La Repubblica 16.02.04
Rilevazione della Coesis Research sulla Convenzione
La pagella di Amadori
"Romano come un padre"
"C´è incertezza nel Paese, funziona la passione moderata del presidente Ue"
BARBARA JERKOV
ROMA - Romano Prodi, o «della passione moderata», star di una convention «a metà fra lo stile Usa e la festa dell´Unità». «In un´Italia più povera e impaurita, la serietà e la pacatezza del presidente della Commissione europea offrono quelle risposte che gli elettori in questo momento cercano», dice Alessandro Amadori, psicologo, autore di saggi dedicati al "fenomeno Berlusconi" e amministratore delegato della società di sondaggi Coesis Research. «Il narcisimo collettivo che nel 2001 ha portato Berlusconi alla vittoria elettorale», continua Amadori, «oggi ha lasciato il posto all´incertezza e al bisogno di rassicurazioni, per questo la passione moderata di Prodi funziona».
L´analisi di Amadori è il risultato di un sondaggio telefonico realizzato dalla Coesis Research il 14 febbraio scorso con cento osservatori, distribuiti su quattro ripartizioni geografiche (Nordovest, Nordest, Centro e Sud), maschi e femmine, orientati verso il centro o il centrosinistra (non rejectors dell´Ulivo, come si dice, ovvero non ostili). Obiettivo: misurare la performance comunicativa di Prodi alla convention di sabato pomeriggio. Convention «americaneggiante» ma con un calore «molto italiano», approva lo studioso di comunicazione, e dunque senz´altro «efficace». Poco a che fare con quella di Forza Italia di due settimane orsono: «Lì ogni cosa era studiata per far emergere un solo uomo, Berlusconi», ricorda Amadori, «la manifestazione dell´Ulivo è stata invece corale, collettiva, ogni oratore aveva un suo ruolo ben preciso, fino alla conclusione di Prodi».
Stando al sondaggio, il professore esce senz´altro promosso: la media del gradimento sul suo discorso si attesta a 7,6 (in una scala come a scuola da 1 a 10). Prodi è partito decisamente sotto tono. Durante i primi quindici minuti, il punteggio degli osservatori è appena fra il 6 il 7; nei successivi 15 minuti sale fra 7 e 8, fino ad arrivare, nell´ultimo quarto d´ora, a toccare picchi fra l´8 e il 9.
Ai gruppi di ascolto, che hanno seguito il discorso attraverso radio o tv, è stato chiesto anche di dare un voto a una serie di «parametri valutativi», per analizzare in dettaglio la prestazione. Il voto più alto, 9, viene assegnato alla voce «idealismo». Seguono «impegno», «coinvolgimento», «efficacia». «Prodi funziona», spiega Amadori, «perché trasmette tranquillità e serietà, e soprattutto perché appare credere autenticamente a ciò che dice».
I punti deboli del professore sono invece soprattutto legati alla tecnica comunicativa. La partenza lenta, come si diceva. Il tono della voce monocorde, la costruzione del discorso un po´ slegato. La scarsa «interattività» con la platea, anche. «Quando Berlusconi si rivolge al pubblico con domande retoriche», osserva Amadori, «sa quel che fa, cattura l´attenzione, coinvolge». Ecco, Prodi niente di tutto questo. «Anche la conclusione brusca», sottolinea lo psicologo milanese, «proprio quando era riuscito a scaldare gli animi e avrebbe dovuto semmai prolungare il climax».
Problemi tecnici, appunto, che si possono correggere. «Il dato di fondo», conclude Amadori, «è che Prodi, al contrario di Berlusconi, è un personaggio non invidiogeno, pacato, rassicurante, serio. La stessa capacità di generare invidia che ha fatto vincere Berlusconi nel 2001, potrebbe farlo perdere oggi a tutto vantaggio di Prodi, il buon padre di famiglia».