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  1. #1
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    Talking Nei paesi in cui Governa la Sinistra........

    05 feb 09 : 52 Germania: a gennaio aumenta la disoccupazione


    BERLINO - E' cresciuta ancora la disoccupazione in Germania. A gennaio e' arrivata all' 11,1%, lo 0,6% in piu' rispetto a dicembre secondo l'ufficio federale del lavoro. I senza lavoro sono adesso 4,597 milioni. (Agr)

    .................

    Ricordiamo che in Italia la disoccupazione e' scesa ai livelli piu' bassi dal 1992.......

    Compagni ritentate sarete piu' fortunati.......

  2. #2
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    Predefinito Re: Nei paesi in cui Governa la Sinistra........

    In Origine Postato da Michele S-
    05 feb 09 : 52 Germania: a gennaio aumenta la disoccupazione


    BERLINO - E' cresciuta ancora la disoccupazione in Germania. A gennaio e' arrivata all' 11,1%, lo 0,6% in piu' rispetto a dicembre secondo l'ufficio federale del lavoro. I senza lavoro sono adesso 4,597 milioni. (Agr)

    .................

    Ricordiamo che in Italia la disoccupazione e' scesa ai livelli piu' bassi dal 1992.......

    Compagni ritentate sarete piu' fortunati.......
    Roma, 10:15
    Occupazione grandi imprese, a novembre 16 mila posti in meno

    Occupazione in calo di 16 mila unità a novembre 2003 nelle grandi imprese rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il dato è stato comunicato dall'Istat, precisando che il calo complessivo è dovuto ad una diminuzione di 22.000 posti di lavoro nell'industria, parzialmente controbilanciata da un aumento di 6.000 posti nei servizi.
    Secondo i rilevamenti dell'Istituto statistico, l'occupazione in novembre su base congiunturale è rimasta invariata sia al lordo che al netto della cassa integrazione. Nei primi 11 mesi del 2003, complessivamente, l'occupazione delle grandi imprese è scesa dell'1,1% al lordo della cig e dell'1,2% al netto della cig rispetto ad un anno prima.
    "La guerra è la vicenda in cui innumerevoli persone, che non si conoscono affatto, si massacrano per la gloria e per il profitto di alcune persone che si conoscono e non si massacrano affatto." (Paul Valèry, poeta francese).

  3. #3
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    Predefinito

    Consumatori: forte calo della fiducia
    Peggiora in gennaio il clima di opinione delle famiglie italiane, a causa del deterioramento dei giudizi sull'economia in generale e la situazione personale. E' significativa, inoltre, la flessione nelle valutazioni sul risparmio. Si riduce la percezione di forti aumenti dei prezzi, con prevalenti attese di stabilità per i prossimi mesi.






    http://www.isae.it/not_cons_ita_01_04.pdf
    "La guerra è la vicenda in cui innumerevoli persone, che non si conoscono affatto, si massacrano per la gloria e per il profitto di alcune persone che si conoscono e non si massacrano affatto." (Paul Valèry, poeta francese).

  4. #4
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    Predefinito

    Michelino .... potresti dirci in Italia quando è cominciato il calo della disoccupazione e, se, sempre per caso esso sia stato merito delle politiche dell' Ulivo (pacchetto Treu)?

    Potresti sempre dirci quale provvedimento ha messo in campo il governo di CDX per far diminuire la disoccupazione prima della Legge Biagi, del 24 Ottobre 2003?

    E' ovvio, infatti, che la discesa della disoccupazione in Italia sia merito di quella legge.

    Potresti sempre leggerti il rapporto dell' Istat in merito e, forse, noteresti che la dinamica del decremento della disoccupazione sta rallentando ............. guarda caso proprio con voi al governo.

    Prova un pò a vedere se gli ultimi dati risentono dell' emersione dal sommerso e della regolaririzzazione degli stranieri ......... che non sono LAVORI NUOVI, ma già esistenti ma non contabilizzati.

    Sarà un caso, invece, se la curva della disoccupazione sia iniziata a calare dopo gli interventi di politica economica del Governo Prodi?


    http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=ar...797657&chId=14








    Nel corso del 1998-2003 la diffusione di forme contrattuali flessibili ha, infatti, contribuito notevolmente alla crescita dell'occupazione complessiva, mentre è proseguito il calo del tasso di disoccupazione a un ritmo abbastanza spedito nel suo più recente andamento (da mezzo punto a un punto percentuale all'anno a partire dall'inizio del 1999). Secondo le quattro rilevazioni trimestrali Istat del 2003, inoltre, l'aumento medio del numero di persone occupate è pari all'1,0% in termini annui, che equivale a 225mila unità lavorative nei valori assoluti. La crescita è avvenuta, soprattutto, nelle attività terziarie, ma anche l'industria ha dato un significativo contributo, a cominciare dalle costruzioni. L'agricoltura, come di consueto, ha continuato a perdere occupati.

    L’occupazione italiana, in particolare, incomincia ad allungare il passo a partire dall'inizio del 1998 con l’adozione del pacchetto Treu, che favoriva l’utilizzo di forme di lavoro a termine e a tempo parziale. Da allora, infatti, la quota dei lavoratori impiegati a part time sul totale dei dipendenti è passata dal 7% a circa il 10% nell’intera economia, arrivando a oltre il 12% nel settore terziario privato. L’incidenza del lavoro a tempo ridotto è ovviamente maggiore tra le donne, dove raggiunge il 18% dei dipendenti, sei volte la quota degli uomini. Ed è proprio la componente femminile che spiega gran parte della nuova crescita dell’occupazione, una tendenza del resto in linea con quella delle economie avanzate.

    I lavoratori a tempo determinato sul totale dei dipendenti salgono a loro volta, negli ultimi quattro anni, dal 7% a oltre il 10% se si escludono gli addetti all’agricoltura e al settore turistico-commerciale, dove è sempre stata alta l’incidenza dei lavoratori stagionali. Più elevata è, inoltre, la quota delle donne con contratti a termine e, soprattutto, quella dei giovani con meno di trent’anni, che raddoppia rispetto alla media degli occupati. Ma è significativo anche l’aumento dei lavoratori assunti a tempo indeterminato e a tempo pieno, la cui dinamica nel corso del 1999-2003 ha chiaramente beneficiato della complessiva maggiore vivacità del mercato del lavoro. Su questo risultato hanno, poi, influito gli incentivi (credito d'imposta) introdotti dalla Finanziaria 2001 per i nuovi occupati a tempo indeterminato e in seguito parzialmente confermati.

    La crescita, sempre a passo spedito anche se si esclude la componente di lavoro più o meno sussidiato con fondi pubblici, è costante e la si rileva anche nei valori destagionalizzati a confronto con i trimestri precedenti, almeno sino alla battuta d'arresto nella seconda metà del 2003. Si tratta, in ogni caso, di una buona ripresa, trainata dal settore terziario, in particolare dai servizi alle imprese e alle famiglie, ma anche dalla grande distribuzione e dalle comunicazioni, che compensano ampiamente il declino sempre in atto dell’agricoltura, del commercio autonomo e la complessiva stagnazione dell’industria, con l'eccezione, però, delle costruzioni in sensibile recupero.

    La progressiva diffusione dei contratti cosiddetti "atipici" (a tempo determinato, part time, collaborazioni continuative, formazione lavoro e così via) ha ormai assunto, dunque, un ruolo di rilievo nella dinamica dell’occupazione, pur avendo un peso ancora piuttosto ridotto nella sua struttura. Se i rapporti di lavoro in essere sono, infatti, nella larga maggioranza regolati dai vecchi contratti a tempo determinato, una quota importante dei nuovi entrati nelle imprese (pari a circa la metà) è passata attraverso le assunzioni atipiche.

    Il ruolo dei rapporti di lavoro "flessibili" è particolarmente significativo, per esempio, nel settore terziario, la cui vivace dinamica di assunzioni riflette il decollo in atto del variegato comparto dei servizi alle imprese e alle famiglie, a cominciare dalle attività del terziario avanzato (con relativa riallocazione di posti di lavoro dall’industria e dal terziario tradizionale) fino ai servizi professionali. Il totale degli addetti in queste attività è largamente superiore al milione di unità, con un aumento che nell’ultimo quadriennio ha raggiunto i 300mila occupati. Il balzo in avanti del nuovo terziario, anche in un contesto di debole crescita economica, ha avuto per effetto un sensibile aumento dell’occupazione, essendo i servizi alle imprese e alle persone strutturalmente caratterizzati da un elevato contenuto di lavoro sul valore aggiunto.

    La strada imboccata negli ultimi anni, con l'avvio di politiche di flessibilità nel mercato del lavoro, va dunque nella giusta direzione di marcia. La risposta delle imprese è positiva e può ancora migliorare in uno scenario di consolidamento della crescita economica; segno che l’abbattimento della disoccupazione è possibile e la flessibilità, attraverso la diffusione di tipologie contrattuali meno vincolanti per le imprese, può esserne lo strumento determinante. E’ bastato, infatti, l’inizio di una riforma del mercato del lavoro, volta a liberalizzare i contratti a tempo determinato o parziale, per far risalire l’elasticità dell’occupazione rispetto alla dinamica del Pil ai valori più alti degli ultimi tre decenni. Sulle prospettive a medio termine dell'occupazione potranno avere, infine, un ulteriore effetto positivo le nuove misure di riforma (legge Biagi) recentemente varate.


    -------------------------------------------------------




    Legge Biagi: più posti ma precari
    Entro il 2008 la legge Biagi farà crescere l’occupazione, ma destabilizzerà i lavoratori che si ritroveranno spesso privati di tutela economica e di strumenti di reinserimento. Aumenterà il valore della contrattazione individuale, fenomeno finora riservato alle fasce più alte e il sindacato subirà una battuta d’arresto. La devolution accrescerà il divario fra Nord e Sud del Paese e inasprirà i conflitti sulle politiche del lavoro. Questi in sintesi i risultati della ricerca previsionale presentata da Flexo 2008 presentata da Confcommercio. L'indagine è stata realizzata dalla S3. Studium ed è stata promossa dal ministero del Lavoro.


    Bye
    "La guerra è la vicenda in cui innumerevoli persone, che non si conoscono affatto, si massacrano per la gloria e per il profitto di alcune persone che si conoscono e non si massacrano affatto." (Paul Valèry, poeta francese).

 

 

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