così DiPietro cambia linea: prima sostiene la tesi che è impossibile processare il capo dell'opposizione cioè Berlusconi stesso. Il che significa riconoscere i limiti politici della magistratura. Poi propone una commissione parlamentare d'inchiesta sulla corruzione in Italia dure condizioni: che non tocchino i processi già chiusi (i suoi) e abbiano competenza a parlare sui fatti di corruzione anche prima dell'89. Ciò significa indagare anche sul Pci (DiPietro ha affermato che su questa preclusione aveva limitato le indagini in direzione comunista). E' un totale rovesciamento di linea e di alleanza di colui che fu l'immagine di Mani Pulite. Il popolo di Forza Italia, che contestava la legittimità del golpe delle procure di Milano e di Palermo, ambedue tese ad affermare il primato del potere giudiziario, ha vinto. La doppia assoluzione di Andreotti è un frutto di questa vittoria.

    Gianni Baget Bozzo
    bagetbozzo@ragionpolitica.it

  5. #35
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: info su toghe rosse

    In Origine Postato da Fenris
    Ti fidi davvero tanto di stampa e notiziari TV?
    se sono contro berlusconi si altrimenti sono tutti articoli o notizie false

    mi fai ridere che dici questa cosa tu MrBojangles
    infondo sei sempre il primo a dire che le notizie sono tutte false quando riguardano cosa che non ti vanno bene

    Ai coerenti quando fa comodo

  6. #36
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    le toghe rosse e l'odio di classe

    R.CASADEI: COME E QUANDO LE TOGHE ROSSE ABIURARONO IN GARANTISMO

    Una delle discontinuità più importanti fra le “toghe rosse” di ieri e quelle di oggi riguarda il garantismo. Misiani spiega che la rinuncia a questo valore fu progressiva, a partire dai tempi della lotta alla mafia, quando si teorizzò il concetto di “garantismo dinamico”: «Per noi vecchi garantisti si trattò di spiegare che il garantismo non era un moloch di ossequio formale alle norme che disciplinavano l’equilibrio tra accusa e difesa. Ma, al contrario, un principio che imponeva di modulare le garanzie dell’imputato in ragione della specificità criminale e sociale del fenomeno che si andava a combattere e di cui quell’imputato era espressione. Capisco che sembra di ascoltare il vecchio motto di Lenin “Battiamoci per le garanzie finché non siamo al potere”, ma in fondo è inutile nascondersi dietro a un dito, perché di questo si è trattato.

    Tangentopoli, a un certo punto, si tramutò in una realtà di “giustizia di classe” alla rovescia: tribunali e prigioni non più strumento dell’oppressione borghese sulla società, come denunciavano le “toghe rosse”, ma strumento di vendetta dei poveri contro i ricchi: «Succedeva spesso - racconta Misiani - che aspettassi in ufficio il ritorno degli ufficiali di polizia giudiziaria incaricati di eseguire le misure cautelari che avevo disposto... Nei loro occhi c’era una gioia spesso incontenibile, di cui percepivo perfettamente le ragioni. I miei agenti non arrivavano a guadagnare due milioni al mese e stringere le manette ai polsi di chi ne aveva sottratti in maniera illecita centinaia o migliaia era la vendetta che avevano atteso per una vita... io capivo quella gioia, perché in fondo anche io ne ero partecipe, sia pure inconfessabilmente. Anche io provavo una sorta di rigurgito di odio di classe in quei momenti»

    (c) 2003 - Editoriale Tempi duri s.r.l.

  7. #37
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    ci sono delle leggi che sono ingiuste, e se il 99% dei magistrati le ritiene tali significa che lo sono veramente
    chiunque di fronte a una legge ingiusta cerca di non rispettarla
    ad esempio anche le leggi razziali fatte dagli amici di SPQR non andavano rispettate

  8. #38
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    Non trovo accenni alla lettera, comunque questo è ciò che prevede la riforma:

    Fra le novità più importanti contenute nella riforma, la netta separazione di funzioni per pm e giudici con concorsi d'accesso separati; l'istituzione della Scuola per la magistratura; il divieto, per i magistrati, di iscrizione a partiti e movimenti politici; la censura per le sentenze contrarie alla "lettera e volontà della legge"; la responsabilizzazione dei procuratori, che sceglieranno i vice per assegnare e togliere loro i compiti; gli incarichi direttivi temporanei; i concorsi per fare carriera.

    (tratto da Repubblica.it)

    Su che cosa non siete d'accordo?

  9. #39
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    Su che cosa non siete d'accordo?
    sul fatto che un'imputato e i suoi avvocati sono andati al potere
    e stranamente fanno leggi di cui usufruiranno a pieno
    alla faccia della democrazia

  10. #40
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    In Origine Postato da jonny
    sul fatto che un'imputato e i suoi avvocati sono andati al potere
    e stranamente fanno leggi di cui usufruiranno a pieno
    alla faccia della democrazia
    Quale di questi punti favorisce tale imputato ed i suoi avvocati?

    - la netta separazione di funzioni per pm e giudici con concorsi d'accesso separati
    - l'istituzione della Scuola per la magistratura
    - il divieto, per i magistrati, di iscrizione a partiti e movimenti politici
    - la censura per le sentenze contrarie alla "lettera e volontà della legge"
    - la responsabilizzazione dei procuratori, che sceglieranno i vice per assegnare e togliere loro i compiti
    - gli incarichi direttivi temporanei
    - i concorsi per fare carriera

 

 
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