Ho sbobinato questo intervento di Angelo Alessandri (fra l'altro, candidato presidente alla regione Emilia Romagna) dal video del congresso di Grande Nord, in quanto lo reputo di interesse. Nel video a fine sbobinatura vi sono altri interventi di tante persone che sono intervenute, alcuni interessanti, altri meno. Forse in futuro vi saranno altre sbobinature.
<<Io credo che un popolo arriva a un punto di non ritorno. Nel 96 abbiamo giurato che era il momento di dire basta allo stato centralista. E quando una persona giura tendenzialmente, mi hanno insegnato mio padre e mio nonno, quel giuramento è sacro. Hai giurato di fronte a tuo figlio, hai giurato di fronte al tuo popolo. Chi non rispetta i giuramenti è un traditore, non ci sono altre definizioni. Io credo che la misura di una persona si misura da quanto rispetta i giuramenti, da quanto è coerente e da quanto difende casa sua. Ho sempre ritenuto e l’ho sempre detto, ci sono dei motivi per andare in galera, per morire, per rischiare tutto, uno di questi è lottare per casa tua. Io ricordavo l’altra sera, mio padre e mio nonno mi hanno consegnato un territorio bellissimo. L’Emilia di 30 anni fa era una cosa fantastica. Era una comunità, erano valori, era una bella terra. C’era il lavoro prima di tutto, non un cazzo di reddito di nullafacenza, ma c’era la voglia di lavorare, c’era la voglia di investire, di costruire. Abbiamo lottato contro Roma, non abbiamo ancora vinto, e i nostri figli, a cui abbiamo consegnato il percorso, hanno pensato di fare la scorciatoia, cioè andare a fare quello che diceva prima Davide. Si son messi le toghe, hanno venduto lo strumento di difesa e di lotta del Nord a Roma, e per 30 denari pensano di aver vinto. Come Giuda si impiccheranno. Perché questa è la fine che fanno i traditori. Aggiungo che quando sarà il momento, perché qua oggi non parte solo il congresso programmatico di un partito, qui io credo sia molto di più. Qui c’è un popolo che ha deciso di non arrendersi, qui c’è un popolo che sta mandando un messaggio a Roma: siamo qua ancora, non li avete comprati tutti. Siamo ancora in battaglia. Rullano i tamburi, sento le zampogne, sento la voglia di reagire, sento un popolo che torna, e questa volta quando torna non veniamo più a trattare a Roma. Questa volta vi facciamo un culo così. Perché è quello che dobbiamo fare. Certo è che il tradimento ci obbliga a dover ricominciare da capo. Certo è che quel tradimento ci obbliga a dover ridare fiducia alla nostra gente. È un lavoro immane, immenso, ma non era facile prima, non lo sarà dopo. Nessuno ha mai detto che sarebbe stato semplice. Dicono “voi secessionisti siete antichi”, loro che si son venduti a Roma sono moderni. Credo che loro siano semplicemente dei venduti, e noi siamo il futuro, perché come diceva Negri, non ci siamo dimenticati il passato. Noi abbiam ben presente chi siamo, e abbiamo le radici. Ricordo sempre la figura di Anteo. Ercole va e lo uccide, come lo uccide? Anteo era il figlio della Terra, e ogni volta che provavi a colpirlo la madre Terra continuava a rigenerarlo. Ercole capisce questo, lo alza di peso, lo sradica e poi lo uccide. Noi siamo Anteo. Se rimaniamo con i piedi ancorati per terra e non perdiamo le nostre radici, la nostra madre terra Padania non ci potrà mai far perdere. Nessun Ercole romano riuscirà mai a sradicarci e a ucciderci. Se perdiamo la cognizione delle nostre radici invece, Roma, come ha sempre fatto, continua a tagliarci la testa. Io mi candido a governatore dell’Emilia Romagna, l’ho detto e qua oggi lo ripeto, con un solo punto all’ordine del giorno. Guardate, il programma che avrò sarà solo uno. Noi regaliamo da 70 anni circa, oggi sono 20 miliardi, ma in proporzione son sempre gli stessi, che diamo continuamente a Roma e Roma se li pappa, e non ci torna mai indietro niente. Io credo che sia finito, lo diceva prima Davide, superata l’autonomia proviamo la strada federale e confederale. Ma sono convinto che ci voglia lo strappo, perché senza lo strappo le coscienze e la voglia di lottare non ritornano. Ora se dovessi vincere, e tocca agli Emiliano romagnoli, e dovessi diventare governatore, lo giuro di fronte alla platea di Grande Nord, perché questo è un giuramento, l’ho già detto anche a mio figlio e quindi sono sereno e preparato, i 20 miliardi di Euro io a Roma non glieli do più. Me li tengo, li teniamo e a quel punto manderanno, magari per farmi un piacere, il generale Pino ad arrestarmi, perché questo voglio, io voglio essere arrestato, voglio andare nelle patrie galere, magari se posso chiedo di andare in Catalogna insieme ai fratelli catalani, perché è quel momento in cui noi dovremo mettere di fronte la nostra gente ad una responsabilità. Vogliamo costruire il futuro o vogliamo morire in agonia con Roma? E la scelta deve essere fatta in un certo momento. E questa cosa dev’essere un motivo di scatenamento di ragionamento anche per gli Zaia, i Fedriga, i Fugatti, i Fontana, cosa cazzo vogliamo fare di questa terra? Noi siamo i figli della Terra, e i figli della Terra non si possono uccidere, se hanno la determinazione di non farsi sradicare. Io da oggi torno a mettermi nei due diti medi l’anello. Vaffanculo Italia, siamo tornati.>>
Fonte: (a partire da 3.27.54)
https://www.youtube.com/watch?v=KpzJr1PWKu0&t=12608s