Sinistra Socialista e Democratica



Movimento per un Nuovo Partito



Chi siamo



Siamo parte di quelli che:



a) Denunciano la subordinazione indegna al sistema finanziario e la conseguente speculazione depredatrice a cui la nazione brasiliana fu sottomessa con l’impianto del modello neoliberale imposto durante tutta la decade dei ’90.



b) Mai accettarono passivamente che gli incessanti profitti della speculazione internazionale potessero sovrapporsi agli interessi del giusto e democratico sviluppo nazionale del popolo brasiliano, a causa del presupposto del debito estero e che si è moltiplicato durante l’applicazione di quel modello.



c) Gridarono contro le privatizzazioni che consegnano gran parte del nostro patrimonio delle imprese pubbliche alle grandi coorporazioni multinazionali, quasi sempre con il finanziamento della Banca Nazionale dello Sviluppo.



d) Difendono la coerenza con la storia delle lotte, con le bandiere e le rivendicazioni della classe lavoratrice che permisero l’elezione di Lula nelle elezioni del 2002, quando il popolo brasiliano dimostrò il suo rifiuto a quel modello liberale.



e) Appoggiano permanentemente le lotte della classe lavoratrice e della gioventù, le marce e le occupazioni dei senza terre e dei senza casa, gli scioperi e le mobilitazioni per il salario, l’impiego, per la terra e l’educazione, per la salute e migliori condizioni di vita in generale.



f) Furono in prima linea nelle lotta contro la riforma della Previdenza, nelle mobilitazioni e negli scioperi dei lavoratori statali, che denunciarono lo sfascio della previdenza pubblica e la trasformazione in benefici per i fondi pensione.



g) Non accettarono di vedere questa vittoria trasformarsi in un ulteriore episodio di frustrazione del popolo brasialiano



h) Siamo coloro che difendono il socialismo con democrazia e libertà.



Come vediamo la situazione attuale



1.- Non accettiamo la premessa che non ci fosse alternativa di fronte all’indiscutibile “maledetta eredità”, che non fosse la continuazione di questo modello di rifiuto, compreso il cosiddetto periodo di transizione. Prima di tutto, perché non esiste una transizione per un modello democratizzante quando la dinamica applicata si fonda su paradigmi di un monetarismo ortodosso e conservatore, che è implicitamente confermato dalle stesse dichiarazioni del ministro delle Finanze nella riunione con i rappresentanti federali del PT, quando ha affermato che bisogna mantenere l’assurdo guadagno fiscale recessivo per i prossimi dieci anni.



2.- Non accettiamo che un governo diretto in modo maggioritario dal Partito dei Lavoratori possa presentare, quali grandi conquiste che interessano soltanto gli speculatori dei “mercati”, due alterazioni costituzionali assolutamente inaccettabili. E senza tener conto che tali indici virtuali sono simultanei alla tragedia nel quadro dell’economia reale, con records di disoccupazione e perdita di valore dei salari. Ci riferiamo a quelle che sono state chiamate Riforma della Previdenza e Riforma Tributaria, che non hanno superato l’adempimenti dei compiti stabiliti dall’FMI. Queste iniziative si sarebbero concretizzate nel governo di FHC se non fosse stato per la resistenza dei servitori appoggiati dal PT.



3.- Consideriamo, pertanto, che il governo di Lula si sia deciso a svolgere i compiti che furono della socialdemocrazia istituzionale nel recente passato: fare per il gran capitale ciò che la destra tradizionale non era in condizione di attuare.



4.- Lo scenario imposto ci porta ad una conclusione: senza esplicitarlo il PT ha messo mano in modo irreversibile, ai suoi principi fondatori. Sta già lavorando per riprodurre nella campagna municipale del 2004, e in quella presidenziale del 2006, una composizione di alleanza che ha come basi di appoggio il PMDB, PTB, PL e chiunque si proponga di partecipare al “prendi e dai” nella compavendita dei voti del parlamento. Perfino il PP di Mauf trova lo spazio per rivendicare cariche di primo grado. Il PC del Brasile, PSB e PPS con una parola qui ed una là finiscono per accompagnare e consolidare il gran fronte di centro-destra, lasciando una spazio che evidentemente non può rimanere vuoto.



Ciò che vogliamo



1.- Crediamo nella lotta della classe lavoratrice, della gioventù e del popolo povero quale strumento privilegiato che può portare alla conquista di lavoro, salario, terra, salute, educazione. La difesa dei diritti dei settori oppressi e la difesa dell’ambiente oggi minacciato dal progetto applicato dal governo.



2.- Non ci adeguiamo all’andamento della direzione del PT e del suo governo. Pertanto, abbiamo il diritto, per non dire l’obbligo, di costruire un’alternativa partitica capace di occupare lo spazio abbandonato. Un’alternativa partitica di lotta contro il modello neoliberale e contro il governo che lo applica, di difesa delle rivendicazioni e delle bandiere della classe lavoratrice. Che sia democratico e plurale, delle masse ed internazionalista, libero da qualsiasi dogmatismo o spirito settario, con meccanismi che garantiscano la partecipazione attiva dei militanti, con pieno diritto di tendenze e profondo rispetto per le minoranze e il diritto di opinione. Sarà aperto ai militanti che sono usciti dal PT e a quelli che ancora ne fanno parte, come a quelli di altri partiti della sinistra che non si sono lasciati sedurre dai privilegi di palazzo e che difendono l’indipendenza dei lavoratori di fronte alla borghesia. A tutti coloro che hanno chiaro il concetto di assoluta incomatibilità della soddisfazione delle domande della giustizia sociale, con la radicalizzazione del processo democratico, nei limiti del sistema capitalistico.

A tutti coloro, infine, che si definiscono di SINISTRA, e si identificano con il SOCIALISMO DEMOCRATICO quale obiettivo strategico in forma esplicita e permanente.



3.- Difendiamo la costruzione di un’alternativa partitica con tutti coloro che non accettano la continuità della sottomissione del paese agli interessi delle banche e del FMI, che rifiutano l’ALCA, il pagamento del debito estero, l’autonomia della Banca Centrale, il decurtamento dei diritti dei lavoratori previsto dalla riforma sindacale e dalle leggi sul lavoro del governo di Lula, e la politica di distruzione dell’università pubblica, prevista nella riforma universitaria.



4.- Questo è ciò che vogliamo iniziare a costruire ad iniziare da questa prima riunione. Queste sono soltanto alcune delle idee che vogliamo discutere con migliaia di compagni per costruire assieme una nuova fucina politica e partitaria per il popolo brasiliano. Crediamo che soltanto a partire dalla discussione democratica potrà sorgere questa nuova alternativa partitica. E’ per iniziare questa discussione che convochiamo tutti coloro che credono che un altro mondo è possibile e necessario.



Rio de Janeiro, 19 gennaio 2004-02-05



Heloísa Helena (senatrice) Luciana Genro, Babá, João Fontes (deputati federali) Agnaldo Fernandes (Socialismo e Liberdade) André Ferrari (Socialismo Rivoluzionario) Carlos Nelson Coutinho, Cid Benjamin, Démerson Dias, Edílson Silva (Pólo Resistenza Socialista) Elídio Marques (Movimento Sinistra Socialista) Francisco Affonso, Henrique Acker (Movimento Terra e Liberdade) Iranilson Brasil, Jadiel Messias dos Santos (Sintrasef) Jefferson Moura (Movimento Terra e Liberdade) Julieta Maria Buoro, Julio Camargo, Junia da Silva Gouvêa (Socialismo e Liberdade) Leandro Konder, Luiz Carlos Lucas, Marcelo Badaró, Marco Antonio Figueiredo (Nosso Tempo é Hoje) Maria de Souza Lima, Marlene Moreira (Assibge-SN), Martiniano Cavalcante (Movimento Terra e Liberdade) Miguel Leme (Socialismo Rivoluzionario) Miguel Malheiros (Corrente Socialista dei Lavoratori) , Milton Temer, Ney Nunes (União Comunista) Nilo Sergio Aragão (Nosso Tempo é Hoje), Pedro Fuentes (Movimento Sinistra Socialista) Reginaldo Schenermann (Nosso Tempo è Hoje), Robério Paulino (MovimentoTerra e Liberdade) Roberto Leher, Roberto Morales (Movimento Tendenza Proletaria) Roberto Robaina (Movimento Sinistra Socialista) Ronaldo Alves, Rosangela Alves, Sandro Pimentel (Movimento Sinistra Socialista) Silaedson Juninho (Corrente Socialista dei Lavoratori) Tostão (Socialismo e Liberdade) Wellington Cabral (Corrente Socialista dei Lavoratori).