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    Predefinito Un marketing che ci seppellirà. Intervista a Beppe Grillo



    Inviso agli zar dell'imbecillità televisiva, negli ultimi anni è stato trasmesso solo dalla tv svizzera o dall'inoffensivo telepiù (in era ante Murdoch) ma nei sondaggi Beppe Grillo resta il comico più popolare d'Italia. Da oltre 15 anni, puntuale ad ogni tournèe, riempie teatri e palasport della penisola come nemmeno il festivalbar. I suo recital, animati da una sensibilità ambientalista esplicita, densi come un'informativa, istrionici, disarmanti come il suo improbabile Gesù nel film di Comencini, non concedono granché alla faciloneria e al surrealismo formato Zelig. Don Beppe non ci assolve dai nostri peccati lasciandoci liberi di sparlare del manovratore di turno, con sorrisi alcolici da dopoteatro. Troppo facile. Correndo anche il rischio del "trombonismo ecologico" (può permetterselo), Grillo da tempo non prende più di petto "i politici" come ceto ("malati mentali") ma gli elettori come massa: insicura, psichicamente gelatinosa, occasionalmente percossa da fremiti politicamente corretti. Insomma, noialtri persone per bene. O, come recita la sua biografia quasi ufficiale, che circola in Internet - "la gente comune e il suo comportamento irresponsabile nei confronti dell'ambiente".
    Incontriamo Beppe Grillo telefonicamente, durante le prove milanesi di "Facciamo Luce", il nuovo spettacolo.

    Lei si occupa di ambiente ed energia, nei giorni di Cop9 sarà a in teatro a Milano. Cosa si aspetta dalla Conferenza delle Parti che, in caso di adesione della Russia, potrebbe sancire l'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto?

    Il Protocollo…quando sento parlare di protocollo ho un senso di smarrimento… mi immagino una cosa a righe, con degli spazi a destra e a sinistra dove venivano fatte delle righe rosse per gli errori. Parliamo di un argomento più preciso, concreto, come l'energia. Nel nostro paese le scelte energetiche non sono state nemmeno pensate: mentre in Germania, Svizzera, Giappone, Islanda (che passerà entro il 2050 dal petrolio all'idrogeno) le hanno fatte cinquant'anni fa, noi abbiamo un Piano Energetico che arriva fino a luglio… poi verso i primi di agosto siamo già nel panico. Da noi la questione energetica è in mano a degli incompetenti, a gente che ha una visione del mondo di un metro quadro: adesso si parla di ritorno al nucleare, al carbone…

    E dicono che con il nucleare non c'è emissione di CO2!

    E si dimenticano il problema della sicurezza, delle scorie. Quando il nucleare sarà sicuro io me ne accorgerò, perché ci sarà un'assicurazione disposta ad assicurare gli impianti. Il mercato oggi è truccato: un Kilowatt fatto col nucleare non potrebbe costare 400 lire come dicono, se fossero inseriti i costi delle scorie o quelli di un'assicurazione, che le centrali non hanno… ce l'ho io per il motorino, ma loro non ce l'hanno… Se calcoliamo i veri costi, il nucleare è anche antieconomico. Scegliere che tipo di energia produrre e utilizzare è importante, e ancor più importante è parlare di tecnologie che permettano, ad esempio, di fare un piano come quello svizzero.

    Può spiegarci di cosa si tratta?

    In Svizzera si sono dati l'obiettivo di ridurre entro il 2030 i consumi di energia ai livelli degli anni '60, mantenendo la qualità attuale dei servizi. E' possibile farlo, eliminando gli sprechi e andando verso il "negawatt', come dice Amory Lovins, che per i grandi produttori di energia significa puntare sull'efficienza, perchè il loro guadagno diventa il risparmio del cliente finale [nella logica del 'negawatt' il profitto è prodotto dal minor consumo: col "contratto calore", ad esempio, le imprese installatrici si impegnano a migliorare l'efficienza e diminuire le dispersioni garantendo una certa riduzione di consumi e bollette n.d.r.].
    Il Wupperthal Institut, Lovins e altri enti, sconosciuti da noi ma famosissimi nel mondo, hanno dimostrato che qualunque cosa può essere fatta con molta più efficienza, risparmiando energia. Con la tecnologia oggi si fanno cose incredibili. Qui a Milano c'è la Triennale, che ti dà delle visioni bellissime: le celle a combustibile che vanno con l'idrogeno generato dai pannelli fotovoltaici o da altre energie rinnovabili, le celle di microcogenerazione - in ogni quartiere o palazzo potrebbe essercene una - che rappresentano la fine delle grandi centrali e l'inizio di un nuovo modo di pensare l'energia, di produrla e di gestirla.

    Un nuovo modo di pensare non solo l'energia ma forse anche la "democrazia"...

    Bisogna andare verso la privatizzazione, ma una privatizzazione vera. I comuni, le città, le regioni hanno cominciato ad acquisire la proprietà della distribuzione. Ci sono già degli esempi. A Shonau, un paese di tremila abitanti, in Germania, i cittadini hanno fatto un referendum e hanno finanziato l'acquisto dei fili, cioè della distribuzione: ognuno produce energia come vuole e la mette in rete, dove viene commercializzata e distribuita in base alle richieste. Dopo Shonau, altri duecento comuni in Svizzera e in Germania stanno facendo la stessa cosa, avviando una vera privatizzazione dell'energia, restituendola ai cittadini invece che ai monopolisti. Non importa infatti se chi gestisce l'energia sono due, tre o cinque soggetti: se il filo che mi arriva a casa rimane di proprietà di qualcun altro, io come utente non ho speranze.

    Come immagina una società "all'idrogeno"?

    Bisogna mettersi d'accordo su come fare l'idrogeno, con cosa farlo… In Islanda il progetto di passaggio all'idrogeno è finanziato dalla Shell: si può anche cominciare così, partire dai combustibili tradizionali per poi passare alle energie alternative, alle biomasse, ai gas, ognuno sceglierà in base alla propria collocazione ambientale. Ma se anche sostituissimo tutte le auto a benzina con quelle elettriche non cambierebbe gran che. E' questo sistema di crescita all'infinito che porta a delle implosioni, come stiamo vedendo: alla paralisi della mobilità, dell'economia, all'economia che prevale sulla politica e alla scomparsa della politica.
    Ormai c'è un governo mondiale del marketing, il marketing è dappertutto, anche nella terminologia… mandiamo in guerra dei ragazzi come se facessimo una campagna sui formaggini. Abbiamo appena visto i primi morti di marketing, di pubblicità. Una guerra fatta da pubblicitari con i sistemi della pubblicità: modificando le parole, rendendo indistinguibile il civile e dal militare, la guerra e dalla pace, il terrorismo dal terrore. Si confondono i significati delle parole, si dicono cose che non significano nulla, e questo stile di linguaggio si sta propagando e sta dando i primi morti.

    Sarà più difficile cambiare le politiche energetiche dei Governi o le abitudini, i comportamenti di consumo dei cittadini?

    Da noi probabilmente ci vorrà più tempo che in altri Paesi per cambiare abitudini, ma prima o poi certi principi arriveranno. Ci vorrebbe una legge, come quella che hanno fatto in Germania: secondo il principio "dalla culla alla tomba", i produttori sono responsabili di tutto il ciclo del prodotto, fino alla discarica. In questo modo si buttano anche meno rifiuti in discarica, si recuperano parti di prodotto, si ricicla di più. Un'altra cosa da fare, a livello politico, riguarda il fotovoltaico: finanziare il Watt, come fanno in Germania, invece che l'impianto, come si fa da noi. Si è già fatto qualche passo verso una nuova legge ma nessuno ne parla.
    [Il 'modello tedesco' remunera la quantità di energia prodotta e non consumata, incentivando a realizzare impianti più grandi, efficienti, tecnologicamente avanzati - dato che più energia si produce, più si guadagna - e a manutenerli meglio. In Italia adesso l'energia prodotta viene 'conguagliata' a fine anno: se la quota consumata è più di quella prodotta, l'utente paga la differenza; se è il contrario, l'energia eccedente distribuita non viene remunerata direttamente, ma convertita in 'credito di Watt'. Quindi si tende ad installare impianti più 'semplici' ed esclusivamente dimensionati sui propri consumi. n.d.r.]

    E' un fatto molto importante, ma l'informazione non se ne occupa, e questo è un crimine…[il Ministero dei Trasporti ne ha approvato le Linee Guida, che prevedono per il futuro la vendita dell'energia prodotta in eccesso ai distributori locali, ad una tariffa incentivante, attraverso il 'conto energia'. Il provvedimento, i cui dettagli applicativi saranno messi a punto nei prossimi mesi, dovrebbe entrare in vigore nella seconda metà del 2004, ndr].
    Il dramma oggi è che ci sono due fili, quello dell'energia che arriva in casa mia e quello della comunicazione, dell'informazione, che sono annodati tra loro, in mano alle stesse persone: quando si hanno in mano questi due fili, io come utente sono tagliato fuori… Cambiano i governi, ma non c'è n'è più uno che riesca ad immaginare il futuro. Con il governo di oggi, poi, siamo alle "elementari della politica", sono gente incredibile, pubblicitari… Martino va a Nassirya col giubbotto antiproiettile e ti dice che è un posto tranquillo…Siamo governati da mezzi scemi, che mi fanno più paura degli scemi totali…

    Tra le questioni che Cop9 dovrà affrontare, alcune delle più importanti riguardano il rapporto tra Pesi industrializzati e Paesi del Sud del mondo…

    Noi stiamo esportando nei Paesi del Sud del mondo un modello che se da una parte gli porta un po' di benessere, dall'altra sconquassa tutti gli equilibri sociali precedenti. Il mercato devasta tutto. L'Organizzazione Mondiale della Sanità dice che la malattia invalidante dei prossimi vent'anni sarà la depressione, anche nel Terzo Mondo. Stiamo esportando, globalizzando anche queste malattie che pensavamo solo nostre. L'economia si impone attraverso il finto divertimento, il paradiso, i cieli azzurri… A Genova c'è un cartello elettronico meraviglioso, su un palazzo, che indica il tempo: quando è bello c'è il sole, quando è brutto ci sono le nuvolette… Se io guardo il cielo lo vedo che tempo fa, ma la gente non guarda più il cielo, guarda il cartello… Sono sintomi, immagini della realtà che viviamo…

    Con il suo ultimo spettacolo, "Facciamo Luce", di cosa parla?

    E' uno spettacolo che cambia di giorno in giorno, che parla dello spegnimento del pensiero, parto dal black out energetico per arrivare a quello del senso critico, perché c'è il tentativo di narcotizzarci… Ci sono dei campanelli d'allarme che fanno riflettere, cose che non succedevano prima. Ormai la norma è investire uno e scappare… Parlo della psichiatria infantile: pensavamo che fosse un fenomeno americano, che non sarebbe mai arrivato da noi, e invece sta entrando nelle scuole, coi farmaci dati ai bambini… Ci sono le leggi di repressione sui minori… Abbiamo tante cose su cui riflettere…

    www.socialpress.it
    giovedì 4 dicembre 2003

  2. #2
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    Predefinito Re: Un marketing che ci seppellirà. Intervista a Beppe Grillo

    Ma perche' non si butta in politica?

 

 

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