L'Europarlamentare leghista Mario Borghezio ha chiesto alla Commissione e al Consiglio europei di chiedere alla Slovenia di rispettare i principi sanciti dalla Convenzione Europea dei diritti dell'Uomo, ed in particolare il diritto alla proprietà e alla non-discriminazione, eliminando dalla sua legislazione sulla restituzione dei beni ai cittadini europei espropriati la discriminazione della denazionalizzazione.
Borghezio ha chiesto inoltre di sollevare (in vista dell futura decisione da parte della Ue di aprire i negoziati di adesione con la Croazia) la dolorosa questione degli espropri subiti dai cittadini italiani e tedeschi costretti ad abbandonare le proprie terre negli anni immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale, chiedendo la modifica della discriminante legislazione slovena e croata in materia.
Tale richiesta è stata fatta in base alle seguenti considerazioni:
1) La condanna dei crimini del comunismo ed il risarcimento morale e materiale delle sue vittime deve essere un principio fondamentale dell'azione della Ue.
2) Il Italia, da oramai due anni, viene celebrata il 10 febbraio la giornata della memoria in ricordo del massacro nelle foibe di almeno 30.000 nostri connazionali inermi da parte delle milizie comuniste slave e delle soffereze morali e materiali subite dai 350.000 esuli d'Istria, di Fiume, della Venezia Giulia e della Dalmazia alla fine della seconda guerra mondiale.
3) L'attuale legislazione slovena e croata prevede la restituzione dei beni espropriati dal regime comunista Yugoslavo nel periodo 1945-47 esclusivamente ai cittadini della Ex Yugoslavia, discriminando in tal modo i cittadini non solo italiani, ma anche tedeschi e ungheresi espropriati.