POLITICA
Comitato di bioetica: garantire alla persona il rispetto della volontà

Una legge per il «testamento biologico»
In futuro si potrà stabilire in anticipo quali cure si vorranno o meno accettare. Ma i medici non saranno comunque vincolati
ROMA - Un testamento biologico per assicurare e garantire il diritto di scelta delle cure e delle terapie da applicare in quei casi in cui o per malattia o per un incidente fosse impossibile esprimere un proprio consenso. È questa la proposta varata dal Comitato nazionale di bioetica e inviata ai presidenti di Camera e Senato, presentata stamane a palazzo Chigi dal presidente Francesco D'Agostino. Ora si aspetta che tale proposta possa divenire insieme ai numerosi disegni di legge in materia, una legge di stato.

DIRITTO DEL CITTADINO - Il testamento biologico, definito «dichiarazione anticipata di trattamento» (Dat), fissa i limiti per il cosidetto «living will», ossia il diritto del cittadino a formalizzare le proprie volontà sulle terapie da applicare nel caso di malattie incurabili. Un diritto questo da non confondere però - ha ammonito il presidente del Cnb D'Agostino - con l'eutanasia, «una pratica vietata - ha sottolineato D'Agostino - che non può essere inserita nella dichiarazione». In sostanza la Dat prevede che i «desideri» scritti dal paziente, a patto che sia nella piena capacità di intendere e di volere, debbano essere tenuti in debita considerazione dal medico che però - ha precisato D'Agostino - non ha un obbligo assoluto di rispettarli.

CARTELLA CLINICA - Il medico è tenuto comunque «a motivare per iscritto - ha osservato D'Agostino - sulla cartella clinica le ragioni della sua decisione». La Dichiarazione anticipata di trattamento non potrà essere un atto formale, né nella forma orale né mediante prestampati. «Non sono considerati validi - ha continuato D'Agostino - i moduli prestampati magari scaricati da Internet. Non basta solo una firma, deve essere chiara la serietà delle decisioni del paziente». La proposta formulata dal Cnb - è stato precisato - segue una precisa indicazione venuta dal ministro della Salute Sirchia all'indomani del caso della «signora Maria» che a Milano rifiuta l'amputazione della gamba.

MEDIAZIONE - «Questa nostra - ha detto D'Agostino - è una mediazione alta che ha una finalità bio-politica oltre che bioetica». Con il varo della Dat l'Italia si allinea con gli altri paesi europei che, come la Spagna, hanno adottato documenti analoghi o dove sono già da tempo in corso studi di fattibilità. Secondo l'ex presidente del Cnb Adriano Bompiani sarebbe quantomai opportuno che «il Parlamento arrivi presto a definire una legge quadro nella quale siano contemplati e attuati i contenuti della convenzione di Oviedo del 1997 sui diritti umani e la biomedicina che è stata ratificata anche dal nostro paese».
5 febbraio 2004 - Corriere.it anche sul tuo cellulare Tim, Vodafone o Wind I VOSTRI MESSAGGI
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Testamento biologico, pronte le regole (27 novembre 2003)l'unica cosa che NON mi piace è che i medici NON siano vincolati!