UNA PARTE DELLO SCHIERAMENTO VUOLE CANCELLARE IL RICHIAMO ALL'IDENTITA'
Statuto, il popolo Veneto resti sovrano


Roberto ciambetti*
--------------------------------------------------------------------------------
Una parte dello schieramento politico in Regione, ad iniziare da An, che trova sponde convinte in Rifondazione-comunista, non vuole che il nuovo Statuto regionale sancisca l'esistenza di un popolo Veneto, cosa per altro prevista nel lontano 1971. Al massimo, dicono parte dei costituendi, può esservi un vago richiamo ma privo di ogni valenza giuridica.
Se le cose stanno così, bisogna avere il coraggio di portare alle estreme conseguenze questa scelta e proporre di abolire il popolo veneto da ogni testo, ad iniziare da quelli di archeologia e storia per non parlare d'arte e letteratura e, non ultimo, poesia e teatro.
Via, dunque, i Veneti citati da Omero, via i Veneti dai testi di Tito Livio, via i Veneti che fondarono Venezia e, già che ci siamo, via anche la parabola - insignificante per i nostri costituendi - della Repubblica di Venezia. Ovviamente bisognerà cancellare anche la scuola veneta di pittura, dal Medioevo sino a Mantegna, Bellini, Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Veronese e più oltre Tiepolo, Longhi, Canaletto, cancelliamo Palladio, Scamozzi o il Longhena. Via Goldoni come il Ruzzante. Via il Leone di San Marco, che domina le nostre piazze, il quale rimosso in quanto simbolo di una o più di una dominazione straniera o di una subcultura. Assurdo?
Già in passato, a onor del vero, si tentò una operazione simile: fu quando si cercò di mutare il nome della nostra regione in Venezia Euganea, affiancata alla Venezia Tridentina e alla Venezia Giulia. Delle tre, infelici, definizioni sopravvisse solo la dizione giuliana, l'unica che aveva significato: nonostante gli sforzi dei burocrati e dei testi scolastici, il Veneto continuò a chiamarsi Veneto, il Trentino - cioè la provincia di Trento - Trentino, il Friuli, con buona pace di tutti, Friuli.
Questo precedente ci induce a pensare che il Veneto, nonostante la volontà di An, girotondini e quant'altro, continuerà ad esistere. Ed ecco il punto: la Costituzione reale, quella vissuta quotidianamente dalla gente, è ben diversa da quella proposta da qualcuno dei costituendi regionali.
Si discute molto, con articoli e dotte citazioni, se la nostra lingua sia una lingua o un dialetto, senza però toccare la verità politica della discussione: una lingua è un dialetto che ha alle spalle un esercito e i tribunali; così anche l'Italiano: è un dialetto toscano-fiorentino risciacquato - con buona pace del Manzoni - in Tevere; persino l'Inglese che va imponendosi nel mondo non è la lingua di Londra, o della Bbc, ma piuttosto un dialetto variegato statunitense, la lingua (sgrammaticata o comunque impoverita secondo un inglese) della Cnn, che si impone nel mondo, né più né meno di quanto non facciano Coca Cola, McDonald's, Nike imponendoci non solo la cultura, ma anche modi e stili di vita, consumi, cibi.
E' giusto togliere dallo Statuto del Veneto ogni accenno reale al Popolo Veneto, alla sua lingua, alle sue tradizioni e ai suoi valori? Il problema non è da poco e non è una faccenda che riguarda esclusivamente il popolo leghista: per quanto mi riguarda, e non sono il solo, non ci sono dubbi. Ma credo che la faccenda riguardi chiunque, indipendentemente dal voto espresso nell'urna elettorale, perché prima che di destra o di sinistra, post-fascista o post-comunista, post-democristiano e post-socialista, l'elettore è un veneto. Essere veneti significa essere consci di essere nati e di vivere in una terra che ha una sua peculiarità, una sua storia, una sua lingua. Anche se non abbiamo eserciti o tribunali alle spalle, il fatto che noi Veneti si sia ancora oggi tali, e che qualcuno ancora impugni e difenda le nostre ragioni forse vuol dire che quell'animo veneto, la nostra storia, la nostra peculiarità non è poca cosa di cui sbarazzarsi facilmente in una, per quanto importante, Commissione consiliare regionale.
* segretario provinciale Lega Nord di Vicenza
--------------------------------------------------------------------------------


[Data pubblicazione: 04/02/2004]